Riccardo
Antonelli nasce nel 1976 a Città di Castello in Umbria e dal 1982 abita e
lavora a Sansepolcro in provincia di Arezzo, Toscana, dove ha il suo atelier.
Nella sua formazione ha avuto maestri come Gianfranco D'Amore, Boris Borioni e Gianfranco Giorni.
Da sempre amante del paesaggio e del disegno, affronta cicli di ricerca come quello sui volti e sul ritratto, mentre il suo ultimo periodo lo vede approfondire gli aspetti che riguardano i grandi cieli, a cui sta dedicando una ricerca mirata a cogliere gli aspetti riflessivi e spirituali attraverso il suo linguaggio.
In molti hanno apprezzato la produzione degli ultimi anni, come varie gallerie in Italia ed all'estero con le quali ha intrapreso collaborazioni, mentre recentemente ha lavorato tra gli altri per il Ministero dei Trasporti Italiano per una campagna pubblicitaria di sensibilizzazione nel 2011, mentre è stato presente alla Biennale di Firenze nel 2009 assieme a Marina Abrahmovic e nel 2013 alla Triennale di Roma.
Nella sua formazione ha avuto maestri come Gianfranco D'Amore, Boris Borioni e Gianfranco Giorni.
Da sempre amante del paesaggio e del disegno, affronta cicli di ricerca come quello sui volti e sul ritratto, mentre il suo ultimo periodo lo vede approfondire gli aspetti che riguardano i grandi cieli, a cui sta dedicando una ricerca mirata a cogliere gli aspetti riflessivi e spirituali attraverso il suo linguaggio.
In molti hanno apprezzato la produzione degli ultimi anni, come varie gallerie in Italia ed all'estero con le quali ha intrapreso collaborazioni, mentre recentemente ha lavorato tra gli altri per il Ministero dei Trasporti Italiano per una campagna pubblicitaria di sensibilizzazione nel 2011, mentre è stato presente alla Biennale di Firenze nel 2009 assieme a Marina Abrahmovic e nel 2013 alla Triennale di Roma.
Particolarità del suo linguaggio è l'uso della spatola, strumento plasmato sulla sua poetica fortemente legata alla materialità del colore ed alla forte immediatezza che Antonelli ne riesce a cogliere, mentre altro medium a lui congeniale è senz'altro il pastello, secco o ad olio, con cui continua a realizzare un ciclo di opere sul volto iniziato nel 2008 e tuttora in fase di sviluppo.
L'opera di Antonelli, spesso identificata nella corrente degli espressionisti moderni, risulta negli anni sempre onesta e coerente nella ricerca, riscontrando una costante crescita di interesse sia da parte dei collezionisti, che da quella della critica.
Negli anni, l'artista toscano, ha subito il fascino e la contaminazione di maestri come Lucien Freud, Alberto Giacometti e Bacon, oltre che agli impressionisti e all'arte fiamminga, rimanendo comunque identificato in una propria dimensione stilistica che lo ha reso uno degli artisti italiani contemporanei più apprezzati.
L’ultimo
progetto artistico si evolve verso una ricerca e rielaborazione creativa surrealista
e metafisica. Nelle sue opere più recenti l’artista Toscano fonde ricordi e
oggetti quotidiani in una composizione meccanica e rigorosa, frutto delle sue
esperienze lavorative passate nelle officine industriali.
Nasce da
questa idea il ciclo “Impossible Machine”, esposto in anteprima al Festiva di Artcevia
nel 2017, dove ha presentato le prime opere realizzate a grafite. Si sono poi
evolute negli ultimi mesi ulteriori step come le realizzazioni ad acrilico su
tela fino ad arrivare alle sculture in resina e acrilico che hanno avuto la
loro prima collocazione pubblica a Cortona (Arezzo).
Questo
ultimo ciclo esprime fino ad ora il lavoro più intimo e contemporaneo nel
percorso di Antonelli, dove concentra in maniera ordinata e allo stesso tempo
irrazionale un insieme di immagini e ricordi del suo archivio visivo interiore,
dove ogni elemento rappresenta una traccia tangibile esperienziale della sua
vita lavorativa e artistica, codificata attraverso forme concrete che fungono
da diario visivo per attivare le proprie memorie.
Ecco una breve rassegna di sue opere recenti:
Clicca qui per visualizzare le opere presenti nel piccolomuseo di Fighille