mercoledì 15 settembre 2010

Scorci critici di F.Ruinetti su Antonella Raoni


sull'opera di

ANTONELLA RAONI

Di assoluto rispetto della realtà, di arte mimetica per eccellenza  parlano le pitture di Antonella Raoni., L’equilibrio tra pieno e vuoto nello spazio, la verità e l’evidenza anche dei particolari a cui si devono tali effetti veristici, rivela uno studio prospettico attento non solo alla distribuzione e ai volumi dei soggetti, ma, nella stessa misura, al variare delle luci e alle fughe delle ombre. Le sue opere sembrano, a chi le incontra, apparizioni improvvise. E’ come se quegli argomenti, che si affermano in genere sul buio del nero o, insomma, sull’indifferenza dello sfondo, fossero visti e conosciuti per la prima volta. Alla base di queste esecuzioni c’è un disegno fluido, ma nello stesso tempo perentorio, della massima leggibilità e chiarezza. I motivi rappresentati sono molteplici, dalle composizioni floreali alle nature morte, alla frutta. Sono pronunciati con quella straordinaria abilità che, sostenuta dalla certezza e  dalle seduzioni dell’arte, svolge una scrupolosa indagine analitica. Addirittura si ha la sensazione che la replica pittorica sorpassi l’originale nella definizione. Le figure risaltano nitide, con certi tagli cromatici e contrasti dalle forti risonanze della giovinezza. In ciascun dipinto scatta un lampo in un angolo del silenzio che lascia impronte nella facoltà della memoria. Restano nella mente, ad esempio, gli acini d’uva che rimbalzano, con i loro colori, sulla notte diffusa e muta, una caffettiera che risplende con le sue fredde armonie d’argento, quelle pupille e quei chiarori trasparenti dei contenitori di vetro talvolta sapientemente appena accennati, ma decisamente veri e godibili.
Sono perfetti questi argomenti dipinti, ma viene da pensare che  protagonista di ogni quadro sia soprattutto la luce perché rompe il sonno del nulla e accende l’esistenza delle forme.
(Franco Ruinetti)