sabato 31 marzo 2018

Verso la Pasqua 2018

 La Pro Loco Fighille augura 
a tutti una serena Pasqua !

La foto raffigura la VI stazione  (GESU'  E' ASCIUGATO DALLA VERONICA) della Via Crucis Fighille-Petriolo opera dell'artista Antonella Raoni.

venerdì 30 marzo 2018

Rassegna FA2017 (8)

Rassegna delle opere presentate al Premio FighilleArte2017 - sezione opere da studio......

giovedì 29 marzo 2018

In bicicletta: all'arrembaggio dell'adolescenza (by Franco Ruinetti)

 
Ho visto le mie vite precedenti in sogno. 
Pitagora le ricordava.

Ho fatto qualche conto per incasellare i ricordi nel tempo, il quale è un mascalzone perché toglie la giovinezza, di nascosto.

Ricordo: erano gli anni '50 e '51. La mia famiglia viveva col minimo indispensabile, doveva stare attenta per mettere d'accordo il pranzo con la cena, mentre il gatto, che dormiva con me, andava a mangiare all'albergo confinante. Saliva sul tetto e, tutti i giorni, un'anziana cameriera gli serviva un ricco cartoccio di avanzi sul davanzale di una finestra. 
Io avevo intorno ai 14 anni e una gran voglia di abbracciare la luce del mattino, i colori della primavera. Per me l'aula e il banco rappresentavano una condanna. Avanzavo pretesti per non andare a scuola. Però leggevo molto, ero un buon cliente della biblioteca. Così mi capitò di incontrare un libro di Alfredo Panzini con i racconti dei suoi viaggi in bicicletta. Tra l'altro lessi che lo scrittore, con un amico, arrivò anche al Borgo e mangiò proprio nel ristorante frequentato dal mio gatto. Quindi decisi di sistemare la vecchia bicicletta di mio padre, una Bianchi dei primi anni '20 con i freni a stecca e le cromature qua e là erose dalla ruggine. 
La pulii e, siccome ad ogni sobbalzo sollevava un brontolio di sonagli, tolsi gli accessori che mi sembravano inutili: parafanghi, carter, lume e relativa dinamo. Così era anche più leggera, quasi da corsa e mi sentivo emulo dell'intramontabile Bartali. M'avventurai, di volta in volta, alla conquista dei percorsi, delle località circostanti. Pedalavo in solitudine per fare il mio comodo, fermarmi quando mi pareva. Gareggiavo con me stesso, arrivavo sempre primo. Conobbi tutte le fonti, le sorgenti disseminate nelle campagne, nei pressi dei caseggiati, che mi chiamavano da lontano e offrivano freschezza.

Feci molti giri brevi, ma alcuni anche lunghi; apprendevo più dal vero che dai libri. A Fighille mi sorprese il pozzo in mezzo alla piazzola. Mi sembrò un campanile in scala ridotta. Compresi che era stato importante come l'aria per tanto tempo e tanta gente. A Monte Giovi ammirai, con gli occhi di Plinio il Giovane, l'anfiteatro della valle. A La Verna mi si stamparono nella mente le luci ora morbide, ora vive delle ceramiche, ma soprattutto sentii la presenza di Francesco, irraggiungibile, il più ricco di niente. Ad Arezzo m'intrattenni con Piero della Francesca, che avevo già conosciuto al Borgo, a Monterchi. E arrivai fino a Cortona, dove non sono più tornato e dove mi sorpresero le mummie egizie.

Ricordo bene: era un giorno di luglio del '51 quando, nell'ora canicolare, il solleone mi vinse. Mi trovavo nelle vicinanze di Pistrino, deposi la bicicletta nel fosso secco, m'inoltrai nel campo e mi stesi tutto lungo al riparo dal sole dietro un covone di grano, come ne “La siesta” di Van Gogh, che avevo visto su una copertina dal giornalaio. Mi venne in mente Fiorenzo Magni, che, per la terza volta, aveva vinto il giro d'Italia, mentre i grandi campioni si controllavano a vicenda. Ecco: allora decisi che avrei abbandonato l'amico mezzo di locomozione perché non accettavo l'umiliazione di essere superato dalle biciclette col “Campagnolo”. “Basta con le tappe”. Poi spensi gli occhi nel sonno e feci un sogno, l'unico che mi è rimasto acceso nella memoria. Tutti gli altri sono sempre subito svaniti. Precipitai nel tempo, mi comparvero, nello schermo del pensiero, in fila indiana, distanziate, alcune ombre dai profili incerti, che puntavano l'indice verso di me. Avvertii, in ciascuna di esse, la mia impronta. Poi si materializzò, perfettamente identificabile, un attore di antico teatro, che faceva le linguacce. Ero io. Mi mostrava, a mani levate, una maschera tragica ed una comica, che pure mi somigliavano come caricature di un bravo artista.

Ad un tratto mi girai su un fianco, ma le stoppie del “letto”, graffiandomi, mi svegliarono. Ebbi l'impressione di avere dormito a lungo, invece mi resi conto del contrario perché l'ombra del covone mi sembrava non si fosse mossa.

Il sogno m'ha fatto pensare. Esso “è l'infinita ombra del vero”, affermò Giovanni Pascoli. M'ha accompagnato, ho cercato di interpretarlo, L'ho tradotto in numeri per il lotto, dei quali non è uscito neanche il 47, che è il morto muto.

Ho considerato i fantasmi che incedevano nella nebbia come avi lontanissimi comparsi per salutarmi. Non altro. Invece l'attore avrebbe rappresentato i miei sbalzi di umore, infatti a me piace scherzare, ma spesso, all'improvviso, sono travolto dalla tristezza. Lo sberleffo poteva suggerirmi di prendere il mondo alla leggera. E il mio vecchio barbiere, che da un pezzo non c'è più (era un chiosatore ad alto livello), dopo avermi chiesto il giorno e mese di nascita, disse che l'attore aveva ragione perché quelli dei Gemelli sono incostanti e bifronti, cioè con una faccia davanti e una di dietro. Sentenziò che avevo sbagliato tutto, perché, con quella personalità, sarei stato perfetto se mi fossi dato alla politica.



Franco Ruinetti

mercoledì 28 marzo 2018

martedì 27 marzo 2018

La seduta spiritica (by Franco Ruinetti)

Con un giro di telefonate ci mettemmo d'accordo: quella sera stessa io, Nello ed Enzo (che si firma Man) avremmo partecipato ad una seduta spiritica. 
La cosa m'incuriosiva, non c'ero mai stato. All'ora stabilita ci ritrovammo in una piazzola un po' fuori mano dove erano convenute diverse persone che aspettavano di entrare in quel locale, un bar attivo solo d'estate. Era una brutta sera, anzi ormai notte, di novembre col cielo coperto da una coltre di nuvole e l'orizzonte che s'accendeva per le scariche dei fulmini. La scarsa luce di una lampadina sopra l'ingresso rendeva labili le fisionomie. L'atmosfera dell'attesa era pesante, surreale, io non volevo riconoscerlo, ma avvertivo una certa inquietudine, come una prurigine, che però attribuivo al fresco dell'autunno inoltrato. Cominciai a girellare con le mani nelle tasche per darmi un contegno. M'avvicinai ad un gruppetto di donne nel quale una signora parlava a macchinetta. Magnificava le doti della medium Amalia, 'la più potente che avesse mai conosciuto'. Un grosso cane nero, dal pelo folto e lungo, mi intercettò per perlustrarmi insistentemente davanti e di dietro facendomi sentire a disagio.
Enzo mi confidò sottovoce: “Ho quasi paura”. 
Gli risposi stirando il sorriso: “Non ti pisciare addosso”.
Finalmente un uomo comparve nel vano della porta. Allampanato, cianotico, vestito di scuro, compresa la camicia, con un'onda di capelli grigi sulla fronte, mi parve bello come un calcio nello stinco.
Potete entrare”.
Ci mettemmo seduti come capitava. Le sedie erano pari al numero dei presenti e questo, ritenni, fosse un indice di professionalità. In fondo alla lunga tavola, formata accostando più tavolini, di quelli per il gioco delle carte, con i posacenere d'ottone incastrati, sedeva lei, la medium, sulla quarantina, di buona stazza. Alla sua sinistra s'ergeva in piedi l'assistente immobile, che ad un tratto tossì dimostrando di respirare.
A questa seduta partecipano tre persone che non conosciamo, esordì l'uomo nero e continuò: “Ad esse presento la maga Amalia e me stesso, che sono Amilcare, l'assistente. Voi chi siete? Dite solo i nomi.”
Nello”.
Enzo”.
Franco”.
Ecco, riprese Amilcare, tu Franco Vieni a sederti vicino alla medium e tu Rino cedigli il posto”.
Non capisco perché devo venire laggiù, mi trovo bene qui!”
Perché sei scettico, perlomeno agnostico. Forza, vieni”.
Questa è bella, mugugnai tra me. Come faceva a saperlo?”
Non insistetti, ubbidii.
La medium cominciò a respirare forte, pareva mimasse una locomotiva a vapore.
Fate la catena, fate la catena”, ingiunse Amilcare, il quale schiacciò con i polpastrelli delle dita la fiamma tremolante di un cero che aveva davanti sul tavolo. Il locale affogò nel buio di tanto in tanto mosso da qualche brivido dei lampi lontani che battevano sui vetri a raggiera della porta.
La medium rantolava. Amilcare spiegò “Ecco, cade in trance”, quindi chiese all'entità che si stava manifestando: “dimmi chi sei, ti conosciamo?”
Per tutta risposta la medium pronunciò parole strane.
Erano certamente le frasi pronunciate da un'anima sbarcata qui a riva dall'antichità babilonese, fenicia, chissà da dove”. Così spiegò con sicurezza l'assistente.
Poi venne Mussolini. La voce era la sua.
Lui viene sempre, disse ancora Amilcare, si fa largo, ha una forte personalità”.
Infine intervenne una donna che il mio vicino mi presentò con qualche sussurro. Era una medium del '600 massacrata dalla Santa Inquisizione. Appariva con una certa frequenza alle sedute. Aveva la voce limpida, fanciulla, cadenza pesarese. Gli astanti la accolsero familiarmente, con calore, battendo le mani sui tavoli.
Ciao Nello, Man, Franco. Rivolgetemi delle domande”.
Mi feci coraggio: “Ma tu sai tutto?”
Sì, interferì l'assistente, lei sa tutto quello che è nel passato. Il futuro è nelle mani di Dio, quindi non chiedere i numeri del lotto”.
Come si chiamava mio padre?”
A questo punto la medium cominciò ad ondeggiare sulla seggiola, mentre formulava qualche sillaba. :”An... Giu... Al...,” Raschiò come una macchina che non va in moto.
Soffriva, poveretta, volli darle una spinta.
Si chiamava Ascle...
Ah, sì, Asclete?.”
No.”
Ascledio?.”
Si chiamava Asclepiade.”
Sì, è vero, Asclepiade è qui con me.”
Vedi, l'ha trovato, disse Amilcare soddisfatto o quasi.
Fuori c'erano delle pozzanghere, ma non pioveva più. Il grosso cane nero mi venne vicino a scrollarsi vigorosamente somministrandomi ondate di schizzi.

Franco Ruinetti

lunedì 26 marzo 2018

Gli spilli di maneglia (292)



 intrigo sui dati di Facebook...scoperto il Grande Fratello o l'acqua calda?....


domenica 25 marzo 2018

venerdì 23 marzo 2018

Rassegna FA2017 (7)

Rassegna delle opere presentate al Premio FighilleArte2017 - sezione opere da studio......

giovedì 22 marzo 2018

Rassegna FA2017 (6)

Rassegna delle opere presentate al Premio FighilleArte2017 - sezione opere da studio......

martedì 20 marzo 2018

Con l'occhio di Man (63)


Appuntamento con la fotografia espressionista e surrealista di Man....



Rassegna FA2017 (5)

Rassegna delle opere presentate al Premio FighilleArte2017 - sezione opere da studio......

lunedì 19 marzo 2018

Gli spilli di maneglia (291)



  verso un nuovo Governo....si ma quale?  Il post-voto è ancora all'insegna dell'incertezza....

domenica 18 marzo 2018

sabato 17 marzo 2018

Rassegna FA2017 (4)

Rassegna delle opere presentate al Premio FighilleArte2017 - sezione opere da studio......

venerdì 16 marzo 2018

Rassegna FA2017 (3)

Rassegna delle opere presentate al Premio FighilleArte2017 - sezione opere da studio......

giovedì 15 marzo 2018

Concorsi di pittura 2018 - Risultati (1) / Cesena



Si è svolta nei mesi scorsi, a Cesena, la 43° edizione del Concorso Nazionale di Pittura "La margherita d'argento" / 40° Trofeo Achille Medri. Come da tradizione importante la partecipazione degli artisti e grande il successo della manifestazione. Questi i principali premi assegnati per le varie categorie in cui si articolava il concorso:

PREMIAZIONE SEZIONE GRAFICA-ACQUERELLO 

1° premio - Felici Ugo 

2° premio - Panzavolta Carlo 
3° premio - Smirnova Tatiana / Patat Francesca 
PREMIAZIONE SEZIONE PICCOLO FORMATO
PRIMO PREMIO Ido Erani, Giuliano Censini, Ugo Felici, Cirillo Murer, Giuseppe Fochesato  
SECONDO PREMIO EX AEQUO Raffaele Fiore, Bertelli Romano 
PREMIAZIONE SEZIONE PITTURA 
PRIMO PREMIO EX AEQUOCarlo Panzavolta, Civitarese Antonio, Paolo Fedeli, Giuliano Censini, Elio Carnevali, Sandro Cellanetti, Marco Rosellini
SECONDO PREMIO EX AEQUO Murer Cirillo, Silvio Zago, Alberto Zappa, Tosarelli Doriano 
TERZO PREMIO EX AEQUO Gianpiero Castiglioni, Finco Alberto, Fabrizio Filippi, Egidio Ghirlandi, Roberto Cheula 
SUPERPREMI EX AEQUO Francesco Costanzo, Fernanda Morganti, Casadio Roberto 
PREMI SPECIALI 
Targa Artistica “ Fiumana Nello” al pittore Pace Marco(Teramo)
Targa artistica “  Bianchi Lino” al pittore Maltoni Mauro (Forlì)
Targa artistica “ Santarelli Elio” al pittore Gulberti Attilio (Montebello Vicentino Vi)
Trofeo Achille Medri al pittore  Bosello Gianluca(Cesena Fc)
La Margherita d’Argento all'artista  Cavedon Gianpiero (Thiene Vi)
Medaglia del Pontefice all'artista Bedeschi Nevio(Faenza Ra)

https://www.youtube.com/watch?v=0A9mmV9VSfA
                   

a questo link un filmato dedicato alla manifestazione:  
https://www.youtube.com/watch?v=0A9mmV9VSfA