giovedì 31 agosto 2017

Concorsi di pittura 2017 - Risultati (3) / Cesena



Si è svolta nei mesi scorsi, a Cesena, la 42° edizione del Concorso Nazionale di Pittura "La margherita d'argento" / 39° Trofeo Achille Medri. Come da tradizione importante la partecipazione degli artisti e grande il successo della manifestazione. Questi i principali premi assegnati per le varie categorie in cui si articolava il concorso:

PREMIAZIONE SEZIONE GRAFICA-ACQUERELLO

1° premio - Gulberti Attilio
2° premio - Felici Ugo  
3° premio - Carpitelli Luciano 
                              

PREMIAZIONE SEZIONE PICCOLO FORMATO
PRIMO PREMIO
Rosellini Marco, Felici Ugo, Tosi Mario, Daffini Bruno, Bosello Gianluca
SECONDO PREMIO EX AEQUO
Fochesato Giuseppe, Vannini Secondo, Bertelli Romano, Panzavolta Carlo

PREMIAZIONE SEZIONE PITTURA 
PRIMO PREMIO EX AEQUO

Civitarese Antonio, Fochesato Giuseppe, Pace Marco, Bosello Gianluca, Cavedon Giampietro
SECONDO PREMIO EX AEQUO

Murer Cirillo, Zappa Alberto, Gulberti Attilio, Nardi Bruno, Panzavolta Carlo, Rapiti Maurizio, Morganti Fernanda, Censini Giuliano, Cellanetti Sandro,Rosellini Marco 
TERZO PREMIO EX AEQUO

Augelli Angelo, Finco Alberto, Fabbri Lorena,Bertelli Romano
SUPERPREMI EX AEQUO

Paganelli Luciano, Felici Ugo, Casadio Roberto



PREMI SPECIALI


Targa Artistica “Elio Santarelli” all'artista Gaspa Mario (Sassari Ss)

Targa Artistica “ Lino Bianchi” all'artista Carnevali Elio(Pegognaga Mn)

Targa Artistica “ Fiumana Nello” all'artista Ghirlandi Egidio(Castrocaro Terme Fc)         

Trofeo “Achille Medri” all'artista Altobelli Cristina (Ortona Ch)

La Margherita d'Argento all'artista Rassati Ugo(Latisana Ud)

Premio della critica all'artista Maltoni Mauro (Forlì Fc)

Medaglia Artistica del Presidente del Senato all’artista Lima Amissao(Faenza Ra)

Medaglia Artistica del Pontefice all'artista   Bedeschi Nevio(Faenza Ra).     

http://www.teleromagna24.it/attualita/cesena-margherita-dargento-ecco-i-vincitori-del-concorso-video/2017/03/
                   

mercoledì 30 agosto 2017

Con l'occhio di Man (32)


Appuntamento con la fotografia espressionistica e surrealista di Man....



martedì 29 agosto 2017

Concorsi di pittura 2017 - Risultati (2) / Sanguinetto - Verona

 

Si è svolto nel mese di giugno 2017, organizzata dal Comune di Sanguinetto (Verona) la settima edizione del Concorso Nazionale di Pittura – Premio “Giulietto Accordi” sul tema: LE CROMIE DELL’AUTUNNO NELLE VALLI GRANDI VERONESI

Assegnati 3 premi principali:

1° PREMIO: ELIO CARNEVALI
2° PREMIO: ROBERTO NEZZI
3° PREMIO: DIEGO VINCENZI

Ecco alcune foto delle opere premiate: 



lunedì 28 agosto 2017

Gli spilli di maneglia (262)



estate...spostamento boe verso il largo sperando nella prima nave di passaggio.... 

domenica 27 agosto 2017

venerdì 25 agosto 2017

Locandina Premio di Pittura FighilleArte 2017

E' arrivata anche la locandina promozionale del Premio FighilleArte realizzata dal nostro Man !

Con l'occhio di Man (31)


Appuntamento con la fotografia espressionistica e surrealista di Man....


giovedì 24 agosto 2017

Premio di Pittura Fighille 2017 / Avviso ai naviganti !

Comunichiamo che sono stati spediti (via posta prioritaria) gli inviti cartacei al Premio A.Casi - FighilleArte 2017 del prossimo ottobre sulla base dell'indirizzario in nostro possesso. Sono inoltre in fase di invio le copie via mail. 
Siccome piu' volte in passato  è capitato che alcuni inviti non fossero recapitati, invitiamo gli artisti che non lo ricevereanno entro qualche giorno a mettersi in contatto con la nostra associazione al n. 338-9770494 (Marcello) oppure farne richiesta alla nostra casella di posta elettronica: fighillearte@gmail.com.





martedì 22 agosto 2017

Verso il 36 - il vento del ricordo (di Franco Ruinetti)





Si cammina a grandi passi verso la 36^ edizione della rassegna di pittura, che, di volta in volta, ha  sempre superato se stessa fino a conseguire un autentico successo nazionale. Lo scorso anno, per il traguardo delle 35 edizioni, la Pro Loco ha pubblicato un libro che racconta la storia del concorso nato e cresciuto a dismisura in questa breve contrada.  Io, vecchio frequentatore di questo evento a scadenza annuale, ho spesso scritto delle note sugli artisti concorrenti. Stavolta invece voglio parlare di alcuni protagonisti che non ci sono più, ma ho avuto la fortuna di conoscere e spesso incontrare. Erano amici che hanno lasciato un vuoto profondo.

Americo Casi inventò il concorso. Conoscevo questo personaggio riservato, ma che aveva nella mente una fucina di idee, perché me lo aveva presentato Italiano Panicucci, suo vicino di casa e mio amico di lunga data.
Rivedo la sera di un giorno bollente, col cielo coperto da nuvole spesse, basse, corrugate da qualche lampo lontano. Eravamo in macchina.
“Oggi ho sudato per non far niente, speriamo che venga a piovere.”
“Questi sono i giorni più caldi, del termidoro!”
“Non fare il professore e speriamo che non grandini. Se cade un rovescio d'acqua l'estate si rompe. Andiamo al salumificio, tu non l'hai ancora visto.”

Le prime gocce grosse e rade si schiacciavano sull'asfalto. Quando scendemmo dalla macchina sia Italiano che Americo si lamentarono sollevandosi diritti in piedi a fatica. Erano colleghi di mal di schiena. Entrammo in un grande locale.
“Qui, spiegò Americo, siamo nel frigorifero. Avevo imparato la tecnica del frigorista dal Dindelli, che non era decorato da titoli, ma valeva quanto un diplomato moltiplicato per un ingegnere.”
C'era un odore acre, stimolante. Da una parte, nella semioscurità, si intravvedevano pendere file sovrapposte di prosciutti, dall'altra salami ed altri insaccati. Entrava il vento dalla porta aperta. Gli impiccati restavano fermi, inchiodati nel vuoto. Quando tornammo alla macchina aveva già smesso di piovere. Gli chiesi come aveva trovato i nomi e gli indirizzi dei pittori invitati ai concorsi.
“Mi hai aiutato te.”
“Io!?”
“Li ho trovati nella rivista Praxis alla quale collabori. Ora il concorso l'ho consegnato alla Pro Loco. E' cresciuto e io non ce la faccio più. Se puoi dà una mano a quei ragazzi.”

Il tempo passa, si consuma, ma il ricordo di Guerrino Bardeggia insiste, urge nell'assenza. Una volta mi dette un pettirosso dipinto su una tavoletta breve, più o meno 20 cm per 15.
“Questo vorrei essere io, mi disse, pensaci”.
Andavo con una certa frequenza a trovarlo a Gabicce nella sua casa-laboratorio-museo. Se ritardavo mi telefonava. 

Lui lavorava all'esterno e, se pioveva, nell'ingresso poggiando la tela o la lastra di legno su un tavolo. Non usava il cavalletto. Le stanze erano stipate di quadri accatastati con ordine. Si passava a senso unico, come al supermercato.

“Vai dentro, i cioccolatini sono sul tavolino, guarda quello che ti pare e poi portami le tue riflessioni, quelle cattive, le altre non m'interessano.”


Continuava a dipingere e nel contempo registrava le poesie che gli capitavano in mente. Lavorava a tempo pieno, senza domeniche, né ferie. Esprimeva una creatività a getto continuo: sempre originale, sempre lui, nel senso della continuità stilistica. Talvolta iniziava l'opera direttamente col colore.
“Non c'è bisogno della matita, il racconto è nel pennello.
Sfogliavo i quadri, andavo dalla “Genesi” all'”Inferno”, dall'”Apocalisse” alla “Deposizione”, al “Crocefisso”.
Certi colori sembrava m'aggredissero; lo strazio di corpi dilaniati, la bellezza e l'innocenza violentate erano la sofferenza del mondo e di Guerrino, ma mi soffermavo anche sulla seduzione muliebre, su quegli occhi con le luci dell'anima e su quei cieli così reali e così interiori. Vedevo magmi cromatici che esplodevano in brandelli e scintille di verde, azzurro, bianco, giallo, scomparivano nell'infinito del nero, si perdevano nelle intonazioni del rosso. Il pettirosso ricorre spesso nella produzione dell'artista. E' un'allegoria sospesa sulla fronte del dolore.

Giorgio Rinaldini aveva lo studio a Rimini, nella centrale Piazza Tre Martiri.
“Non fare i nudi di donna, non li conosci!”
“Li conosco e poi li sogno.”
Era bello scherzare con lui, amico per trent'anni, fino all'ultimo. Aveva il cavalletto vicino alla finestra socchiusa anche d'inverno. Indossava uno scialle fermato all'altezza del petto con uno spillo da balia e calzava in testa una cuffia fatta all'uncinetto con fili di lana bianchi e azzurri. Stringeva tra le labbra sempre lo stesso mozzicone di sigaro spento.
“Perché non chiudi quella finestra? Entra il freddo.”
“Entra aria buona, si sente che hai fumato. Ora siediti, non andare via subito, sulle pareti c'è il mio mondo, puoi viaggiare senza spendere.”


Oltre ad alcuni nudini, così li chiamava, fatti con il vapore delle nuvole, c'erano quadri nei quali le velature cromatiche erano trasparenti nel paese della poesia. Perché Rinaldini era un poeta del pennello, riviveva intatti gli stupori della fanciullezza e si allontanava nei chiarori della fantasia. M'è rimasto nella mente quello spicchio grande di luna che trascorreva sopra le cabine della spiaggia, legato con una cordicella come un palloncino tirato da un bimbo in corsa. E come dimenticare la fanciulla dei fiori, tante volte dipinta eppure sempre diversa. Era un po' liberty, un po' vera, dolcissima, quasi una favola, alba dell'amore.
“Torna presto, ho pensato di regalarti un castello.”
Non sono diventato conte o marchese perché l'amico artista non fece a tempo a dipingermi il maniero.
 

Franco Ruinetti