lunedì 30 settembre 2019

Le nuove opere di Massetti al Piccolomuseo durante FighilleArte


Abbiamo avuto modo di parlare piu' volte della straordinaria arte di Sergio Massetti, fighillese di adozione. Ogni volta che ha presentato i suoi lavori al Piccolomuseo di Fighille ha incantato i visitatori suscitando interesse ed ammirazione. 
E' con grande piacere quindi che annunciamo anche quest'anno la sua presenza al Piccolomuseo durante il premio Fighille Arte. Sarà l'occasione per vedere gli ultimi lavori, quelli in embrione ed i grandi classici.
Un motivo in piu' per essere a Fighille nel prossimo week-end !

 

Nuovi attestati e diplomi al prossimo FighilleArte !

 
E' con grande piacere che annunciamo che tutti gli attestati di partecipazione e i diplomi di merito che verranno consegnati agli artisti premiati durante il prossimo Premio FighilleArte saranno "griffati" Enzo Maneglia ! Un ulteriore segno distintivo per il nostro concorso.....

Gli spilli di maneglia (371)

 

Si va verso un autunno caldo con le tasse che cadranno come foglie sulle teste degli italiani: l'ultima idea riguarda le merendine...


sabato 28 settembre 2019

Un pomeriggio al Piccolomuseo di Fighille, in mezzo all'arte e ai ricordi




Il PiccoloMuseo è un punto di riferimento dell'arte militante perché raccoglie il fior fiore degli autori nazionali che si sfidano nei concorsi. “Piccolo” non è più. Sarebbe l'ora di ampliarlo piuttosto, il posto non basta piu'.

Io, questa istituzione, l'ho vissuta e la vivo quando la ripenso. Mi intrattengo con i quadri esposti, con i ricordi, con le foto dei cataloghi. 
Rivedo gli amici Bardeggia e Rinaldini, passati altrove, che continuano a destare emozioni con i colori ora altisonanti, ora velati, ora sotterranei. L'uno stimava l'altro, ma non poteva inchinarsi, erano ambedue primi, con linguaggi, stili diversi. L'arte e certi artisti vincono contro il tempo, non ne rispettano i confini.

Lima Amissao

Vedo quel quadro di Lima Amissao, persona mite, dal sorriso acceso di luce. Rappresenta uno scorcio realistico disperso in un ultimo giorno dell'anno triste e piovoso. Mi parla a larghe note della nostalgia, che batte dentro, per la sua Africa assolata, giovane, amara.

Vado avanti, senza seguire alcun ordine né alfabetico, né di merito, a braccio, con immeritate dimenticanze.

Incontro un dipinto di Nannucci, anche questo liberamente figurativo. 

Sigfrido Nannucci
Racconta la fine dell'estate. Lo sento, ci sono dentro. M'illudo che la bella stagione tardi a tramontare, ma le rondini sono partite per un'altra primavera. E io sarei andato con loro. Non importa dove.

Belli quei ciliegi biancovestiti di Mario Massolo, che non per niente ha vinto ripetutamente il primo premio al concorso di Fighille. Cadono copiosi, a pioggia, i loro fiori accarezzati dalla brezza, sull'erba dolcemente per non far rumore. Belli nel raccoglimento intatto trascorso da una preghiera recitata con la mente.

Mario Massolo

Nel museo, che sarebbe più appropriato dire pinacoteca, la maggior parte dei quadri si può inserire nell'ambito del genere 'figurativo', che non è speculare, ma personalizzato dalla singolare impronta di ciascun artista. 

G.Sangalli
Un olio su tela di Sangalli, suggestivo, propone alcune case di Fighille e sullo sfondo il monte, immersi in una atmosfera e distesi su scivolate azzurre stemperate nel celeste.

Questo lavoro mi rammenta l'episodio di Cecco Beppe quando chiese ad un artista perché aveva fatto il prato azzurro e quello spiegò che lo vedeva così. L'imperatore rispose che allora non doveva fare il pittore. Ma non aveva ragione, come non l'aveva chi, molto dopo, parlò di arte degenerata. 

Dettori
A volte capita che mi balzi in mente insistente quel rosso ora intenso come brace accesa, ora commisto ad una nuvola rada, scandito nel quadro in riquadri, di Jeanne Dettori, dal titolo “Mirage 9”. Non ha parole, è un cosiddetto astratto, rappresenta, per me, un ordito musicale. C'è il tamburo dal suono denso, cupo, che ha risonanze nel petto, mentre di sopra volano a distesa le note del clarinetto. C'è sangue e vita. Mi si presentano le donne. 

Mastrantoni
Ovviamente quelle attaccate ai muri, dei dipinti. Sono sovente protagoniste. La vista indugia sul disegno di un nudo sfacciato, ma vestito di venustà e di indifferenza. E' di Gianni Mastrantoni. Il titolo non ce l'ha ma mi piace immaginarlo.


E.Viviani
Eccole, quelle di Enzo Viviani, sono la quintessenza dell'eleganza formale culminante sulle dita semiaperte, articolate delle mani, sui menti aguzzi, sulle piccole bocche. Sono Veneri celesti intoccabili e irraggiungibili.

G.Gueggia

Mentre le donne di Gianni Gueggia si avvertono concrete, sembra di averle incontrate da qualche parte. Risultano interpretate da un talento che non si sofferma sui dettagli. Mani grandi, teste tonde. I colori sono di uno spartito vigoroso. Le bocche appaiono chiuse eppure ti chiamano e sorridono, chiedono amicizia. Strane figure. Si vorrebbe conoscerle meglio.

L.Filippi
Singolari le vele di Luciano Filippi. Salgono oltre la tela, lassù in alto, trasparenti sospiri del colore. Sono la poesia del mare e del cielo. 

Vannini
Mentre il sole non tramonta sui paesaggi di Secondo Vannini, che cantano “Romagna mia” a piena voce. I quadri parlano a tutti, in tutte le lingue, ad alcuni di più, ad altri meno. Importante è saper vedere, che, come asseriva De Goncourt, è il lavoro più lungo.

Cagili

Mi passa davanti un lavoro di Giovanni Cagili. Lo fermo per una pur breve conversazione. L'ispirazione nasce dal paese di Anghiari, alto sulla collina e nella mente. Sembra volermi dire che la verità oggettiva è più bella quando si arricchisce con gli apporti della fantasia. L'avvento della fotografia mandò in crisi la pittura, ma fu un bene, da allora molti artisti del pennello si sono allontanati più o meno dai modelli o soggetti. 

Cartia
A metà strada tra la rappresentazione classica e la piena libertà inventiva c'è anche Franco Cartia con “Le grandi finestre sul lago”.  Sullo sfondo si affermano decisi i profili di alcune costruzioni, mentre sulla ribalta del primo piano insistono motivi multiformi illeggibili. L'armonia cromatica unisce saldamente il tutto. Ma cosa mi racconta questo lavoro? Mi suggerisce che è bello vivere, è bello il mondo anche se, in gran parte, siamo immersi nell'inconoscibile. 
Maneglia

E c'è Enzo Maneglia con i suoi “scatoloni”, le vignette, le caricature, che ha sempre pronto lo scatto dell'umorista di razza. Devo dire poco di lui perché temo, come i suoi politici, cardinali e altri personaggi-pupazzi, d'essere preso per il naso e finire in un cassonetto per venire smaltito.



Franco Ruinetti

venerdì 27 settembre 2019

Appuntamento d'Arte a Fighille (by Franco Ruinetti)



Il Premio Fighille, di volta in volta, riesce sempre a superare se stesso fino a conseguire un autentico successo nazionale. Il successo, firmato dalla Pro Loco, viene dalla gente e dagli artisti.

Se non ci fosse la gente, che festa dell'arte sarebbe? E' lei che fa la festa. Ogni anno, il primo sabato e la prima domenica di ottobre, cioè nel fine settimana, che si chiama week end perché fa fino da quando la lingua italiana s'è imparentata con l'inglese, ce n'è tanta, a ondate, una moltitudine. Passeggia, si ferma, a gruppi, alla spicciolata, s'accalca nell'androne della scuola, nelle sale, le cui pareti sono tappezzate con i quadri e gli spazi, come quello del grande gazebo all'esterno sotto i pini, sono organizzati in percorsi scanditi da transenne, cavalletti a formare labirinti di colori, dove pare sia passato l'arcobaleno per sbriciolarsi sulle tele.

La rassegna di Fighille è tra le più longeve, frequentate e importanti dell'intero territorio nazionale. 
I fighillesi e gli altri numerosi visitatori hanno corroborato la competenza artistica, sono diventati critici sulle orme di Sgarbi, senza essere sgarbati. Ci sono anche i ragazzi, i giovani che parlano con i quadri. E questo è importante, bello perché l'arte educa, resta dentro, tiene buona compagnia. Le persone vengono perché questa è un'occasione unica per conoscere gratuitamente i dipinti di autorevoli autori contemporanei. 


Ora poi, proprio davanti alla grande mostra dei quadri, basta attraversare la via, nei versanti dell'architettura e della scultura, c'è un altro polo d'interesse. Infatti, dove insistevano delle vecchie e fatiscenti costruzioni edilizie, si distende una piazza dove scivolano e saltano i raggi del sole, nel cui centro sorge “La Temperanza”, monumento che interpreta la storia e raffigura l'anima di Fighille, realizzato dell'artista anghiarese Gianfranco Giorni. E' un'opera che viene dall'età classica e va oltre il tempo presente.

Però: senza gli artisti e senza i quadri la festa dell'arte non ci sarebbe. Senza di loro la festa sarebbe vuota, non potrebbe esistere. Invece ad ogni appuntamento vengono da tutte le latitudini, di anno in anno sempre di più, espongono le opere da studio, partecipano all'estemporanea, piazzano in mezzo ai prati, sui greppi i loro cavalletti, dispongono l'attrezzatura del mestiere, lavorano en plein air, riproducono e interpretano scorci di vita locali, un pollaio, un sorbo, un panorama dove i monti si dissolvono nella lontananza incerta tra l'azzurro ed il celeste. Ce ne sono alcuni sempre presenti, non hanno disertato un'edizione di questo “Premio” inventato da Americo Casi, che era un personaggio di rilievo e tale non appariva perché si nascondeva nella semplicità.

E' interessante dialogare con gli artisti, che sono strani e acuti, per bene e originali, rispettosi, ma fuori dai ranghi. Le conversazioni hanno colori luminosi, vivaci, raramente con sfumature di grigio. Essi amano la gente, con chiunque si fermano volentieri, di più con quelli che dimostrano di apprezzare le loro opere.

La gente, gli artisti, le centinaia di dipinti mescolati insieme fanno grande la festa, che è una ricorrenza importante, attesa, che mostra dove va l'arte. Ecco: dopo aver tentato strade nuove nel secolo passato, l'arte, lo conferma questa rassegna, ha smesso di “rompere” col passato.

Ora è più libera, cioè affonda le radici nella tradizione mentre volge in avanti. Ciascuno arricchisce il dato oggettivo con gli apporti del proprio talento. L'arte rispetta la verità, ma la elabora e modifica.

Gli artisti convengono numerosi a Fighille da ogni latitudine per incontrarsi, segretamente confrontarsi e perché trovano un'ospitalità spontanea, antica. In quei due giorni siamo subito amici, quasi componenti di una famiglia, senza confini. 
Franco Ruinetti