venerdì 31 agosto 2018

Spigolando ... (by Franco Ruinetti)





1) Fino a qualche anno fa avevo le radici. Ora, invece, il mio paese è la vita. Domani sarà l'infinito.
2) L'amore, talvolta, è ubriaco: può far vedere un sorcio con la faccia d'angelo.
3) Una bella musica è una carezza nell'anima.
4) Macchina, cellulare, computer, televisione, droga: sono le ultime offerte del diavolo per il baratto delle anime. Mancano gli esorcisti 
5) Avevo ripudiato il Padre, ma Lui non aveva ripudiato me.
6) Sono sempre vissuto aspettando che la ruota riportasse la bella stagione. Ora spero che di là si distenda soltanto la primavera.
7) Giovinezza e amore: dopo le vampate, nel focolare, resta qualche tizzo sotto la cenere.
8) Sbaglia chi mi vede vecchio: ho la ricchezza di tutte le età.
9) Vedo sul volto di mia moglie, che ha gli anni che non si dicono, un bagliore di giovinezza. Gli altri non lo vedono.
10) Era il 1890. Mia nonna Sofia, diciassettenne, attingeva l'acqua con le brocche alla sorgente del villaggio. Le si avvicinò Beppe dal bel baffo e le propose: “Se Dio vuole e se voi volete...” Dopo 40 anni, poco prima di tornare nel paese dell'universo, lui le disse: “Se Dio vuole io vi aspetto”.
11) Tutte le sere guardo le stelle che fanno festa quando è la luna nuova. Con un battito di ciglia faccio milioni e milioni di chilometri. La vista è velocissima, quasi quanto il pensiero.
12) Da ragazzo, invece di fare i compiti, talvolta, salivo a San Casciano e sostavo seduto davanti alla chiesa sempre chiusa come la mia anima, che pensavo fosse là dentro. Guardavo il libro aperto della valle. Una volta spinsi quella porta e, nell'ombra, vidi travi e masserizie. Non c'erano santi, madonne, cristi. Quando uscii allora pensai che la mia anima fosse un aquilone invisibile, sospeso nel vento, a galleggiare nel cielo come un falco.
13) In montagna o al mare? Il problema per molte famiglie non si pone. “Dov'è la crisi? Il sabato sera i ristoranti e le pizzerie sono pieni di gente.” Così mi disse un'amica inanellata. “La crisi, risposi, è di quelli che stanno a casa e non si vede”.  
14) Un mio amico, maresciallo dell'esercito, è come il mio gatto: ha paura dei topi.
15) Adesso vorrei sapere che cosa c'è di là. Quando ci sarò, forse, non me ne importerà più niente.

16) Nella nostra mente risplende un po' di luce divina, come sulla luna risplende un po' di luce del sole.
17) Noi delle magnifiche sorti progressive dovremmo chiedere perdono agli ultimi primitivi, alle piante, ai posteri, agli animali. Perché ci siamo impadroniti del mondo. Per infestarlo.
18) Gli animali si capiscono tra loro anche senza parole, noi umani parliamo molto e spesso ci intendiamo poco.
19) Dopo un breve temporale estivo procedevo in macchina nella stretta valle dell'Afra e, quando ero al Ponte del Diavolo, ribattezzato San Francesco, mi apparve sopra la Basilica un meraviglioso arcobaleno, che mi proposi di raggiungere, ma quando arrivai in quel posto quello era scappato più avanti, a Fariccio, poi alle Gotiche, quindi alla Montagna dove finisce la strada e lui era lassù in alto, irraggiungibile. Chissà perché mi frullavano in mente le parole, pure irraggiungibili, scritte dal Carducci ad una sua amata: “Tutto è nulla e nulla è tutto.” Mi parve, con amarezza, che l'intelligenza, i suggestivi accordi della luce e il mondo intero si prendessero gioco di me.  
20) Quando sarò di là chiederò una bicicletta con le ali. E' il mezzo di locomozione che più mi è piaciuto per il sudore, il vento, i panorami conquistati. Vorrò correre alla fine dell'universo per scoprire cosa c'è. Ma penso di saperlo già. Ci sarà un altro universo, poi un altro ancora.
21) Conosco Gianmarco da 60 anni. Abbiamo fatto le elementari insieme. E' l'unico amico di lunga data rimasto. Era persona acuta, seria, impegnata. E non lo è più. Ora guarda, sorride e ride sempre, anche con gli occhi. E' proprio contento. Il geriatra ha detto che la sua è demenza senile. Così comportandosi avalla il pensiero di Leopardi. Per essere felici bisogna essere matti.
22) Il tempo. Quando ero giovane mi era alleato e amico. Da quando sono vecchio è mio nemico e mi fa la guerra che combatto con le pallottole delle pillole. L'esito è scontato. Non occorre essere veggenti per saperlo.


Franco Ruinetti

mercoledì 29 agosto 2018

domenica 26 agosto 2018

venerdì 24 agosto 2018

Visti al museo (167) - Sartori


L'artista Gilberto Sartori, dal 2015 presente nella collezione del piccolomuseo di Fighille, sarà protagonista, assieme a Sara Stavla, Licia Bertin, Paolo Bertocco, Tino Brugnotto e  Pier Antonio Bellotto, dal 25 agosto al 29 settembre 2018, di una importante mostra dal titolo "Legami d'arte" presso la Torre delle Campane di Noale. 




martedì 21 agosto 2018

Un caso di empatia... (by Franco Ruinetti)



Davanti a casa ho un pizzico di giardino e, dalla primavera, esco per un quarto d'ora per sostare seduto all'ombra dell'albero del fico a godermi quai quattro spiccioli di pensione vituperati ed erosi. Stamattina, sbucata dal folto del fogliame, è venuta a trovarmi una bestiola per la quale non nutro simpatia, anzi mi ha sempre suscitato una certa disapprovazione. Ma spesso i sentimenti sono come il tempo, cambiano. E' una lucertola. Me la sono vista davanti, a portata di mano. Sarà lunga una dozzina di centimetri, coda compresa. E' arrivata improvvisa, come una sorpresa, si è fermata di scatto ergendosi sugli arti anteriori, mostrando il petto e levando alta la testa, così da sembrare un esiguo monumento del rettile rampante. Io l'ho guardata e lei mi ha guardato con maggiore insistenza per colpirmi negli occhi con i dardi delle sue pupille. Ci siamo immedesimati l'uno nell'altra, come a frugarci dentro. Non ho mosso neanche un dito temendo che se ne andasse. Così si è stabilito tra di noi un rapporto piacevole, che se si chiama amore è del genere assolutamente puro, disinteressato, infatti non ha tenuto in nessuna considerazione le briciole di pane e di salsiccia che le ho portato. Mi è passata per la mente, ma è trapassata subito, la domanda se fosse maschio o femmina. Ho quindi realizzato che il sesso non era importante. Certi particolari mi parevano insignificanti in quella spirituale unione empatica.


Mi appariva ora proprio bella quella lucertola che indossava una divisa armoniosa con piccoli tocchi di verde smeraldo, di giallo e di azzurro, che si caricano di sole.
Ricordo e glielo ho detto (col bisbiglio per non rompere l'incantesimo) che l'ha cantata Neruda in una ode e che ha ispirato anche Garcia Lorca, il poeta dalla fantasia senza le briglie, il quale l'ha definita 'goccia di coccodrillo'. E poi le ho detto, ancora con un filo di voce (per non farmi sentire da mia moglie) che prenderò la penna e parlerò di lei non perché voglia competere con certi mostri sacri, ma perché è una mia necessità: di tanto in tanto devo scrivere per vuotare la testa.
D'improvviso uno scossone mi ha destato al presente. La lucertola è scomparsa tra il fogliame rapida come il baleno. M'era saltato addosso il mio gatto certosino pesante sette chili e ha miagolato la sua gelosia mentre puntava fisso nel disordine del giardino. Poi ha guardato me in modo che mi è sembrato sospetto. Allora l'ho spinto in terra non accettando che le mie facoltà mentali fossero indagate da un semplice felino, anche se nobile.


Franco Ruinetti

lunedì 20 agosto 2018

Gli spilli di maneglia (313)



....l'estate volge verso la fine e si avvicina l'appuntamento con il Premio Nazionale di Pittura FighilleArte 2018....



domenica 19 agosto 2018

giovedì 16 agosto 2018

Concorsi di pittura 2018 - Risultati (3) / Corfino


Si è svolta lo scorso 5 agosto 2018 a Corfino (Lucca) la 27° edizione del Concorso Nazionale di Pittura Estemporanea. Come da tradizione importante e qualificata la partecipazione degli artisti che erano presenti in 42. Questi i principali premi assegnati dalla giuria:

1-ALBERTO ZAPPA
2-GIUSEPPE MACELLA /
TEMISTOCLE SCOLA
3-FABRIZIO FILIPPI

Ecco alcune immagini:


mercoledì 15 agosto 2018

martedì 14 agosto 2018

Dormivegliando ....(by Franco Ruinetti)



Stanotte passavo dal sonno alla veglia, mi capitavano immagini e idee senza soluzione di continuità perché il cervello non si ferma mai, così ha stabilito chi se ne intende. E io non ricordo i sogni dei sonni tranquilli, mentre mi restano scolpiti nella memoria i fotogrammi che s'accendono nelle turbolenze del riposo. Poi, talvolta, quando ci ripenso, navigo nell'incertezza perché non so se certi motivi appartengono al giorno o alla notte, se sono realtà o ombre.
Ecco: mi sono visto trasmigrare in mio zio che sorge dalla trincea, nella neve, per l'assalto alla baionetta. “Uccidilo, sbudellalo!” urla il caporale. “Ma è disarmato!” “O lui o te”.
Mi sveglio col rimbombo del cuore pazzo nello stomaco e dentro l'orecchio. Respiro profondo e piano piano passeggio in un prato erboso popolato da margherite grandi bianche e bionde.
Ecco: ripeto il viaggio mentale senza fine di quando frequentavo la terza elementare. Forse allora ero precoce, poi alle medie mi insabbiai nelle retrovie dell'intelligenza. Infatti ho percorso fasi alterne di luminescenze e obnubilamenti. Succede. Ora corro col pensiero più veloce della luce, volo nell'infinito della mente, che corrisponde a quello cosmico. Ad un certo punto intravvedo dei segnali stradali, indicano la direzione per l'inferno, il walhalla, il paradiso. Le frecce dicono di andare sempre avanti. Procedo, non c'è il chilometraggio perché ancora non è arrivata la mia ora. M'alzo seduto, risorgo da un'apnea, la cena con gli amici è stata piacevole, ma avrei dovuto zappare un campo prima di andare a dormire.
Di seguito la stanchezza di nuovo mi vince. Vedo un gran castello vigilato dagli armigeri nelle garitte. La luce è lattea di un giorno incerto. Passo con passo leggero e veloce, nessuno mi ferma, entro. Mi ritrovo in un salone illuminato con torce alle pareti dai fuochi tremanti e fumosi. Stanno silenziosi, seduti ai tavoli, i più rinomati condottieri dalla storia, da Gengis Khan a Hitler, da Cesare a Carlo Magno ecc. ecc. Si giocano a briscola e tressette le anime di quelli che hanno assassinato nel corso delle loro imprese. C'è anche Napoleone, ma è immobile come un monumento in uno scranno alto con lo scettro in mano. E' tutto solo, guarda il soffitto. “Fu vera gloria?” Grande 'Sandro', così si rivolge a lei 'Beppe' Giusti: io, tra gli altri suoi posteri, mi permetto di alzare la mano e rispondere con un no deciso, infinito. C'è solo disprezzo e condanna per chi promuove le guerre, causa stragi e disperazione. La vera gloria appartiene a chi persegue la pace.
Esco dal castello col mal di testa.
La fetta di porchetta finale e il Chianti, garbato e tosto, mi danno il voltastomaco. Fanno la rivoluzione.

Franco Ruinetti