Vittorangelo
Polverini nasce ad Anghiari nel 1950 dove frequenta il locale Istituto d’Arte.
Negli anni 70 prosegue gli studi presso l’Accademia di Belle Arti di Brera a
Milano a cui deve molto della sua formazione anche per la vicinanza alle
sperimentazioni dei paesi anglosassoni. E’ proprio di questo momento
l'avvicinamento al movimento della Nuova Figurazione, che recuperando
l'immagine umana, la rappresenta martoriata, consumata e che trova come
punto di riferimento l'arte di Francis Bacon.
Altro
elemento non poco rilevante, riscontrabile soprattutto nella produzione
di terrecotte, è la personale reinterpretazione di Egon Shiele.
Polverini rielabora la corrente espressionista in modo estremo e
dissacratore, i suoi personaggi sono duri, angolosi, deformati, i colori
violenti fino ad arrivare ad esasperazioni quasi "grottesche". La
forma diviene per Polverini un prolungamento dello stato psichico, non c'è
volontà di descrizione realistica ma esternazione emozionale.
Una parte
importante della sua produzione artistica è riconducibile al legame
indissolubile con la sua terra: dalla rappresentazione delle figure
mistiche dei suoi presepi con i "personaggi" di Anghiari e di
Sansepolcro fino all'eccentrica rivisitazione di opere toscane dal Tre al
Cinquecento di maestri come Tino di Camaino, Piero della Francesca,
Francesco da Valdambrino, nonché i tributi al Pontorno, con i suoi colori
dissonanti, stridenti ed acidi. Importante e interessante è anche la nutrita
sezione dedicata alle incisioni rappresentata da ventinove tavole, tra le
quali una serie di vedute e studi su Anghiari.
Nel 2007
alla sua arte è stata dedicata una mostra ad Anghiari "Vittorangelo
Polverini - Le Opere" la Città di Anghiari, universalmente nota per la
famosa battaglia raffigurata da Leonardo, rende finalmente omaggio ad uno dei
suoi "figli illustri ". Presso le prestigiose sedi del Palazzo
del Marzocco e della Chiesa di Sant'Agostino è stata allestita la prima grande
mostra monografica, circa 100 lavori, che ha documentato le ricerche di un
ventennio, dagli anni '70 agli anni '90 del Novecento, di questo
eccentrico e poliedrico artista toscano.
Cosi’ ne
parla il critico Stefania Cortelazzi: "Polverini non afferma e non
descrive, semplicemente sperimenta, si muove in cerchio senza un sistema
logico, affermativo, razionale, si muove nel caos per poter dominare il tempo e
ritrovare così "l'origine" il nascere delle cose".
L’artista muore ad Arezzo nel 1996. Dal 2014,
grazie al prof. Fontana di Anghiari, ex preside dell’Istituto d’Arte, una sua
opera è conservata presso il piccolomuseo di Fighille (Pg).
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