Passare da un premio di pittura, estemporaneo e a tema, concepito per valorizzare le particolarità di un luogo alla creazione di un museo permanente richiede una bella dose di temerarietà e di creatività.
E’ indubbio che l’arte affascina e mette radici nei luoghi e nei modi più impensati. Fighille, attraverso la sua Pro loco e la sua gente, si è lasciata sedurre da questa fascinazione in modo impensabile fino a pochi anni fa.
L’idea del piccolo museo di Fighille è nato probabilmente da un sentimento di stabilità, da una seduzione dell’anima che esige di essere coltivata con qualcosa di permanente e di non effimero. Lasciandosi guidare da questa ispirazione è stato facile concepire il progetto di un piccolo museo a Fighille.
La creazione artistica non ha vincoli se non quelli che si autopone, e chi si innamora di essa, come è capitato a coloro che hanno dato vita a questa bella impresa, viene preso da quella specie di rapimento estatico che induce a seguire e inseguire il proprio oggetto del desiderio, immemore di tutto il resto.
Le difficoltà, se così si può parlare, riguardano altri aspetti: le strutture, adeguamenti di servizio, investimenti.
Ma essi sono secondari.
Sostenere questa intrigante impresa è doveroso e piacevole allo stesso tempo per la pubblica amministrazione, perché qui il risultato è già garantito.
La gente ha già capito, è già cresciuta, ha già perseguito l’obiettivo che si era posto.
Ora si tratta solo di allargare gli orizzonti, di conquistare altri alle lusinghe e alle seduzioni dell’arte, di potenziare le possibilità del museo.
Un impegno di tale natura non può che coinvolgere l’intera comunità, perché esso l’arricchisce e con essa tutto il comprensorio.