mercoledì 13 ottobre 2010

Storia del fabbricato - La Dogana Pontificia



LA  DOGANA PONTIFICIA
Breve storia di un edificio


L’edificio della Dogana Pontificia sorge nella parte antica dell’abitato di Fighille e la sua veste attuale è molto diversa dalla configurazione originaria a causa delle tante modifiche architettoniche e strutturali compiute nel secolo scorso. Dell’antico palazzo e della sua funzione si conservano soprattutto la memoria alimentata da alcuni piccoli dettagli architettonici (l’antico portale di ingresso, le volte a crociera nelle salette a piano terra) sopravvissuti al tempo e alla furia distruttrice di una società, quella del secondo dopoguerra, troppo frettolosa nel disfarsi del passato.
Fighille trae il suo nome da un’antica qualità di creta esistente nel sottosuolo. Gli studiosi fanno derivare l’origine del toponimo da “figulina”o da "figulus", parole latine che indicano la terra del vasaio. Nella zona sono stati ritrovati i resti di un Elephas Italicus (o Elephas Meridionalis), un elefante preistorico, e di una capanna nonché alcune ceramiche d'impasto preistoriche. Sempre in zona è stata rinvenuta una lucerna di epoca romana a testimonianza che già in quel tempo si estraeva e si lavorava l'argilla.
Le prime notizie del toponimo risalgono a documenti dell'XI secolo, dove viene indicata una villa o un casale avente questo nome. Diverse pertinenze del monastero di Sansepolcro si trovavano a Fighille, come attestato dagli imperatori Enrico II (1022), Enrico III (1047) ed Enrico IV (1082), così come alcune proprietà del vescovo di Città di Castello (1048). L'espansione abitativa è risalente al periodo XI-XII secolo. La lunetta della Chiesa di San Michele Arcangelo, scolpita su pietra serena e oggi purtroppo molto deteriorata, reca la data del 1223 e rappresenta il trionfo di S.Michele su Lucifero.
Nel Medioevo Fighille assunse importanza soprattutto per il suo ruolo di terra di confine dello Stato Pontificio con il Granducato di Toscana. E’ in quest’epoca che venne costruito l’edificio della dogana con annessa prigione. Nelle vicinanze doveva essere presente anche una cappella di cui si sono perse le tracce. L’antica dogana includeva sicuramente anche le parti di edificio attualmente adibite ad abitazione privata.
Per lungo tempo l’edificio svolse il suo ruolo di avamposto di confine controllando l'ingresso e l'uscita delle merci dallo Stato della Chiesa.  L’amministrazione doganale dello Stato Pontificio, nel periodo fino all’annessione nel Regno d’Italia, dipendeva dalla Reverenda Camera Apostolica di Roma ove aveva sede anche la Direzione Generale delle Dogane Pontificie.
Ciascuna Dogana Pontificia era composta sia da funzionari civili che da un Corpo militare denominato “Truppa di Finanza”. Questo Corpo svolse le sue funzioni fino al 1797 quando avvenne la riorganizzazione dell’esercito pontificio. Durante il periodo napoleonico, al sistema pontificio, successe il sistema doganale francese anch’esso tradizionalmente organizzato su servizio civile e servizio attivo militare. Si ripristinò quindi l’organizzazione delle Guardie doganali pontificie, che venne mantenuta anche con la restaurazione papale.
All’interno del territorio dello Stato non vi era uniformità di norme inerenti gli aspetti doganali che variavano da provincia a provincia e disciplinavano, di volta in volta, sia aspetti prettamente doganali sia aspetti inerenti i dazi interni di consumo.
I corrieri e i conducenti di carri avevano l’obbligo di portare i viaggiatori e le loro merci in Dogana (soprattutto cereali e tabacco) per i controlli e per i pagamenti dei dazi. In caso contrario venivano puniti con pene corporali, la confisca delle merci, del mezzo di trasporto e con una penalità in denaro.
A quei tempi il contrabbando era piuttosto fiorente e i contrabbandieri avevano un loro quartier generale pure a Fighille, poco distante dalla Dogana, in un edificio oggi adibito ad uso abitativo. Da qui partivano in piena notte con i loro asini in cerca di affari. La leggenda narra che i gendarmi venissero spesso svegliati in piena notte dal raglio degli asini in partenza.
Nel “Manuale di legge organica ossia istruzione elementare ad uso degli impiegati delle dogane dello Stato Ecclesiastico” di Gioacchino Monti (Stamperia della Reverenda Camera Apostolica, Roma, 1832) si legge relativamente all’edificio di Fighille: “Nel villaggio così nominato esiste la dogana, in aria mediocre, lungi dalla Soprintendenza miglia 7, da Roma 158, dal confine due miglia. Questa è di somma importanza per essere prossima ai paesi toscani Monterchi, ed Anghiari, e la città S. Sepolcro, luoghi di commercio che trafficano con lo Stato Ecclesiastico in varie merci, e generi”.
Da una notificazione del Pro-Tesoriere generale del 6 giugno 1842 si ha notizia della soppressione della dogana di Pistrino con accorpamento a quella di Fighille che aumenta di importanza in quanto vi viene dirottato tutto il traffico commerciale.
La composizione del “picchetto” (brigata) della Truppa di Finanza pontificia a Fighille nel 1857 risulta essere composta da 6 unità: un caporale, un vice-caporale e quattro comuni.
A seguito dell'Unità d'Italia tutte le dogane furono dismesse e fra queste anche quella di Fighille. L’edificio divenne proprietà del Comune di Citerna e venne convertito a varie funzioni nei decenni successivi. Diventa sede dell’edificio scolastico dal 1886 al 1957 quando avviene l’inaugurazione della nuova scuola. Sempre in questi anni accoglie, al piano terra, la sede dell’ufficio postale dal 1913 al 1980 quando sarà trasferito in altra sede. Nel secolo scorso parti dell’edificio sono inoltre destinate ad altri e molteplici usi. Accoglie infatti, in un continuo articolarsi di funzioni, un’abitazione, una barbieria, un magazzino, la sede del P.C.I., una calzoleria. Il piano primo viene inoltre utilizzato come luogo di incontri pubblici e come sede sia della locale società sportiva Artiglio che del Gruppo Ricerche Archeologiche Citernese.
Una foto della metà del secolo scorso (riprodotta a lato) ci descrive un edificio dal pregevole aspetto architettonico seppur in precario stato di conservazione. E’ caratterizzato da un ingresso con un portale in pietra sovrastato da uno stemma nobiliare (il leone rampante) appartenente forse ai Prosperi, ricca e potente famiglia citernese. Angelo Prosperi, nativo di Citerna e grande capitano della Repubblica Fiorentina, mori’ di peste nel 1521 e con lui si estinse questa antica famiglia. I suoi beni furono comperati dalla famiglia Vitelli, cara ai Papi per i tanti servizi resi agli interessi della Chiesa. Si possono inoltre notare delle finestre ben incorniciate da pietre con a lato dei ganci in ferro a supporto di antichi lampioni a olio. Nei primi anni Ottanta una nuova ristrutturazione altera pesantemente le peculiarità architettoniche del fabbricato che viene svilito e svuotato di tanti elementi si pregio in virtu’ di un modernismo, dilagante all’epoca, che tanti danni ha procurato al nostro territorio. Da quest’intervento si salvano pochi elementi.  Fra questi parte delle pregevoli volte a crociera del piano terra, laddove un tempo erano ubicate le scuderie per i cavalli dei gendarmi pontifici, e l’antico portale in pietra con lo stemma seppur molto danneggiato dagli agenti atmosferici.
Con questo intervento l’edificio assume l’attuale configurazione e parte del piano terra accoglie un ambulatorio medico mentre il piano primo viene destinato a sala per riunioni e assemblee pubbliche.
Nel 2000 i locali vengono affidati in gestione all’associazione Pro Loco Fighille che, nell’ottica del recupero e valorizzazione delle preesistenze storiche, decide di rilanciarne il ruolo istituendovi la sede di una collezione d’arte permanente legata al concorso nazionale di pittura.