Undici anni a Fighille
E’ una tranquilla
mattina di settembre, mi sto godendo l’assoluto silenzio della campagna
maremmana, per me luogo di amena villeggiatura, secondo le abitudini prese
ormai da diversi anni.
Un messaggio su
Facebook, mi ricorda – casomai dovessi scordarlo – che il primo weekend di
ottobre mi aspettano a Fighille.
Fighille, già.
Piccola frazione del Comune di Citerna, sede da molti anni dell’omonimo premio
nazionale di pittura, dove capitai per caso dieci, no, mi
correggo, undici anni fa.
Non dipingo, e per
la verità, non ne sono mai neppure stato capace, a dispetto del cognome che
rimanda al primo e più famoso discepolo di Giotto, eppure la pittura mi
affascina.
Tanto che, se potessi, tappezzerei di quadri tutti i muri –soffitti
inclusi – di casa mia e, perché no, pure del mio ufficio.
Taluno mi
definirebbe un collezionista, appassionato estimatore di pittura contemporanea:
in effetti, da Fighille, torno sempre a casa con l’auto stracarica, e non
soltanto degli ottimi prosciutti del posto ..
Ma, in ultima
analisi, non è questo, il motivo che ogni anno mi riporta lì e che mi convince
a finanziare, coerentemente con le mie comunque scarne possibilità, qualcuno
dei premi della mostra.
Riflettendo, mi
chiedo: cos’è “Fighille”?
Fighille è…il
profumo dell’arte, inebriante, per certi versi; è un groviglio inestricabile di
emozioni, sentimenti, volti, ma anche Servizio –con buona pace dell’Italiano, qui la
maiuscola, è d’obbligo- abnegazione e sacrificio da parte di tutti gli
organizzatori.
Ecco, dunque, la
motivazione che tutti gli anni mi spinge a tornare a Fighille, con rinnovato
entusiasmo: l’immensa stima ed ammirazione per l’umiltà e l’impegno profuso da
questi ragazzi, nell’organizzare – egregiamente, anno dopo anno - un evento le
cui proporzioni travalicano ormai gli stessi confini nazionali.
Luigi Gaddi
Firenze