venerdì 13 settembre 2019

Pensieri e parole su FighilleArte (3)



Undici anni a Fighille


E’ una tranquilla mattina di settembre, mi sto godendo l’assoluto silenzio della campagna maremmana, per me luogo di amena villeggiatura, secondo le abitudini prese ormai da diversi anni.

Un messaggio su Facebook, mi ricorda – casomai dovessi scordarlo – che il primo weekend di ottobre mi aspettano a Fighille.

Fighille, già. Piccola frazione del Comune di Citerna, sede da molti anni dell’omonimo premio nazionale di pittura, dove capitai per caso dieci, no, mi correggo, undici anni fa.

Non dipingo, e per la verità, non ne sono mai neppure stato capace, a dispetto del cognome che rimanda al primo e più famoso discepolo di Giotto, eppure la pittura mi affascina. 
Tanto che, se potessi, tappezzerei di quadri tutti i muri –soffitti inclusi – di casa mia e, perché no, pure del mio ufficio.

Taluno mi definirebbe un collezionista, appassionato estimatore di pittura contemporanea: in effetti, da Fighille, torno sempre a casa con l’auto stracarica, e non soltanto degli ottimi prosciutti del posto ..

Ma, in ultima analisi, non è questo, il motivo che ogni anno mi riporta lì e che mi convince a finanziare, coerentemente con le mie comunque scarne possibilità, qualcuno dei premi della mostra.

Riflettendo, mi chiedo: cos’è “Fighille”?

Fighille è…il profumo dell’arte, inebriante, per certi versi; è un groviglio inestricabile di emozioni, sentimenti, volti, ma anche Servizio –con buona pace dell’Italiano, qui la maiuscola, è d’obbligo- abnegazione e sacrificio da parte di tutti gli organizzatori.

Ecco, dunque, la motivazione che tutti gli anni mi spinge a tornare a Fighille, con rinnovato entusiasmo: l’immensa stima ed ammirazione per l’umiltà e l’impegno profuso da questi ragazzi, nell’organizzare – egregiamente, anno dopo anno - un evento le cui proporzioni travalicano ormai gli stessi confini nazionali.

Luigi Gaddi
Firenze