venerdì 27 settembre 2019

Appuntamento d'Arte a Fighille (by Franco Ruinetti)



Il Premio Fighille, di volta in volta, riesce sempre a superare se stesso fino a conseguire un autentico successo nazionale. Il successo, firmato dalla Pro Loco, viene dalla gente e dagli artisti.

Se non ci fosse la gente, che festa dell'arte sarebbe? E' lei che fa la festa. Ogni anno, il primo sabato e la prima domenica di ottobre, cioè nel fine settimana, che si chiama week end perché fa fino da quando la lingua italiana s'è imparentata con l'inglese, ce n'è tanta, a ondate, una moltitudine. Passeggia, si ferma, a gruppi, alla spicciolata, s'accalca nell'androne della scuola, nelle sale, le cui pareti sono tappezzate con i quadri e gli spazi, come quello del grande gazebo all'esterno sotto i pini, sono organizzati in percorsi scanditi da transenne, cavalletti a formare labirinti di colori, dove pare sia passato l'arcobaleno per sbriciolarsi sulle tele.

La rassegna di Fighille è tra le più longeve, frequentate e importanti dell'intero territorio nazionale. 
I fighillesi e gli altri numerosi visitatori hanno corroborato la competenza artistica, sono diventati critici sulle orme di Sgarbi, senza essere sgarbati. Ci sono anche i ragazzi, i giovani che parlano con i quadri. E questo è importante, bello perché l'arte educa, resta dentro, tiene buona compagnia. Le persone vengono perché questa è un'occasione unica per conoscere gratuitamente i dipinti di autorevoli autori contemporanei. 


Ora poi, proprio davanti alla grande mostra dei quadri, basta attraversare la via, nei versanti dell'architettura e della scultura, c'è un altro polo d'interesse. Infatti, dove insistevano delle vecchie e fatiscenti costruzioni edilizie, si distende una piazza dove scivolano e saltano i raggi del sole, nel cui centro sorge “La Temperanza”, monumento che interpreta la storia e raffigura l'anima di Fighille, realizzato dell'artista anghiarese Gianfranco Giorni. E' un'opera che viene dall'età classica e va oltre il tempo presente.

Però: senza gli artisti e senza i quadri la festa dell'arte non ci sarebbe. Senza di loro la festa sarebbe vuota, non potrebbe esistere. Invece ad ogni appuntamento vengono da tutte le latitudini, di anno in anno sempre di più, espongono le opere da studio, partecipano all'estemporanea, piazzano in mezzo ai prati, sui greppi i loro cavalletti, dispongono l'attrezzatura del mestiere, lavorano en plein air, riproducono e interpretano scorci di vita locali, un pollaio, un sorbo, un panorama dove i monti si dissolvono nella lontananza incerta tra l'azzurro ed il celeste. Ce ne sono alcuni sempre presenti, non hanno disertato un'edizione di questo “Premio” inventato da Americo Casi, che era un personaggio di rilievo e tale non appariva perché si nascondeva nella semplicità.

E' interessante dialogare con gli artisti, che sono strani e acuti, per bene e originali, rispettosi, ma fuori dai ranghi. Le conversazioni hanno colori luminosi, vivaci, raramente con sfumature di grigio. Essi amano la gente, con chiunque si fermano volentieri, di più con quelli che dimostrano di apprezzare le loro opere.

La gente, gli artisti, le centinaia di dipinti mescolati insieme fanno grande la festa, che è una ricorrenza importante, attesa, che mostra dove va l'arte. Ecco: dopo aver tentato strade nuove nel secolo passato, l'arte, lo conferma questa rassegna, ha smesso di “rompere” col passato.

Ora è più libera, cioè affonda le radici nella tradizione mentre volge in avanti. Ciascuno arricchisce il dato oggettivo con gli apporti del proprio talento. L'arte rispetta la verità, ma la elabora e modifica.

Gli artisti convengono numerosi a Fighille da ogni latitudine per incontrarsi, segretamente confrontarsi e perché trovano un'ospitalità spontanea, antica. In quei due giorni siamo subito amici, quasi componenti di una famiglia, senza confini. 
Franco Ruinetti