Antonello Riommi vive e lavora a Roma.
Tutti i generi gli sono consueti: paesaggio, natura morta, figura. Nessuna tecnica gli è estranea: disegno, olio, tempera, acquarello, pastello. Ha decorato avvalendosi in prevalenza della tecnica della tempera, interni di ville e di appartamenti in Italia e fuori Italia. Ha una clientela stabile in buona parte straniera. E’ socio dall’1985 dell’associazione "Cento pittori di via Margutta" alle cui manifestazioni partecipa regolarmente. Ha al suo attivo oltre cinquecento opere presenti in collezioni private.
Dal 2014 una sua opera fa parte della collezione permanente del piccolomuseo di Fighille (Pg).
Autodidatta, a dieci anni
realizza il primo quadro ad olio. Qualche anno dopo, quando frequenta l’istituto Tecnico Industriale
G.Galilei di Roma, si manifesta in maniera irrefrenabile l’interesse per la
pittura, che non lo abbandonera mai più e che diventerà la sua professione. La sua è una pittura figurativa.
Primo riferimento ideale è stato
il grande acquerellista di origini svizzere, il pittore della Roma sparita Roesler
Franz, di cui realizza numerose copie. Altri autori che nel suo autonomo
apprendistato tiene presente sono stati i grandi realisti quali Caravaggio,
Turner, Constable, De Chirico classico e della prima produzione metafisica, i
veristi italiani dell’ottocento tra cui, in maniera preminente i macchiaioli.
Tutti i generi gli sono consueti: paesaggio, natura morta, figura. Nessuna tecnica gli è estranea: disegno, olio, tempera, acquarello, pastello. Ha decorato avvalendosi in prevalenza della tecnica della tempera, interni di ville e di appartamenti in Italia e fuori Italia. Ha una clientela stabile in buona parte straniera. E’ socio dall’1985 dell’associazione "Cento pittori di via Margutta" alle cui manifestazioni partecipa regolarmente. Ha al suo attivo oltre cinquecento opere presenti in collezioni private.
Dal 2014 una sua opera fa parte della collezione permanente del piccolomuseo di Fighille (Pg).
Cosi' ne parla Alessandro Sbardella: La pittura di Antonello Riommi è onesta, poiché "crea quel
che veramente sente", ed è quindi lavoro poetico ed artigiano, innamorato
di una tradizione figurativa che ripercorre quella nobile strada che dalla
civiltà tardorinascimentale giunge alle soglie di quella sintesi intellettuale
ricercata con passione nei primi anni del novecento. Vive in questa opera la
spiritualità della materia pittorica, che si trasfigura. Si, Antonello Riommi
crede ancora che l’arte sia dinamica risolutiva dell’io, quindi contemplazione
del bello, intesa come purificazione e superamento di ogni nevrosi.
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