Sono passati quasi venti anni da quel viaggio a Gabicce Mare sulle tracce di un maestro dell'arte contemporanea: Guerrino Bardeggia. Fissammo l’appuntamento per telefono, durante le feste natalizie.Da qualche settimana
stavamo valutando la possibilità di organizzare, per la Pasqua
successiva, presso il Santuario di Petriolo, una mostra di pittura
dedicata al tema sacro. Il nome di
Bardeggia mise subito tutti d’accordo. Già
da molti anni era protagonista del nostro concorso e tutti
riconoscevano la grandezza e l’emozione della sua arte. Franco Ruinetti
gli anticipò l’idea e trovò l’artista entusiasta, tanto che la nostra
telefonata servì soltanto a stabilire la data del viaggio verso il mare.
Una fredda domenica di febbraio partimmo con un’ampia delegazione da Fighille.
Franco ci aspettava a Riccione e da lì proseguimmo per Gabicce.
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In visita allo studio di Bardeggia
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Bardeggia abitava
lungo la statale in una bella villetta su due piani con un giardino sul
retro. Il piano terra era interamente dedicato al suo studio che
traboccava di opere. Alle pareti i capolavori di qualche anno prima.
Roba da lasciare a bocca aperta ancor oggi. Ogni quadro una scoperta e
la sensazione che fosse più bello del precedente.
Bardeggia ci aspettava
con ansia e lo trovammo come c’è lo aveva descritto Americo, suo amico
di vecchia data: un fiume in piena che sarebbe stato ore a parlarti del
suo lavoro, a spiegarti le sue idee, a raccontarti le sue emozioni. Una
persona da ascoltare.
La sua voce era già
roca, fiaccata dalla malattia con cui aveva a lungo combattuto. Il suo
animo invece era forte e fiero come sempre.
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Con Bardeggia in visita alla Chiesa di San Benedetto a Cattolica
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Ci fece accomodare in
un salottino che dava sul giardino, in mezzo alle sue opere. Ci offrì
delle caramelle mentre continuava a parlare. Ogni tanto Franco
interveniva e rilanciava il discorso su alcuni aspetti della sua arte di
cui anche lui era innamorato. Noi c’è ne stavamo lì ad ascoltare,
incantati dal personaggio, mentre Damoris approfittava per scattare
alcune foto ricordo.
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Bardeggia con Damoris Taschini consigliere della ProLoco Fighille (2002)
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Damoris Taschini con un'opera di Bardeggia esposta al Santuario di Petriolo (2002)
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Definimmo tutti i
dettagli della mostra: dal titolo alle date, dal catalogo per i
visitatori alle opere da esporre. Le scegliemmo una ad una pensando
anche a come collocarle nell’ampio spazio del Santuario.
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Il Vescovo di Città di Castello e il Sindaco di Citerna inaugurano la Personale di Bardeggia
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Poi, sul finire della serata, con il suo solito garbato modo di fare, Franco butto là una proposta:
“Di’ Guerrino ma lo sai che questi ragazzi vogliono fondare un museo a Fighille?”
“Un museo? E dove lo fanno? C’è lo spazio adatto?”
“Pensano di usare
la vecchia Dogana Pontifica. Non è messa benissimo ma con un po’ di
pazienza e qualche lavoro potrebbe diventare una bella galleria d’arte”
“L’idea mi sembra
bella. Però se ci aveste pensato prima……. dopo tutti questi anni che
fate il concorso, oggi avreste avuto una galleria con pezzi di gran
valore. Io ho già delle mie opere nel museo di….”
E iniziò a raccontare
della infinita schiera di collezioni pubbliche e private che già
all’epoca accoglievano le sue opere, aprendo continuamente nuovi filoni
del discorso, come amava fare.
Dopo un po’ allora Franco lo punzecchiò di nuovo:
“Fondare un museo
dal niente è un po’ arduo. Anche convincere gli artisti non sarà facile.
Certo che se il primo a donare un’opera fosse Bardeggia………”
Guerrino, guardandolo con quel suo occhio svelto e con un sorriso sotto i labbri, ribatté subito:
“Tu Franco sai bene
quanto io sia legato a Fighille. Per questo e anche perché penso che ai
giovani che amano l’arte bisogna dare una mano, io non mi tirerò
indietro. La prima opera del vostro museo sarà di Bardeggia e la
sceglierete voi fra quelle che porteremo per Pasqua a Petriolo. Così vi
ricorderete per sempre di me che sono stato il primo! E vedrete che dopo
di me ne verranno molti altri…..”
Ci alzammo da quel
salottino convinti di aver messo una prima pietra importante e felici di
aver conosciuto questo gran personaggio. Ci fu ancora il tempo di
vederlo qualche attimo al lavoro mentre incideva delle mattonelle in
ceramica.
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Bardeggia al lavoro nel suo studio
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Era ormai il tramonto
quando salutammo Bardeggia. Dopo una cena al ristorante “Il Gufo” di
Rimini facemmo rotta verso casa. Nei mesi seguenti seguirono altri
contatti ed altri incontri per organizzare la mostra al Santuario che si
svolse in due settimane a partire dal 24 marzo 2002 con una grande
partecipazione di pubblico. L’ultimo giorno, mantenendo fede alla sua
promessa, mentre stavamo cominciando ad impacchettare le opere per il
viaggio di ritorno, Bardeggia si avvicinò e ci invitò a sceglierne una.
Non fu facile e un po’ dovemmo insistere perché a qualcuna era
particolarmente legato e non se ne voleva separare. Ma alla fine cedette
e ci consegnò proprio una delle sue preferite.
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Con Bardeggia scegliendo la prima opera su cui verrà fondato il Piccolomuseo di Fighille (2002)
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L'opera di Bardeggia con cui fu fondato il Piccolomuseo di Fighille (2002)
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Il quel momento nasceva ufficialmente il piccolomuseo di Fighille. Era il 7 aprile 2002.