venerdì 19 febbraio 2021

Un'opera di Vittorio Angini per il Piccolomuseo di Fighille

 


E' con grande piacere che annunciamo una nuova importante acquisizione per la collezione permanente del Piccolomuseo di Fighille: un'opera di Vittorio Angini, uno degli artisti aretini piu' apprezzati e conosciuti dell'era contemporanea.
Il suo nome e la sua storia sono legati a doppio filo con il nostro paese sia perchè è stato protagonista di molte edizioni del concorso di pittura, fin dalle primissime edizioni degli anni '80, sia perchè è tra i 15 artisti che realizzarono la Via Crucis d'Arte Fighille-Santuario di Petriolo. Angini realizzo' la stazione n.IX e l'opera originale è esposta nella Chiesa di San Michele Arcangelo. Per tutti questi motivi siamo molto felici e onorati di accogliere una sua opera nel Piccolomuseo e all'artista va, una volta ancora, il nostro piu' sincero ringraziamento.
 

Siamo stati a trovarlo al suo studio, all'interno di un luogo unico e ricco di storia posto nella campagna alle porte di Arezzo. In mezzo a tante opere, una piu' bella dell'altra, aveva preparato da giorni quella destinata al museo e non era una qualunque. Si tratta di un'opera importante, dimensioni 100x100 cm, a cui l'artista è particolarmente legato
Sul retro del dipinto, come da tradizione, l'artista ha apposto la sua dedica al museo.
 
 
 
Questa è il dipinto di Vittorio Angini che diventa l'opera n.215 della collezione:
 

Sintetizzare in poche righe la lunga e fortunata carriera di Vittorio Angini non è facile. L'artista (www.vittorioangini.it) vive e lavora ad Arezzo nell'Ex Ospizio Francescano di Bagnaia. Ha partecipato alle attività artistiche di molti gruppi culturali tra i quali: il "Centro Culturale Artistico Aretino", "Studio 8", "Bottega d'Arte del Valdarno", "Associazione Nazionale Artisti Italiani". E' stato invitato alla rassegna di arti figurative di Siena e alle manifestazioni di "Bolsena Arte 82". Tre sue opere fanno parte della mostra itinerante "Mondial 1986".
Angini ho frequentato  la Scuola di Oreficeria e Gioielleria della "UnoAErre" sviluppando capacità artistiche raffinate tali da essere richiesto dalle più importanti aziende orafe aretine e intraprendere una collaborazione con la Zecca Privata di Roma. 
 
Fighille in un giorno di festa dipinto da Angini

Nel 2007, su segnalazione di Josè Van Roy Dalì, figlio d'arte del famoso pittore catalano, è stato invitato dal critico Lucia Bonacini a partecipare alla "Quadriennale d'Arte Contemporanea Leonardo Da Vinci", tenutasi a Roma presso il "Vittoriano". I suoi quadri si trovano in collezioni private nei seguenti paesi: USA, Canada, Australia, Nuova Zelanda, Sud Africa, Inghilterra, Irlanda. 

 

Cosi' il prof. Franco Ruinetti parla dell'opera pittorica di Vittorio Angini: Le luci trascorrono in momenti successivi, come sfaccettature cromatiche sulla ribalta della storia umana. Salgono verso l’epilogo della tragedia, verso la morte intesa al rinnovamento della coscienza e della vita. L’opera pittorica di Vittorio Angini si qualifica per lo scatto dell’originalità. Gli argomenti rappresentati appaiono soggetti al movimento e da esso animati, ma è chiaro che non derivano dalle file postume del futurismo. Potrebbero essere considerati quali esiti di proiezioni effettuate da più punti di vista, ora interni, ora esterni e cioè quello svolgersi di vedute, accavallarsi di luci informi evocherebbero altre esperienze, non ultima quella del cubismo. Ma nessuno di questi riferimenti è convincente. E’ vero: nelle proposte c’è il movimento e c’è pure, in certa parte, il superamento o, che dir si voglia, un inizio di dissoluzione della forma, ma le immagini, così viene da credere, hanno accensioni sempre nuove. Sono dei lampi che, come accennato, si svolgono nel tempo e vivono con le intensità ed i colori delle emozioni. 
 
L'artista al lavoro nel suo studio di Arezzo

In ogni dipinto si vede la realtà, ora è solo un breve, ma acuto, riferimento, altra volta è una descrizione più diffusa, così che il figurativo si coniuga, in uno spartito perfettamente accordato, con i termini estremi dell’astrazione. Il racconto di ciascun quadro è subito chiaramente leggibile. Questo motivo collega l’artista alla nostra tradizione pittorica ed evidenzia un linguaggio grafico, in genere essenziale, di rara efficacia. E nell’ambito contestuale si affermano sprazzi improvvisi di luminosità simultanee a chiarori, lembi di blu, frange di rossi, albe di giallo, come suoni vicini e lontani di colori che sorgono dai luoghi profondi dell’interiorità.
 
L'atista al lavoro in extempore durante un concorso a Fighille (2004)
L'artista al lavoro in extempore durante un concorso a Fighille (2007)

Un'opera di Angini in concorso a Fighille nel 2007