martedì 14 agosto 2018

Dormivegliando ....(by Franco Ruinetti)



Stanotte passavo dal sonno alla veglia, mi capitavano immagini e idee senza soluzione di continuità perché il cervello non si ferma mai, così ha stabilito chi se ne intende. E io non ricordo i sogni dei sonni tranquilli, mentre mi restano scolpiti nella memoria i fotogrammi che s'accendono nelle turbolenze del riposo. Poi, talvolta, quando ci ripenso, navigo nell'incertezza perché non so se certi motivi appartengono al giorno o alla notte, se sono realtà o ombre.
Ecco: mi sono visto trasmigrare in mio zio che sorge dalla trincea, nella neve, per l'assalto alla baionetta. “Uccidilo, sbudellalo!” urla il caporale. “Ma è disarmato!” “O lui o te”.
Mi sveglio col rimbombo del cuore pazzo nello stomaco e dentro l'orecchio. Respiro profondo e piano piano passeggio in un prato erboso popolato da margherite grandi bianche e bionde.
Ecco: ripeto il viaggio mentale senza fine di quando frequentavo la terza elementare. Forse allora ero precoce, poi alle medie mi insabbiai nelle retrovie dell'intelligenza. Infatti ho percorso fasi alterne di luminescenze e obnubilamenti. Succede. Ora corro col pensiero più veloce della luce, volo nell'infinito della mente, che corrisponde a quello cosmico. Ad un certo punto intravvedo dei segnali stradali, indicano la direzione per l'inferno, il walhalla, il paradiso. Le frecce dicono di andare sempre avanti. Procedo, non c'è il chilometraggio perché ancora non è arrivata la mia ora. M'alzo seduto, risorgo da un'apnea, la cena con gli amici è stata piacevole, ma avrei dovuto zappare un campo prima di andare a dormire.
Di seguito la stanchezza di nuovo mi vince. Vedo un gran castello vigilato dagli armigeri nelle garitte. La luce è lattea di un giorno incerto. Passo con passo leggero e veloce, nessuno mi ferma, entro. Mi ritrovo in un salone illuminato con torce alle pareti dai fuochi tremanti e fumosi. Stanno silenziosi, seduti ai tavoli, i più rinomati condottieri dalla storia, da Gengis Khan a Hitler, da Cesare a Carlo Magno ecc. ecc. Si giocano a briscola e tressette le anime di quelli che hanno assassinato nel corso delle loro imprese. C'è anche Napoleone, ma è immobile come un monumento in uno scranno alto con lo scettro in mano. E' tutto solo, guarda il soffitto. “Fu vera gloria?” Grande 'Sandro', così si rivolge a lei 'Beppe' Giusti: io, tra gli altri suoi posteri, mi permetto di alzare la mano e rispondere con un no deciso, infinito. C'è solo disprezzo e condanna per chi promuove le guerre, causa stragi e disperazione. La vera gloria appartiene a chi persegue la pace.
Esco dal castello col mal di testa.
La fetta di porchetta finale e il Chianti, garbato e tosto, mi danno il voltastomaco. Fanno la rivoluzione.

Franco Ruinetti