sabato 25 febbraio 2012

Un giorno a casa di Dario Polvani

autoritratto
Ci siamo piu' volte occupati dell'artista aretino Dario Polvani da sempre legato al paese di Fighille in virtu' della sua ultradecennale partecipazione al Premio di Pittura. E' infatti fra gli artisti che hanno partecipato al maggior numero di concorsi essendo stato sempre presente fin dalle prime edizioni degli anni '80. Protagonista inoltre nelle varie iniziative organizzate dalla nostra associazione fra cui l'asta "Pennelli per il Kenya" e la "Via Crucis Fighille-Petriolo".
Ulteriori note biografiche possono essere desunte qui e qui


Le foto che seguono raccontano un giorno a casa dell'artista per scoprire i segreti che si nascondono dietro i suoi quadri dalle magiche atmosfere rarefatte. E' stata una giornata piacevole in compagnia di un artista unico.


Le opere spesso nascono come schizzi su dei blocchi appunti e poi si trasferiscono sulla tela:


Dell'opera di Dario Polvani si è piu' volte occupato il prof. Franco Ruinetti:
"È come se la realtà divenisse immateriale, essa si veste di poesia immersa nella solitudine della contemplazione, nella quale ci si dimentica di noi, perché viviamo altrove, dove verte l’attenzione. Questo è quanto, in prima lettura, possono suggerire i quadri di Dario Polvani, che vengono incontro per ariosa evanescenza. Ma sarebbe insufficiente dare retta alla prima occhiata. I dipinti, parlando sommessamente, con riserbo e discrezione, affermano i significati intensi delle emozioni e dei sentimenti. 


Parlano di luci e spazi, che sono vita, goduta e insieme sofferta. I motivi sono riferiti nella loro completezza con l’alfabeto figurativo della verità, ma ogni veduta diviene una visione, quasi che fosse levitante tra la concretezza del giorno ed i sogni, che vengono dal nulla. Sulle tele si notano in prevalenza paesaggi e scorci cittadini. Quando l’immagine dell’uomo è assente, quei colori, sempre commisti e che trascorrono in continue e ben misurate modulazioni, stemperata la loro forza e certezza per le velature che vanno verso le dissolvenze, conferiscono alle campagne, alle strade tra le case, alle stesse pietre e ai cieli una luce assorta, che certamente, come qualcuno ha scritto, è quella del crepuscolo, ma che può derivare dal silenzio e dalla mente. È una luce che attrae. Chiama dentro al quadro. Le intonazioni sono pervase da tendenza intimistica. Hanno la magia, la fragilità e la certezza dell’esistere. Il presente evoca il passato ed ha la voce indefinibile della nostalgia.


Quelle figure umane, quando compaiono e il più delle volte sono soltanto sagome, ombre, pur risultando quasi elementi e parti del paesaggio, con esso assimilate, sembra d’averle viste, che facciano parte dell’esperienza comune. Poche parole bastano per descrizioni esaurienti.
I colori di Dario Polvani esprimono equilibrio e controllo delle proprie emozioni. Orientano alle soste nella quiete della meditazione, non cedono all’incertezza, non si affidano all’ambiguità, anzi sono profondi e si dispiegano come luce del sentimento. Basta, al proposito, osservare certe emanazioni solari, cioè soffusioni o luminescenze attutite. Sono tenui, si, ma trasmettono una sicura e del tutto nuova energia della dolcezza."

Ringraziamo l'artista per le immagini fornite.