Uno dei primi artisti a cui fu dedicata una mostra presso il piccolomuseo di Fighille, allora in fase di costituzione, fu il grande maestro eugubino Alberico Morena, nel ciclo dedicato ai protagonisti della grafica nella Valle Museo. Nel 2001, in collaborazione con la Galleria delle Arti di Città di Castello, venne allestita una mostra dedicata alla pluriennale attività nel settore della grafica del maestro Morena esponendo 40 sue opere. La mostra ottenne un grande successo di pubblico e critica.
L'artista, nato a Gubbio, risiede e lavora a Spoleto. Ha frequentato il corso di perfezionamento dell’Istituto Statale di Belle Arti di Urbino, la famosa “Scuola del Libro”, diplomandosi nel 1946 sotto la guida di Francesco Carnevali. Dal 1951 al 1956 ha insegnato Tecnologia Tipografica nella Scuola per le Arti Grafiche di Città di Castello. Trasferitosi a Spoleto nel 1956, ha diretto il locale Istituto d’Arte dal 1961 al 1977. Si dedica alla xilografia dal 1945 raggiungendo, in tale tecnica, i migliori risultati. Allestisce numerose mostre personali e partecipa a rassegne e manifestazioni di rilievo in Italia e all'estero. Si ricordano, tra le altre, la personale del 1977 alla Galleria Il Nuovo Torcoliere di Roma e l'antologica organizzata in occasione del Festival dei Due Mondi di Spoleto nel 1989.
Catalogo generale dell'opera grafica di Alberico Morena: xilografie dal 1954 al 1977. A cura di Guido e Giorgio Guastalla. Introduzione di Dino Carlesi. |
Cosi' ne parla Dino Carlesi:
"Il filo fragile di Morena unisce la terra e il cielo, percorre le vene delle mani dei suoi uomini, la pelle dei melograni, sfiora il sogno che si perde nell’aria. É il filo che nasconde maliziosi richiami, malinconiche allusioni, fatiche segrete: quel filo che nasce sul terreno di una meditata cultura – la polla inesauribile della fantasia -, che sosta appena nel vestibolo dell’intelletto e dilaga nel cuore delle situazioni umane, colorandole di una paziente coscienza e di una disincantata pietà. Quel filo che scrive sul legno una nuova storia del mondo – in parallelo con l’altra così apparentemente vera e così spietatamente falsa – capace di racchiudere nel gioco dei segni una intensa misteriosità: è l’atto originario di una presenza artistica che tende a documentare – attraverso simboli e quadri scenici – la comune e faticosa esperienza dell’esistere.
La critica si diletta nel ricercare il tipo di “civiltà”a cui si richiamano queste “storie”: converrà rifarci all’unica civiltà esistenziale delle origini, senza albe e tramonti nella sua perennità fuori da ogni storia, legata alla sola fatica del vivere. La novità, semmai, sta tutta nel tipo di “cantore” di queste situazioni: un “cantore” che ha scelto il ruolo della testimonianza, cioè il compito di decantare la banalità del quotidiano per sublimarlo ha quotidiana drammaticità. Il labirinto dei segni di Morena esiste soltanto in funzione di questa testimonianza rivolta a render pubblico il labirinto del cuore e della mente di ogni uomo, quello che s’agita nella testa dei personaggi delle sue xilografie."
Ecco alcune foto dalla mostra presso il Piccolomuseo di Fighille: