sabato 15 settembre 2018

Introduzione al Fighille2018 con i testi dei cataloghi delle edizioni precedenti.....(5)


In vista del nuovo concorso di pittura di Fighille, in programma il 6-7 ottobre 2018, riproponiamo alcuni testi tratti dai cataloghi delle edizioni precedenti.....


Quest'anno si è svolta la 35^ edizione della rassegna di pittura, che, di volta in volta, ha sempre superato se stessa fino a conseguire un autentico successo nazionale. Per l'occasione la Pro Loco ha pubblicato un libro che racconta la storia del concorso nato e cresciuto a dismisura in questa breve contrada.  

Il successo, firmato dalla Pro Loco, viene dalla gente e dagli artisti.

Se non ci fosse la gente, che festa dell'arte sarebbe? E' lei che fa la festa. Ogni anno, il primo sabato e la prima domenica di ottobre, cioè nel fine settimana, che si chiama week end perché fa fino da quando la lingua italiana s'è imparentata con l'inglese, ce n'è tanta, a ondate, una moltitudine. Passeggia, si ferma, a gruppi, alla spicciolata, s'accalca nell'androne della scuola, nelle sale, le cui pareti sono tappezzate con i quadri e gli spazi, come quello del grande gazebo all'esterno sotto i pini, sono organizzati in percorsi scanditi da transenne, cavalletti a formare labirinti di colori, dove pare sia passato l'arcobaleno per sbriciolarsi sulle tele.

La rassegna di Fighille è tra le più longeve, frequentate e importanti dell'intero territorio nazionale. I fighillesi e gli altri numerosi visitatori hanno corroborato la competenza artistica, sono diventati critici sulle orme di Sgarbi, senza essere sgarbati. Ci sono anche i ragazzi, i giovani che parlano con i quadri. E questo è importante, bello perché l'arte educa, resta dentro, tiene buona compagnia. Le persone vengono perché questa è un'occasione unica per conoscere gratuitamente i dipinti di autorevoli autori contemporanei.

Ora poi, proprio davanti alla grande mostra dei quadri, basta attraversare la via, nei versanti dell'architettura e della scultura, c'è un altro polo d'interesse. Infatti, dove insistevano delle vecchie e fatiscenti costruzioni edilizie, si distende una piazza dove scivolano e saltano i raggi del sole, nel cui centro sorge “La Temperanza”, monumento che interpreta la storia e raffigura l'anima di Fighille, realizzato dell'artista anghiarese Gianfranco Giorni. E' un'opera che viene dall'età classica e va oltre il tempo presente.

Però: senza gli artisti e senza i quadri la festa dell'arte non ci sarebbe. Senza di loro la festa sarebbe vuota, non potrebbe esistere. Invece ad ogni appuntamento vengono da tutte le latitudini, di anno in anno sempre di più, espongono le opere da studio, partecipano all'estemporanea, piazzano in mezzo ai prati, sui greppi i loro cavalletti, dispongono l'attrezzatura del mestiere, lavorano en plein air, riproducono e interpretano scorci di vita locali, un pollaio, un sorbo, un panorama dove i monti si dissolvono nella lontananza incerta tra l'azzurro ed il celeste. Ce ne sono alcuni sempre presenti, non hanno disertato un'edizione di questo “Premio” inventato da Americo Casi, che era un personaggio di rilievo e tale non appariva perché si nascondeva nella semplicità.


E' interessante dialogare con gli artisti, che sono strani e acuti, per bene e originali, rispettosi, ma fuori dai ranghi. Le conversazioni hanno colori luminosi, vivaci, raramente con sfumature di grigio. Essi amano la gente, con chiunque si fermano volentieri, di più con quelli che dimostrano di apprezzare le loro opere.
La gente, gli artisti, le centinaia di dipinti mescolati insieme fanno grande la festa, che è una ricorrenza importante, attesa, che mostra dove va l'arte. Ecco: dopo aver tentato strade nuove nel secolo passato, l'arte, lo conferma questa rassegna, ha smesso di “rompere” col passato.
Ora è più libera, cioè affonda le radici nella tradizione mentre volge in avanti. Ciascuno arricchisce il dato oggettivo con gli apporti del proprio talento. L'arte rispetta la verità, ma la elabora e modifica.
Gli artisti convengono numerosi a Fighille da ogni latitudine per incontrarsi, segretamente confrontarsi e perché trovano un'ospitalità spontanea, antica. In quei due giorni siamo subito amici, quasi componenti di una famiglia, senza confini.
Qualcuno ha detto ad effetto: “Fighille è il paese che non c'è”. Questo è un po' vero perché non compare nella maggior parte delle carte geografiche. Ma è vero soprattutto il contrario. E' tra i pochi centri abitati o villaggi che sono rimasti adagiati nelle vicende delle stagioni, tra i colori delle colture, dove andando puoi incontrare qualche fico maturo che ti offrono i rami sporgenti dal muro dell'orto, dove i mattini azzurri portano la giovinezza, mentre il silenzio avvolge il piano e la collina.
E' un paese che reca la memoria del passato con l'odore verde dei fieni tagliati, con viole e primule lungo i fossi, dove gorgheggia, al primo mattino, il gallo solerte.
E' un paese che c'è, eccome, nella nostalgia. E' il luogo vero dell'arte, che piace agli artisti.
Ma diamo a Cesare quello che è di Cesare: è la Pro Loco che fa la festa. La borgata, che si culla nella quiete e serenità per l'arco dell'anno, si sveglia d'improvviso e Fighille risuona con l'eco nel campo dell'arte.
I componenti della Pro Loco si riuniscono e si impegnano per preparare la festa che si sviluppa in versanti diversi: sport, gastronomia, arte. La rassegna pittorica è organizzata da una triade storica, da Gino, Sandro, Marcello. Questi nomi sono noti, mentre ignoti sono i cognomi, vuoti, non occorrono. Il versatile umorista Man, al secolo Enzo Maneglia, ne ha fatto le caricature, con pochi segni, ma così azzeccati che, mentre accendono il sorriso, risultano più esaurienti delle carte d'identità. Loro tre sono solo la punta di un gruppo numeroso ed affiatato che trova i premi, tanti, che allestisce la grande articolata mostra delle opere, che in quattro e quattr'otto libera gli ambienti della scuola e il lunedì, per l'orario delle lezioni, li riconsegna come li ha trovati. Tutti loro hanno reso illustre “il paese che non c'è”.
 

Franco Ruinetti

Enzo Maneglia reinterpreta il pozzo simbolo del paese