Riproponiamo queste breve racconto pubblicato nel catalogo del concorso 2009 che sintetizza la frenesia dei giorni del concorso di pittura:
Il concorso di Fighille si svolge, dal 2001, all’interno dell’edificio scolastico, il più grande “contenitore” disponibile nel nostro paese, una frazione del Comune di Citerna di circa 900 abitanti.
Cio’ rende necessario che tutto si svolga nell’arco di appena un weekend, in occasione della festa patronale della prima domenica di ottobre. Questo ormai dal 1979.
Il lavoro è convulso e frenetico fin dal venerdì pomeriggio, quando, appena terminate le lezioni, inizia il totale sgombero della scuola in modo da preparare le sale per l’esposizione. Contemporaneamente bisogna catalogare e fotografare le opere che vengono consegnate, distribuirle negli spazi, registrare gli artisti,.
Nel frattempo altri volontari della pro loco stanno montando nel parco una grande tensostruttura che dovrà accogliere le opere della gara extempore.
Tutto questo prosegue fino a notte fonda quando ormai stanchi si rimandano gli ultimi lavori al giorno dopo. Arriverà molto presto.
Fin dalle otto del sabato mattina, appena il tempo di un caffè, il lavoro è già ripreso perché molti artisti devono ancora consegnare le opere, altri debbono timbrare per l’extempore, molti debbono essere accompagnati agli agriturismi per il soggiorno. Nel frattempo occorre, e molto velocemente, iniziare ad attaccare le opere nelle varie sale in modo che tutto sia pronto per il primo pomeriggio quando arriveranno i visitatori e gli sponsor. Non è una operazione facile, né veloce, perché le opere debbono essere distribuite con criterio cercando di miscelare stili, tecniche, colori e formati in modo da creare una mostra che sia ben bilanciata e gradevole da visitare in ogni sala. Cio’ richiede alcune ore.
L’ora del pranzo arriva rapidamente così come il panico per le tante opere ancora da sistemare e le pareti praticamente finite. La stanchezza è già ai livelli di guardia.
Appena il tempo di un panino e di poche parole veloci con alcuni artisti al lavoro nel cortile della scuola.
E’ già pomeriggio inoltrato quando finalmente è tutto pronto. Il risultato è soddisfacente considerando che in poche ore sono state “gestite” circa 350 opere.
Non c’è comunque molto tempo da perdere perché le foto vanno scaricate e catalogate nel computer, vanno preparati attestati e diplomi e bisogna cominciare ad organizzare per la premiazione del giorno dopo, quando non ci sarà più tempo per farlo.
La domenica mattina, appena alzati siamo già sfiniti, perché non c’è stato tempo di recuperare e molto va ancora fatto. Fin dal primo mattino il pubblico arriva numeroso, molti i curiosi della prima ora, molti altri i fedelissimi per i quali ormai il nostro concorso è un appuntamento irrinunciabile, atteso da mesi. Arrivano fin da Perugia e Firenze.
Ben presto i ritmi si fanno frenetici.
Alle nove arriva Franco e con lui inizia il lavoro della giuria che richiede alcune ore per la definizione della graduatoria. Verso mezzogiorno si fanno le ultime valutazioni per l’assegnazione dei premi, soprattutto del primo, che richiede qualche discussione ma che finisce sempre per trovarci tutti d’accordo. Nemmeno il tempo di un pasto veloce che è già ora di tornare a scuola dove molti pittori sono già in fila per la consegna dell’extempore.
Il lavoro ricomincia, perché tutte le opere vanno fotografate, numerate ed attaccate nel grande tendone del parco. Meno di un ora a disposizione perché poi cominceranno ad arrivare molti visitatori e non ci sarà più tempo e modo di far nulla. Comunque, alle tre del pomeriggio, le opere dell’extempore sono in bella mostra, pronte per la giuria e per il pubblico.
Ormai la stanchezza è tale che le gambe cominciano a dar segni di cedimento, per fortuna il sole splende, fa molto caldo, sembra quasi una giornata di fine estate e cio’ è consolante in vista della premiazione all’aperto, nel piazzale. In caso di pioggia sarebbe stato un bel problema.
Mentre Franco, in tutta calma, seduto in un angolo del laboratorio di ceramica, scrive le motivazioni per i quadri premiati, attorno è il panico. Il tempo sfugge. Deve essere sistemato il verbale, assegnati i premi speciali, preparati i premi. Tutto cio’ mentre la scuola è stracolma di gente che chiede informazioni sulle opere e sugli autori. Il verbale viene modificato più volte, il montepremi sale rapidamente e alla fine sarà più che raddoppiato rispetto al bando.
E’ quasi il tramonto quando inizia la premiazione.
Il piazzale è pieno di gente, alcuni anche fuori nella strada.
La cerimonia è semplice ma piacevole, con qualche parentesi anche simpatica.
Non comunichiamo mai in anticipo i nomi dei primi classificati perché vogliamo lasciare la sorpresa fino all’ultimo per vedere la soddisfazione sincera dei vincitori.
Cio’ ripaga, almeno in parte delle fatiche e fa dimenticare le proteste del deluso di turno, che nonostante i nostri sforzi, non manca mai. Non potrebbe essere altrimenti visto il numero di partecipanti ed il livello degli artisti.
Appena finita la premiazione, sono circa le 20, è il caos. Tutti vogliono ritirare le opere per ripartire di fretta verso casa. In mezz’ora la scuola si svuota completamente, restano i cavalletti vuoti, le pareti spoglie e un vago sentimento di malinconia. Però, per la prima volta dopo tre giorni, ci si può sedere un attimo, stanchissimi ma soddisfatti, ancora una volta.
Il lavoro invece non è ancora finito perché, dopo cena, grazie all’aiuto di alcune donne del paese, in un batter d’occhio la scuola viene riportata a lucido con tutti i banchi al loro posto.
Sembra la favola di Cenerentola.
Quando ci chiudiamo alle spalle il cancello della scuola è ormai mezzanotte e in cielo partono i primi fuochi di artificio che suggellano la sagra paesana.
Finisce cosi’, sfiniti con il naso all’insu’.