sabato 1 maggio 2010

Crocchioni Pietro


Pietro Crocchioni vive e lavora a Perugia e rappresenta uan delle espressioni piu' interessanti del composito universo artistico umbro. E' artista da sempre, prima studente dell'istituto statale Bernardino di Betto poi apprezzato fotoreporter per il giornale "La Nazione". Un connubio creativo che lo ha portato a lavorare come fotografo di giorno seguendo la cronaca e dipingendo spesso di notte. Molti i suoi "scoop" fotografici e anche i premi vinti nei concorsi di pittura o in estemporanee in tutta Italia.
Oggi si dedica a tempo pieno alla pittura e partecipa ai piu' importanti concorsi italiani ottenendo riconoscimenti e premi. Fra questi ricordiamo il primo premio assoluto al Premio Celommi di Roseto degli Abruzzi nel 2014. Piu' volte premiato anche al Premio Nazionale FighilleArte. 


Nel 2018 Perugia gli ha dedicato una importante mostra personale presso l'ex Chiesa della Misericordia in occasione dei sui 50 anni di carriera. Dal 2017 entra a far parte della collezione permanente del Piccolomuseo di Fighille. 

l'opera vincitrice del Premio Celommi a Roseto degli Abruzzi nel 2014

Cosi' scrive della sua arte Sandro Allegrini presentando la mostra perugina del 2018: "....le tele di Crocchioni aiutano a comprendere il mondo, anche se, a loro modo, contestano il reale, adeguandosi a parametri di geometrismo e perfezione che la gente comune non conosce. Quasi volesse convincerci che il mondo è più bello di come abitualmente lo vediamo. Tele che non rassicurano, ma turbano, perché ci interrogano e ci rimproverano per il nostro modo di percepire la realtà: da impiegati, non da poeti. 
 
Crocchioni visto da Fernanda Freddo

A quelle opere in mostra mal si adatta il termine “antologica”. Se è vero che la parola significa “cogliere fior da fiore”. La chiamerei piuttosto “silloge”, ossia “raccolta”. Perché – con straordinaria onestà – c’è un po’ di tutto, non solo “il meglio” di Pietro. Attraverso quelle opere si colgono gli inizi, gli studi di nudo in Accademia, le immagini familiari, i bollori della contestazione sessantottina, fino alle sfide più recenti. 


L’arte di Pietro è democratica. È impossibile non avvertire la vagonata d’amore che ci investe davanti al trittico perugino (in pagina): non solo un rigoroso skyline, ma un’interpretazione della città, còlta nel suo essere la casa degli uomini e il libro della storia, squadernata in una narrazione intensa, magica e ruvida, come solo sanno essere i profili e i travertini della Vetusta. Pietro sfacciato e timido: lui che ha immortalato milioni di volti e che è sempre in imbarazzo nel mettersi in posa davanti alle sue creature. Pietro disinvolto e sensibilissimo, specie quando l’amico, per dileggio, fa prova di non apprezzare il suo lavoro. Allora si chiude a riccio e s’impermalisce. Poi, tutte le volte, finisce in una risata complice e  liberatoria. E la natura. Ho visto decine di volte Pietrino frequentare le estemporanee di pittura, il suo lavoro open air, impaziente e nervoso (quasi col panico di non farcela) quando, in poche ore, distilla il suo quadrato con incluse le caratteristiche di luoghi noti o sconosciuti: una  magistrale striscia di rosso, il giallo e il blu. Una macchia bianca, una nera: forse un gabbiano, forse una rondine o un corvo."




Clicca qui per visualizzare le opere presenti nel piccolomuseo di Fighille

http://fighillearte.blogspot.it/2010/10/opere-di-ido-erani-nel-museo.html