martedì 30 aprile 2019

Visti al museo (177) - Crocchioni

  

Un nuovo importante appuntamento per l'artista Pietro Crocchioni (dal 2017 fra i protagonisti del Piccolomuseo di Fighille) che dal 1 al 24 maggio 2019 sarà protagonista di una importante mostra presso la la ex Chiesa della Misericordia a Perugia.





lunedì 29 aprile 2019

Gli spilli di maneglia (347)

 

Pasqua di sangue nel mondo, della colomba della Pace neanche l'ombra......

domenica 28 aprile 2019

sabato 27 aprile 2019

A metà del ponte...un augurio !

Auguriamo di cuore a tutti voi un felice ponte 
fra il 25 aprile e il 1 maggio !!!!

venerdì 26 aprile 2019

Flash dal Piccolomuseo di Fighille

 
Alcune cartoline che raccontano angoli e opere del piccolomuseo di Fighille...... 







giovedì 25 aprile 2019

Un museo nella dogana

Riproponiamo questo servizio del TG3 Rai in cui si è parlato del piccolomuseo di Fighille. A questo link il servizio a cura di Alessandro Buscemi (il servizio parte al minuto 15 circa):



mercoledì 24 aprile 2019

Quella salsiccia (by Franco Ruinetti)

 


Fu la prima e l'ultima gita che feci con mio padre. Gonfiò la bicicletta, mi disse di salire in canna e si partì. Poi, molto poi, ho fatto tanti viaggi col treno, in aereo, ma quello è stati il più bello.Aveva dato un bacio a mia madre, cosa da non credere, che per me era una rivoluzione perché litigavano spesso in quel tempo difficile,quando ancora sanguinavano negli animi e non erano risanate negli edifici le ferite della guerra.

Lo ricordo in piena salute, solo qualche tempo dopo le sigarette gli infradiceranno la gola e i polmoni.

Quando la strada si prestava la bicicletta scorreva veloce. Spesso, per causa delle buche, sobbalzava sferragliando e io prendevo i contraccolpi nel sedere,ma ero contento lo stesso in quel sogno di inizio primavera con le siepi e i greppi fioriti, ancora coperti dall'ultima neve. Giunti a quel ponte a groppa d'asino, la salita la facemmo a piedi, ma nella discesa pareva di volare.

Lui guidava con una mano, con l'altra si teneva il cappello, io stringevo forte il manubrio, mentre sembrava che la bicicletta avesse i sonagli. Mio padre disse: “Siamo nel paese dei campanelli.”

Arrivammo alla bottega. Nel piazzale, fermo come un monumento, stazionava un mulo col carro colmo di legna e fascine. Dentro c'erano due uomini, seduti ad un tavolo, che mangiavano pane e formaggio. 

Trovai il locale accogliente, con un caldo ristoratore e notai la bottegaia: giovane, mi si stampò nella mente, sorridente, col seno vigoroso, che la maglia girocollo copriva, nascondeva, ma esaltava. 
Ci sedemmo. Mio padre ordinò due fette di pane, due salsicce sottolio, un quarto di vino e una gassosa. Pensai che tutta quella roba costava e la mamma non avrebbe approvato la spesa.

I due uomini, specialmente quello magro col naso a becco, duellavano verbalmente con la donna, che però, pur affabile, stava al suo posto e sapeva tenerli a bada.

“Quello che avanza a tuo marito potrei prenderlo io.”

“Grazie, ma a mio marito non avanza niente.”

Mangiavo con grande piacere, lentamente per non finire presto.

“Ma non hai fame, non ti va?”

Risposi di sì solo col movimento della testa.

Poi cigolò l'uscio ed entrò il parroco, uomo voluminoso, avanti con l'età.

“Pace fratelli.”

“Buona giornata don Gosto.”

Tutti gentili e lui passando, mi sfiorò il capo con la mano, quindi chiese un pacco di sale e delle uova.

“Ha visto, gli disse il beccuto, quanto è bella la Lina?”

“Ho visto, ho visto: tutta grazia di Dio.”

Dopo che il prete se n'era andato, l'altro uomo parlò:

“Il gonnellone può ridere. Lui è un toro, ma le corna ce le hanno gli asini.”

La bottegaia sentenziò: “Voi siete malelingue.”

Al ritorno il sole era arrivato verso Caprese e mio padre pedalava stanco. A metà strada si mise a canticchiare 'Spazzacamino', di cui non ho dimenticato l'intonazione, però ho perso le parole.

A casa trovammo un altro clima. La mamma non era più la stessa. Ci accolse in silenzio, con lo sguardo cupo, minacciava temporale.

Io non ho più mangiato una salsiccia buona come quella. Quando mi capita di pensarci e la rivedo, mi sembra di sentirne il sapore.


Franco Ruinetti

lunedì 22 aprile 2019

domenica 21 aprile 2019

I nostri auguri per la Pasqua 2019

 
La Pro Loco Fighille augura 
a tutti una serena Pasqua !

La foto raffigura la XV stazione  (LA RESURREZIONE di CRISTO) della Via Crucis Fighille-Petriolo opera dell'artista Piero Paoli.

venerdì 19 aprile 2019

Via Crucis Fighille-Petriolo 2019


Come da tradizione torna anche quest'anno la Via Crucis in notturna lungo il suggestivo tracciato che da Fighille conduce al Santuario di Petriolo, illuminata da centinaia di fiaccole. Un percorso d'arte e fede grazie alle stazioni permanenti installate nel 2011 in memoria di Casi Americo e realizzate da 15 artisti di fama nazionale.
La Via Crucis si svolgerà questa sera venerdi 19 aprile 2019 alle ore 21 
foto delle edizioni precedenti

mercoledì 17 aprile 2019

La Temperanza e Gianfranco Giorni


 
Mentre continua la mostra di Gianfranco Giorni nel borgo antico di Citerna, riproponiamo una pregevole interpretazione dell'opera "La temperanza" collocata nella Piazza degli Artisti a Fighille" deprof. Franco Ruinetti di Riccione, direttore onorario del piccolomuseo di Fighille:





“La Temperanza” è opera allegorica. 
Parla dell'amenità del luogo, di una realtà che va dai tempi antichi all'oggi e tende al poi.
L'artista ha dato alla materia l'apparenza di una giovane donna dolce e serena, che allude a Cerere, dea dalla bella chioma, protettrice delle messi e dei frutti.

E l'anfora, che fa pensare alla cornucopia, è figlia di questa terra generosa, apprezzata fino dalle epoche remote, amica dell'uomo nei commerci e nell'arte.
Nell'iconografia cristiana era associata alla virtù della temperanza per miscelare il vino con l'acqua. Questa anima è sempre esistita, ma ora il talento di Gianfranco Giorni la presenta in tutta la sua venustà.
E' la sintesi di questo breve angolo del mondo, che è come un'enclave appartata nella pace dei campi e gode comunque di tutti i vantaggi del progresso. Le case, ora vicine per farsi compagnia, ora sparse, non superano l'altezza del verde e non conoscono quelle che s'arrampicano nei cieli.
Quando siamo a Fighille ci sembra che la vita abbia meno fretta, perché essa è legata come sempre alle stagioni, ai silenzi dei panorami, all'alternanza delle colture.
L'uomo e la natura, a Fighille vivono un equilibrio che “La Temperanza”, dello scultore di Anghiari, interpreta con un linguaggio chiaro carico di profonde suggestive risonanze.
Questo monumento viene dal sentimento di gratitudine che lega le persone alla loro madre terra.

Franco Ruinetti

martedì 16 aprile 2019

37000 ingressi virtuali al piccolomuseo !


Non si arresta il successo sul web del piccolomuseo di Fighille che continua a suscitare interesse tanto che il numero dei click sulle pagine dedicate ha raggiunto in questi giorni il nuovo traguardo dei 37.000 biglietti virtuali!
Tanti infatti sono i visitatori che hanno cliccato sulla pagina di ingresso al museo e hanno poi visionato le opere e le schede degli artisti.  







lunedì 15 aprile 2019

Gli spilli di maneglia (345)

 

...verso la Pasqua con la speranza, per alcuni truffati, di trovare un Uovo un po' piu' pieno del solito...


domenica 14 aprile 2019

martedì 9 aprile 2019

La ballata intorno alle corna (by Franco Ruinetti)

 


Una volta tanto mi ero dedicato a me stesso. Infatti, da quando sono in pensione, di solito, non saprei dire cosa faccio, però è raro che mi avanzi qualche spigolo libero del giorno. Così ero immerso nell'ozio in una mattina serena di maggio. Stavo seduto all'ombra su una panchina del giardino fuori porta. Il sole e un leggero alitare di brezza giocavano con le foglie dei tigli. Io tagliavo la troppa luce strizzando forte le palpebre. Quando un uomo fracassone, precipitando a sedere al mio fianco, mi scosse con una manata sulla spalla. Le stecche della panchina cigolarono piagnucolose.

“Guarda chi c'è, ma dove sei stato fino ad ora?”

“Nel tuo stesso mondo, risposi, mentre lo guardavo sorpreso e interrogativo.

Non era una faccia nuova, però non lo inquadravo, non lo riconoscevo. Era grasso, rubicondo, col girovita come quello di una botte.

“Sono Silvano, anche se intanto la terra ha fatto 20 e più giri di rivoluzione, sono sempre Silvano di Castiglione... Svegliati vecchio rintontito!”

“E' vero, sei te, ma non sei più lo stesso perché ti sei moltiplicato! Come va?

“ Se vuoi e hai pazienza ti racconto.

“Certo, stamattina sono libero.”

“Il sole è bello quando sei all'ombra.”

“E' vero, ma che ci azzecca? Sei fuori strada.

“Quei palazzoni là, cresciuti come funghi nel dopoguerra, hanno accecato l'orizzonte. Prima si vedevano i monti. Digerisco male, il dottore ha detto che sono pieno di ansia”.

“Tu meni il can per l'aia.”

“Sì, a te devo dire tutta la mia teoria, ma mi mette pensiero, so che non sarai d'accordo.”

“Allora parliamo d'altro, della vita in generale... non ho voglia di discutere.”

“La vita dura un lampo, la verità è la morte perché è eterna.”

“Sei un filosofo!

“No: sono cornuto.”

“Ma che dici? Quella parola è una sassata!”

Silvano appariva sereno, mi guardava con un sospetto di sorriso, come quello della Gioconda.

“E' così e ci ho sofferto quando ero stupido. Mi sono anche raccomandato a San Martino, patrono della categoria e se avessi saputo come fare avrei fondato un sindacato o un partito, ma tu che manovri la penna e talvolta ti ho letto, non scrivere queste cose.”

“Va bene.”

“Poi mi sono fatto una ragione, perché sono andato oltre il mio caso, ho considerato la specie, il genere umano.”

“Ah sì! E che hai concluso?”

“Ho concluso che, uomini e donne, siamo tutti con le corna e cornificatori reali o potenziali. 


Alcuni non rientrano in questa regola o per pigrizia o perché hanno le mani legate dalla religione, dall'educazione, eccetera.”

“Ma ti rendi conto? Adesso hai scatenato una gragnola di sassate. Non sarai un po' depresso?”

Poi prese a parlare in maniera concitata e gesticolando. Non era facile inserirmi nel discorso. Ogni tanto inciampava in una specie di singhiozzo, dirottava, ma anche tra vari sobbalzi, riusciva a dare luce al suo pensiero. Che consisteva nel riconoscere agli uomini e alle donne una incontenibile carica sessuale, che la fedeltà, se esiste, è solo temporanea perché innaturale. Per lui chi non rispetta il desiderio violenta se stesso, è bugiardo.

In definitiva sillogizzava che gli onesti sono quelli che vivono secondo natura, che danno sfogo ai loro istinti, ma che l'ipocrisia imperante condanna.

“Io in questa civiltà così falsa ci sto male, non ero adatto a fare l'adulto, dove ti scagliano frecce e cavilli da tutte le parti, dove si pagano anche le pisciate. Non dovevo crescere, sono stato bene e contento solo col paravento della mia famiglia, cioè col babbo e la mamma.”

“Vai di palo in frasca, certi discorsi sono acrobatici. Ma tu hai mai tradito tua moglie?”

“Adesso no, perché se salto addosso ad una donna ci faccio una focaccia, ma prima sì, perché sono sincero, non ho rinnegato la natura, gli istinti.”

“Allora non devi lamentarti se hai le corna!”

“No. Perché le corna sono la norma. Vanno e vengono. Solo che io le ho dichiarate. Sono stato coerente. Se nascevo bisonte, elefante o, che so io, cane in libertà, non sarebbe successo niente.”

“Lo so, ma la differenza è che noi abbiamo l'intelligenza...”

“Che si è deteriorata nei secoli. E' guasta. Io, come tanti altri, per avere rispettato la natura, sono rimasto fregato. Sono stato buttato fuori da casa mia, ereditata dai miei genitori, sono randagio e devo mantenere la mia ex moglie...(pausa). Che ha spergiurato di avere il cuore bianco, mentre m'ha fatto crescere in testa un trofeo come quello di un daino... E, siccome il mio cervello è una girandola, ho cambiato idea. Riferisci pure tutta la verità, cioè quello che ti ho detto. Allora scrivi belle grandi, in grassetto, anche le mie generalità. Ora devo andare. Ci rivedremo qui domattina. Ti racconterò altre cose. Preparati a sorprenderti. Mi piace parlare con te. Ti mostrerò il mio progetto del distintivo da mettere all'occhiello.”

“Ciao.”
Non l'ho più visto.

Franco Ruinetti