martedì 28 marzo 2023

Le prime uscite (by Franco Ruinetti)

      

LE PRIME USCITE

Da Pasquale

Finita la guerra regnava il silenzio. Non più cannonate, né allarmi, né aerei. Dopo tante percosse il mondo era stordito. Ricordo un agosto col sole alla massima potenza quando un pomeriggio, a me e a mio cugino Romano, ragazzini di seconda e terza elementare, le madri, dopo le raccomandazioni del caso, affidarono l'incarico di andare a comprare le uova da Pasquale, contadino che abitava in una casa nel bel mezzo della pianura, lontana dal paese tre chilometri più o meno. Eravamo leggeri, liberi come le rondini. Quell'uomo, dal cappello a larga tesa, sbertucciato e rincalcato fin quasi alle sopracciglia, che qualche volta era venuto a portare il pollo o le patate, svegliava la nostra curiosità. Di lui avevamo talvolta sentito parlare. Lo definivano santone  o stregone.  Il mio cugino ne sapeva più di me. Mi disse, mentre si camminava, che era stato lui a salvare una vacca, non il dottore.

“E come fece?.”

“Col prezzemolo. Glielo mise nella natura:”

“Come sarebbe a dire?”

“Nel culo.”

“Ah!”

Rimasi perplesso, sospettai che curasse così anche le persone.

Dopo una delle tante curve, che annodavano la strada, ci fermammo, Non avevamo resistito all'invito di un gelso dalle more nere mature, che ci macchiarono dita e labbra, come fossero fatte con l'inchiostro di china e dall'ombra rinfrescante. Quando fummo a destinazione si restò in piedi nell'aia con le galline un bel po' ad aspettare il nostro uomo, che, pur avendoci visto, continuava a zappare nell'orto. Prima che ripartissimo Pasquale strappò delle foglie da un pioppo prossimo al pagliaio e ce le spalmò dentro i cappelli. Disse:

“Così non prendete colpi di sole.”

L'umiliazione 

Una domenica andai al campo sportivo per vedere la partita. Non avevo una lira  e non potevo entrare, Poi notai due ragazzi girare l'angolo, Li raggiunsi e imitai arrampicandomi a fatica sulla recinzione. La squadra del mio paese vinse e io scrissi 3 a 1, col dito, sulla polvere della corriera degli avversari, quando m'arrivò un calcio nel sedere. Guardai quell'uomo e presi a correre, come a scappare dall'umiliazione e non dal dolore che non avevo sentito. Poco tempo dopo lo rividi, era proprio lui  in fotografia che sorrideva da un annunzio funebre del giornale. Mi guardava mentre mi parve di sentire una carezza scivolare sui capelli.

I tuffi

La libertà mi ubriacò. Un paio di volte, invece che alla dottrina, andai a vedere alcuni calciatori che si gettavano dall'alto di un ponte nel sottostante gorgo. Volavano. Ogni tuffo uno scroscio di applausi. Mia madre, quando seppe che ero andato al Tevere e non in chiesa, mi disse che m'avrebbe mandato in seminario, che, per me era il carcere dei ragazzi. L'eco della minaccia m'inseguì per qualche giorno. Pensavo alla gonnella nera come  castigo a vista.

La liberta'

Frequentavo ormai la quinta elementare e, dopo pranzo, avevo il consenso per uscire. Spesso andavo al parco a giocare, sennò salivo sulla collina. Mi pareva di scoprire il mondo e di respirare la libertà. Una volta mi fermai nei pressi di una casa colonica. Mi attrasse la presenza di un cane che mi guardava a testa bassa, non mi abbaiava e mi salutava con la coda. Era al pagliaio dove gli avevano scavato la cuccia. Il suo mondo corrispondeva a quello di una breve catena fermata ad un caviglio piantato in terra.  Fu subito amico e presi a carezzarlo. Gli parlavo e lui mi riaspondeva con mugolii. Aveva le costole a vista. Guardava il sole con gli occhi torbidi. M'accorsi che era cieco. Dopo qualche giorno tornai a trovarlo, ma non c'era più, la cuccia era un buco vuoto.Poi lo rividi e fu lui a venire da me una mattina tra il sonno e la veglia. Aveva gli occhi limpidi e, mugolando, mi disse che dove ora si trovava non esistono le catene e che quel posto, dove non possono comandare gli umani, è la patria della libertà.

Franco Ruinetti

lunedì 27 marzo 2023

Gli spilli di maneglia (552)

   

va in archivio il reddito di cittadinanza e con lui tante vane illusioni

martedì 21 marzo 2023

A richiesta rispondo su Man e sull'umorismo (by Franco Ruinetti)

 

    

A RICHIESTA RISPONDO SU MAN E SULL'UMORISMO
 
M'arriva la richiesta da uno studente, per una tesi, di qualche 'ragguaglio' su MAN e sull'umorismo. Rispondo al giovane che può trovare informazioni al riguardo su varie enciclopedie, ma non svicolo e mi fermo a rispondergli anche se liberamente e veloce.
Enzo Maneglia, come fanno molti artisti, ha sfrondato nome e cognome ribattezzandosi MAN, che è sbrigativo e suona bene. E' nato in Turchia, sulle sponde del Mar Nero, da padre piemontese e madre greca, DNA internazionale, non conosce una parola di turco, la sua prima lingua, quella della matita, è universale; si è sposato una sola volta, amore, non pigrizia. Sua moglie Lidia testimonia che è un bell'uomo, però io non lo possso avallare dato che non ho competenza nel genere maschile. Il ritrattista Giuma gli ha fatto le sopracciglia come siepi. Tali specialisti sono bravi a celebrare i particolari. Cominciò a disegnare da ragazzo. Realizzava talvolta fanciulle in fiore nei cieli dell'immaginazione e le ragalava ai compagni di classe, che gliele chiedevano, per incontri al chiaro di luna. Si è affermato collaborando con settimanali illustrati, quotidiani, riviste umoristiche, storiche, degli anni '60/'70, partecipando a mostre e concorsi nazionali e internazionali della vignetta e illustrazione. E' primo redattore del blog Fighille Arte.  
L'umorismo è una brezza lieve,   carezza del sorriso, appena un accenno a fior di labbra, nel cui campo si accendono visioni spesso sorprendenti, godibili, serene. Si può collocare tra la satira, che arriva ad essere aggressiva, campo minato, irriguardosa e la comicità ridanciana. Spazia nella zona franca dell'equilibrio: in medio stat virtus. E', lo dice il papa Francesco, una medicina che fa bene.
Con frecciate di arguzia piacevoli e originali, con un segno che corre fluido e incisivo, con felice e facile creatività, con benevolenza indulgente e nella continuità dello stile, si esprime MAN. Prende di mira gli accadimenti sociali, interviene nel settore del gossip (termine di alta moda, per chiacchiericcio, pettegolezzo), nel movimentato mondo della politica, si trastulla con i volti dei personaggi che balzano sulla vetrina della popolarità manomettendoli, ma sempre con rispetto, cercando di andare oltre la superficie, dell'apparenza.
Periodicamente inventa nuove generazioni di pupazzetti. Quelli recenti hanno nasi grossi, pantaloni con le gambe enormi a sacco, piedi così piccoli da doverli cercare per trovarli. Parlano tramite le nuvolette d'ordinanza, ma quando le parole non compaiono, il mutismo è ugualmente e  forse ancor più espressivo.
 

Quello che l'artista realizza nelle ribalte delle vignette è un mondo parallelo. Talvolta le sue figurine, specie di marmocchi,  interpretano gli stati d'animo, l'interiorità. Sono colpi d'ala, di leggerezza. Al proposito s'incontra  una bambina-bambolotto vispa e scapigliatella che ti guarda con occhi luminosi. Ha calzato scarpe con i tacchi a spillo della madre, due barchette squillanti di vernice rossa. La scena accende simpatia e dolcezza.
I personaggi di MAN, le ambientazioni possono apparire prossimi alla realtà,  sennò sembrano provenire dai cartoni animati o uscire dai sogni, dalla fantasia, dalle lande del surreale. Perché la vita, che è movimento continuo, corre come il tempo, non si ferma neanche di notte  ad occhi chiusi.

Franco Ruinetti

lunedì 20 marzo 2023

Gli spilli di maneglia (551)

  

Le barzellette non invecchiano mai e periodicamente ritornano a circolare ma quella sul Ponte di Messina non fa ridere....fa solo piangere ! 

martedì 14 marzo 2023

Sul fare del giorno (by Franco Ruinetti)

    

SUL FARE DEL GIORNO
 
Notte di tregenda. Ogni tanto guardo la sveglia dalle lancette azzurre. Le ore passano pesanti, quintali di tempo pieno di silenzio in agguato, col cervello senza le briglie, che sbanda dal mondo dei sogni all'aldiqua. Ad un certo punto  mi ritrovo fermo e  cerco la luna nella finestra, ma lei, amica del cielo pulito e degli animi sereni, non c'è. Allora si apre un siparietto. Compare un serpente con gli occhiali da sole. Certamente li indossa per civetteria. Scodinzola al ritmo del piffero che suona  dispiegando nell'aria una nenia noiosa.  Io cammino, lui mi segue. Eppure sono nel letto. Che Succede? Vattelappesca! Ecco la  ninfa con un turbante in testa e nient'altro, col sesso vestito da un ciuffo di capelli biondi come la Venere degli Uffizi. Bellezza seducente, vuole apparire vereconda come quello che tira il sasso e nasconde la mano. Lecco il dito e giro  pagina.  Passa un trattore, mi scanso, non è lui che fa  rumore, sono io che russo. Lo sento riemergendo dal sonno. Ora c'è un maiale che, svolazzando goffamente mi viene dietro. E' enorme, oltre un ippopotamo. Sta per infornarmi in bocca. Il cingolato scompare, però il motore continua a battere forte nel petto. Mi giro, ho la fronte fredda,  cerco l'interruttore della luce e non lo trovo. La finestra è ancora spenta o quasi, sento che mi perdo nel vuoto. 
Poi gli incubi svaniscono. Da lontananze impossibili,  balza alla riva del presente il mio amico Checco, che è inquilino del cimitero da un paio di anni. Aveva la parola veloce, sembrava gli ballasse in bocca. Lo portò via il cancro in quattro e quattr'otto, E' immobile davanti a me, c'è e non c'è, ad intermittenza come le lampade di Natale, incerto, tra il sonno e la veglia. 
“Sei una bella sorpresa, è un gran piacere vederti, ma finiscila di giocare a nascondino, mi fai girare la testa.” 
“Non posso perché sono ancora in zona neutra, in sala d'attesa o, se preferisci, nel vestibolo.” 
“Non sei né vivo, né morto?” 
“E' certo che la dimensione dove sei te è solo un viaggetto, una vacanza, un esilio. Dopo poi il corpo si perde e resta l'ombra, chiamiamola così, come una traccia ora lattea, ora scura, ora fosforescente. Insomma volevo dirti, non so o non posso spiegarmi meglio, che io sono vero e il morto temporaneo sei tu.” 
“Vai di palo in frasca. Sei sempre lo stesso filosofo dai discorsi randagi. Cerca di venire a trovarmi ogni tanto, mi piacerebbe che ci frequentassimo come capitava quando s'era ancora giovani.” 
 
 
“Stavolta sono potuto venire, con un permesso speciale, sul fare del giorno e allora mi vedi e senti. Quando vengo in piena notte sono confuso col buio e non mi vedi. E non mi senti perché dormi.” 
“Ti ricordi... 
“Ricordo tutto.” 
“Volevi la prova d'amore.” 
“La chiesi con insistenza alla Rosalba, che era la mia fidanzata putativa e non me la concedeva. Si professava innamorata cotta di me, diceva che il nostro amore doveva essere puro, come quello di Dante per Beatrice.” 
“E non eri contento?” 
”No, perché io rimanevo digiuno mentre la prova d'amore la dava da tempo e a profusione ad un certo Roberto.” 
“Sei ancora arrabbiato con lei? Che fine ha fatto?” 
“No, le sono grato perché mi accese un sentimento nobile, che mi travolse. Non so che fine ha fatto perché qui si perdono i corpi, ma la dolcezza dell'amore resta.” 
“Capisco,” 
“Non puoi. Capirai quando ti slegherai dal corpo, Ora concludo: di prove d'amore, in seguito, ne ebbi molte. Tutte a pagamento. Che è cosa turpe perché il commercio del sesso  fa essere gli umani peggiori delle bestie.” 
D'improvviso Checco, sospeso a mezz'aria, s'allontana dicendomi “Ciao ciao” con la mano. 
Gli chiedo al volo: 
“Ma questo nostro incontro è sogno o verità?” 
“Non c'è differenza.” 
Apro gli occhi. Ho l'impressione che quelle visioni così articolate siano durate a lungo. Guardo la sveglia. La quale mi dice, invece,  che tutta la realtà  rivelatami nel faticoso riposo, è durata poco, pochissimo. Forse nel sogno il tempo è concentrato. Sui vetri c'è un chiarore con qualche velatura colore di rosa. Il nuovo giorno fa i primi passi. La luce è mite come il sorriso di un bambino.
 

Franco Ruinetti

lunedì 13 marzo 2023

Gli spilli di maneglia (550)

 

Le onde che arrivano dal mediterraneo non bagnano i palazzi romani.....

 

Gli spilli di maneglia (549)

 

 

Lo stop al "fumo" vuol dire anche mandare in "fumo" miliardi di incasso che lo Stato ottiene grazie al Monopolio sul tabacco.....passerà o volerà via come una voluta di fumo?

lunedì 6 marzo 2023

Gli spilli di maneglia (548)

 

Tre anni dopo il "paziente zero" siamo agli "indagati zero" ....tutto normale nel paese delle barzellette !