giovedì 31 dicembre 2020

Gli spilli di maneglia (439) / Speciale fine anno

   


...ci lasciamo alle spalle un anno che non rimpiangeremo e guardiamo con fiducia al nascituro 2021 !
 
Con questo lavoro del nostro amico Man possano giungere a tutti voi gli auguri della nostra Associazione per un felice anno nuovo !

 

lunedì 28 dicembre 2020

Gli spilli di maneglia (438)

  

...si avvicina la fine di questo tribolato 2020...finalmente qualcosa da festeggiare !

 

martedì 22 dicembre 2020

Verso un 2021 di ripresa delle attività per il Piccolomuseo di Fighille

Va a concludersi un anno difficile per tutti noi, un anno che ha visto rimodellare le nostre vite su nuovi ritmi, nuove urgenze, nuove necessità. 

Un anno fortemente complicato anche per le associazioni che, come la nostra, si occupano di arte e cultura. E' stato un continuo rinvio e annullamento di eventi e manifestazioni. Ne ha fatto le spese anche il Premio FighilleArte e la vita stessa del Piccolomuseo che è rimasta sospesa e congelata in attesa di tempi migliori.

Tutti noi ci auguriamo che il sereno torni presto e che il 2021 sia l'anno della rinascita. 

Quando la tempesta finirà torneranno i colori di sempre e in quel momento dovremo essere pronti.  Non abbiamo certezza di quando cio' succederà, possiamo solo augurarcelo. Ma, proprio perchè vogliamo essere ottimisti in questi giorni di fine anno, e annunciare che nel 2021 tornerà la nostra manifestazione di punta, il concorso nazionale di pittura.

L'appuntamento è per il primo week-end di ottobre 2021.

Con il concorso riprenderà anche l'espansione e la crescita del nostro museo.

Ma non sarà il solo evento su cui punterà il Piccolomuseo il prossimo anno.

Innanzitutto sono previste nuove importanti acquisizioni di opere per la collezione. Sono in corso numerosi contatti con artisti che vogliono donare al museo una testimonianza della propria arte e nei prossimi mesi formalizzeremo questi incontri.  

Fra questi siamo particolarmente felici di annunciare la volontà della famiglia Bardeggia di donare una nuova opera dell'artista gabiccese, scomparso nel 2004, e fondatore del nostro museo.


Con la fine dell'estate arriverà al museo una importante mostra retrospettiva dedicata a ENZO OLIVASTRI, l'artista cortonese che ha scritto pagine importanti nelle prime edizioni del nostro concorso e che è scomparso nel 2009. Da tempo stiamo lavorando assieme alla famiglia alla preparazione del materiale che confluirà in una mostra e in un importante volume biografico che sarà edito dal Piccolomuseo.


Sempre nel 2021 torneranno due volumi ormai classici e molto richiesti dagli appassionati: "il Maneglia" (raccolta delle vignette settimanalmente realizzate per il nostro sito) e "il Ruinetti"(raccolta dei racconti realizzati per il nostro sito).  Saranno edizioni speciali che collegheranno il pre-covid al 2021.

Contiamo inoltre che il prossimo anno si possa concretizzare la rimodellazione e il miglioramento dell'ingresso al museo anche al fine di potenziarne l'immagine nell'ambito del "Cammino di Francesco".

A tal fine l'artista Sergio Massetti ha ormai da tempo completato "Il Pellegrino di Ferro" una splendida opera  dedicata ai pellegrini che attraversano la nostra valle da La Verna verso Assisi e che vorremmo poter installare proprio di fronte al rinnovato ingresso del museo. 

In conclusione...le condizioni per un buon nuovo anno ci sono tutte...speriamo quindi per il meglio !

A tutti voi i nostri auguri per un sereno Natale in famiglia !


lunedì 21 dicembre 2020

Gli spilli di maneglia (437)

  

 
...mancano ormai 4 giorni alla epica e tradizionale "battaglia dei tortellini"!
 

 

martedì 15 dicembre 2020

Lo spuntino (by Franco Ruinetti)

 

LO SPUNTINO

"Vieni, insistette Gigino. Almeno una volta vieni, tu lo conosci bene, si sta in compagnia, chiede di te, si mangia cacciagione..."

Conoscevo il "Duca" perché avevamo trascorso insieme tre giorni in una caserma di Firenze per le selezioni militari e, dopo un bel po', ci avevo litigato per la precedenza ad un incrocio. Quindi non lo rividi, ma sapevo che aveva preso a braccetto la fortuna, che era diventato molto benestante e che lo chiamavano con quel gran nome.

Non ero entusiasta perché a me i ricchi di qualsiasi specie, cioè ereditieri, capitani di industrie eccetera non sono simpatici, credono di avere sempre ragione, così come non mi sono mai piaciuti i più forti e prepotenti, tanto che, da ragazzo delle elementari, quando, dopo la scuola si accendevano delle baruffe, io mi buttavo dentro in soccorso della parte debole. Comprai due fiaschi impagliati di aleatico da un vignaiolo e mi presentai con quel contributo allo "spuntino di mezzanotte."

La villa signoreggiava alta sulla costa del monte, con un panorama sulla valle a perdita d'occhio.

Mi aprì lui:

"Bravo, finalmente... sei l'ultimo."

Notai che si era appesantito, la luce gli batteva sulla testa calva dalla cui nuca calava sul collo il codino pepe e sale stretto da un elastico.

Contai i presenti sull'attenti alle loro postazioni intorno al gran tavolo imbandito.

Tutti uomini, alcuni li conoscevo.

Gigino mi salutò agitando la mano.

Misi l'aleatico sul tavolo, un fiasco qui, in compagnia di alcune bottiglie, un fiasco là.

"Sedete, vi prego, vado a prendere gli antipasti, intanto servitevi da soli il vino."

Tornò con due grandi vassoi, uno in ogni mano, abile come un cameriere navigato.

E, dopo gli antipasti, un catino di primi, poi i secondi e così via, tutto a base di cacciagione, volatili in compagnia del cinghiale e del capriolo. Buono ogni pezzo, non c'è che dire. Io tacevo e mangiavo. Mangiavo e mi mescevo il mio aleatico, che riscuoteva successo. Ascoltavo e sentivo parlare soprattutto il mio vicino, che si era presentato come professore laico, senza laurea, né cattedra.

"Il tempo è una realtà che non c'è (e giù un sorso di vino). Noi ci consumiamo come tutto il resto, ci spalmiamo nel tempo, che è solo una nostra invenzione... " (e giù un altro sorso).

Per me poteva predicare a volontà. Facevo finta di essere attento. Ogni tanto dicevo "Sì."

Tutti parlavano tra loro. Vedevo tante parole scompigliate annaspare nel fumo denso delle sigarette.

Ad un tratto prese a parlare il Duca e la sua voce veleggiava libera nel silenzio che si era subito stabilito in segno di rispetto (devozione?).

Portò a conoscenza dei convitati, con pronuncia ispirata, che gli elaborati culinari erano realizzati dalla moglie e dalla figlia, le quali desideravano restare in incognito, ma quei piatti avevano il suo personale sigillo, in quanto si era promosso capo chef e in quanto aveva procurato la selvaggina. Allora mise in tavola le proprie doti di grande cacciatore. L'uditorio pendeva dalle sue labbra. Io ero profano in materia, insomma, cominciava a sensibilizzarmi. Parlò di folaghe, moriglioni, mestoloni, alzavole, germani, ma mi suscitò più interesse la caccia in botte alle anatre nel delta del Po. Raccontò che era più volte andato a sparare oltre il circolo polare artico. Stendeva le braccia, faceva il gancio con l'indice e 'tapum, olè.' Diventò poetico riferendo uno scorcio naturalistico. In quei climi matti aveva visto cambiare il paesaggio, esplodere la primavera in un batter d'occhio.

"Vai lassù anche a caccia di donne?"

"No, sono fedele... ogni tanto" aggiunse a bassa voce.

Risa, applausi; uno, a bocca piena, sbatté le mani sul tavolo.

"Fiorin fiorello

l'amore è bello..."

"Fiorin fiorello...

mi fa sognare

mi fa tremare..."

Quindi ricordò la caccia grossa in Africa cadenzando la voce in sordina e al rallentatore, rapito, estasiato: "tapum", gancio dell'indice, "Olé", applausi. "Ci tornerò, lo prometto."

Devo riconoscere, però, che mi sembrò modesto. Non disse di evere ucciso un dinosauro e di averci fatto lo spezzatino.

Tacque.

Tutti mangiavano, bevevano, fumavano. Ma l'intervallo durò poco. Ad un tratto il Duca alzò di scatto la testa dal piatto e mi guardò diritto:

"Ti ricordi?"

"Mi ricordo."

"Sono trascorsi trent'anni, è passata tanta acqua sotto il Ponte Vecchio dove s'andò a passeggio."

"A quel tempo anche te avevi le tasche vuote."

"E' vero, ma già da allora avevo la testa in fermento... poi ci siamo rincontrati a quell'incrocio dove per poco non si fece l'incidente per colpa tua..."

"Mi sembra ieri, ripresi, ma la colpa era tua..."

"Non voglio litigare di nuovo."

"Neanche io e, al proposito, mi viene in mente Lodovico de I promessi sposi che, per un motivo di precedenza, ammazzò il nobile..."

"Ma che cianci!? Questo qui non lo conosce nessuno."

"Io sì, intervenne il professore laico, ho letto e riletto quel libro."

"Ah! rispose il padrone di casa. Io non amo né certi libri, né certi professori. La scuola mi bocciò, la vita mi ha riscattato."

I discorsi e gli scontri continuarono, ma diventavano fumiganti perché i fiaschi e gran parte delle bottiglie erano stati scolati.

Mi scappò una citazione purtroppo offensiva e meno male che in tal senso non fu recepita:

"ah, intendo, il suo cervel, Dio lo riposi..."

"Il mio cervello non ha mai riposato, tienilo bene a mente."

Poi cambiò vento. Gigino intavolò il discorso sul campionato di calcio, mentre lo spuntino trimalcionico volgeva stancamente al termine.

Quando uscii albeggiava. Il cielo all'orizzonte presentava una lieve carezza di rosa pallido. Respirai a pieni polmoni e un po' brancolavo, ma mi sentivo di guidare la macchina.

Non ho più rivisto il Duca, che è volato sempre più in alto con la sua azienda. Lo incontrerei volentieri, però solo per un caffè. Quella gran cena fuori orario fu ottima, ma io preferisco due fette di bruschetta in compagnia dei miei desideri da sempre inseguiti e incompiuti.

Franco Ruinetti