sabato 1 maggio 2010

Anticaglia Simone

 

Simone Anticaglia nasce nel 1973 in Umbria, a Perugia, città nella quale ha studiato per la propria formazione professionale e dove tuttora risiede. Attratto dall'Artigianato artistico del territorio e non solo, nel tempo, si scopre incline alla realizzazione di manufatti originali che progetta personalmente, iniziando anche ad avvicinarsi attivamente all'Arte pittorica intorno ai 30 anni, conseguentemente ad un lungo periodo di profondo conflitto interiore e cambiamento ideologico che ha fatto da spartiacque nell'evoluzione della sua vita . Da autodidatta, pertanto senza canoni accademici di riferimento, attraverso forme e colori che riconosce intimamente, nei suoi lavori cerca di narrare se stesso focalizzando l'attenzione su ciò che con maggior irruenza si imprime profondamente in lui. Sensibilmente affascinato dall'Arte espressiva Informale, utilizzando compromessi geometrici inizia a riconoscersi nella luce intrappolata dai meccanicismi costruiti nei suoi dipinti. E' evidente, infatti, il suo tentativo di trovare attraverso le proprie opere il modo di liberare quella luce esprimendo un' impellente esigenza di vivere. Respirare, per lui, diventa un atto che nella vita contemporanea può arrivare ad essere una necessità da salvaguardare con consapevolezza. E' palese che nella società odierna i valori imperanti siano velocità ed uniformazione, ciò conduce ad attivare comportamenti ed ideologie spesso non condivisibili e soprattutto quasi mai adeguati ai bisogni ed ai naturali ritmi dell'essere umano. Per questo è fondamentale fermarsi a respirare, ascoltare e ad assaporare la propria vita perché ognuno di noi ha il diritto di sentire di esistere anzitutto come individuo e poi come persona socialmente inserita. A tale scopo l'artista nell'atto pittorico costruisce simbolicamente schemi rigidi, inglobanti, serrati e ripetitivi  per poi romperli al solo fine di liberare la luce e donare finalmente aria ai suoi lavori e quindi a se stesso. Attualmente sta continuando questa sua ricerca sperimentando anche altri linguaggi espressivi.

Anticaglia visto da Antonelli
Michele Ottoveggio e Cristina Ifrosa (TV Belga) parlano della sua arte:
"Se è vero che ogni narrazione nasce dall'esigenza sia di raccontare il proprio mistero esistenziale, sia di coinvolgere il fruitore in un percorso di esposizione suggestiva e catartica, in una sorta di teatro di intime pulsioni tradotte, lo spettacolo dell'Arte di Simone Anticaglia prende vita dal gesto di una tela squarciata e gettata in un angolo, a ridosso di un proscenio sul quale si rivela un mito antico e sempre nuovo. Imbattersi in un dipinto di Anticaglia è sperimentare la medesima passione spirituale di ogni individuo al cospetto dell'esemplificazione tangibile dei propri fondamenti atavici; è come affondare le pupille nel frutto dell'intelligenza storica di un popolo contenuta in un libro sacro. Verità che esprimono sé stesse nell'atto, reso emblema, del proprio eternarsi, come inglobate in un senso di ieratica ed immutabile virtù, che sorge sempre da una forma di divisione del mondo; lì, dove la materia e lo spirito giungono ad un tratto comune, ecco che l'oggetto, divenuto metafisico, racconta la propria origine e la propria evoluzione, in un'operazione che sprigiona la condizione dell'essenza, il luogo dove l'occhio del fruitore può scrutare il generarsi delle ragioni dell'evento in sé. 


Fruire di un'opera di Anticaglia vuol dire godere idealmente della bellezza di paesaggi immoti, senza tempo, dove i segni di spatola , le forme, l'andamento del tratto, nel loro interminabile incontro e divergere, si conformano allo stagliarsi di foreste urbane, a linee frastagliate di coste metafisiche, ad incroci cittadini ed a percorsi interiori, a scelte parallele o contrastanti; e tutto, nel medesimo istante, in un attimo che infonde il senso di un qui ed ora vivificato da un cuore, al contempo, pulsante di vita ed iconico d'idea. Soffermandosi, chi osserva le creazioni di Anticaglia si ritrova spettatore di un universo chiaramente separato da un prima e da un dopo, da un pieno e da un vuoto, dove sono presenti, tramite astrazioni di un fascino sopraffino, sia il nucleo di una genesi, sia il suo esito, ed il fine stesso, come se nello sviluppo di un moto dell'animo si condensassero, al contempo, oggetto scatenante, sensazione ed azione; quelle strutture geometriche, vie regolate di ordinamenti, di moti interiori, di evoluzioni plurime, fra le quali è il colore a tradire il divenire di un evento, come se, al di là delle dimensioni di un ordine universale, la plasticità totale e diffusa della tinta conservi il segreto di ciò che sarà. E poi il mondo, con la sua sponda oltre la quale si staglia proprio il divenire trascendente da fruire, ed un confine netto, fino al quale le vestigia della propria architettonica immanenza si conformano solide, nette, ripetitive, seppur con un indice fondamentale di variegate possibilità. Esiste, nell'Arte di Simone Anticaglia, l'intuizione della pittura romantica, per la quale l'uomo esperisce dal creato e vi si confronta con uno sguardo che tutto ricerca, nell'immensamente grande e nell'estremamente intimo, volgendo gli occhi verso l'interno dell'universo in cui l'evento accade. Ecco, quindi, condizione, sensazione, prospettiva ed evoluzione; in un momento reso emblema e concentrato nella dimensione ritagliata dal dipinto dove l'esperienza di ogni fruitore vive la propria rappresentazione più veritiera, completa ed essenziale"  


                                                   
Ringraziamo l'autore per le immagini fornite.

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https://fighillearte.blogspot.com/2010/05/opere-di-bruno-ceselin-nel-museo.html