mercoledì 27 giugno 2018

Amore platonico... by Franco Ruinetti





Era un bel giovane, poco socievole. Lo aveva investito un amore violento. Studiava quello che gli pareva. Aveva nel cervello un'idea fissa: ricciola, bionda, con gli occhi celesti. Qualche ragazza lo guardava, ma lui pensava a quella che, incontrandolo, abbassava lo sguardo, non lo guardava. Così pensava che non lo pensasse, però, in realtà, non lo sapeva perché non le aveva mai parlato, era timido, insicuro, aveva paura del rifiuto. Rimaneva nell'incertezza, in fondo alla quale insisteva un barlume di speranza, mentre un eventuale 'no' dichiarato avrebbe chiuso il sipario con la scritta 'fine.'

Amava un'assenza, come i più grandi dell'antologia, Dante e Petrarca, ma loro erano contenti, lui no. Quell'amore era dolore, del quale non poteva fare a meno, lo desiderava. Era una pena continua.

Col passare del tempo la sua patologia spirituale divenne cronica. Faceva il proposito di azzardare, di cercare quella ragazza e fermarla, ma non lo faceva, risolveva di parlarle alla messa della domenica, ma c'era quell'amica. Le andava vicino, però rimaneva impacciato, muto.

Così passarono gli anni, una decina, durante i quali lei si sposò e anche lui si sposò. Quando una mattina di maggio, nel viale dei tigli, se la vide davanti. Teneva per mano i due figli con gli zainetti sulle spalle. Si era un po' irrobustita, ma aveva ancora qualche riflesso fulgido dell'adolescenza.

D'impulso le sussurrò:

“Ti ho sempre amata”.

“Anch'io”.

Poi ognuno proseguì nella propria direzione. E la pena s'ingentilì. Però fu doppia.

Passarono altri anni, ma non trascolorò quell'idea fissa ricciola, bionda, con gli occhi celesti. Ormai lui viveva in un'altra città, ma periodicamente tornava al paese per deporre qualche fiore sulle tombe dei suoi genitori e dare un saluto ai mancati suoceri, presso i quali, come sperava, finalmente la rincontrò. Ma non era più la stessa. Gli fece venire in mente il biancospino quando ha perduto l'infiorescenza. Solo gli occhi erano ancora due gocce di cielo. Fu contento dell'incontro, di averci per la prima volta, pur brevemente, conversato. Fu come se si fossero detti solo gli indici di due libri bugiardi. E la pena non trascorse, ma gli fu amica malinconica.

Per tutta la vita aveva tradito la moglie con quella luce che lo aveva colpito nella prima giovinezza, con l'illusione del ricordo, con la sofferenza che insegue la speranza. Era certo che la sua non fosse una storia isolata, bensì frequente e che tanto amore, dopo il gran passo, dopo le sue Colonne d'Ercole, brillerà nelle notti con una nuova stella.

Franco Ruinetti