venerdì 21 febbraio 2020

Un incontro singolare al Concorso di Fighille (by Franco Ruinetti)

 



Camminavo lentamente passando e ripassando in tutte le stanze dov'erano esposti centinaia di dipinti dell'annuale rassegna di pittura. Di tanto in tanto mi fermavo, mi pareva che questo o quel quadro mi chiamasse per accendere la mia attenzione, raccontarmi i contenuti, ragionare insieme. Cercavo di individuare il dipinto più valido da proporre agli altri componenti della commissione giudicatrice come primo premio. Quando, ad un tratto, un signore, che non permetteva di passare inosservato, mi prese per un braccio:

"Questo è il migliore."

Così dicendo mi indicò l'opera lì davanti, che era  sul cavalletto, un 80 x 100. Ma, prima che su quel lavoro, posai lo sguardo su di lui, persona di media taglia, come me, di media età, vestito fumo di Londra, con cura, ma con un cappello dalle larghe tese a dir poco eccentrico. Era di vari colori stemperati su una base lievemente fumigante di grigio.

"Scusi, gli chiesi, ci conosciamo? Lei chi è?

"Sono l'estimatore dell'arte astratta."

"Infatti il suo copricapo assomiglia al suo quadro..."

"Non sono io l'autore... Indosso questo indumento in occasione dei concorsi che frequento... E' come una bandiera, un omaggio all'arte che non ha parole, vale a dire priva di immagini decifrabili, ma che dice tutto..."

L'estimatore aveva ingranato la marcia: Io non sapevo staccarmi da lui, che m'incuriosiva e mi pareva esprimesse sensibilità, competenza.

"Tutti andiamo verso l'astratto, dal quale siamo venuti: astrarre vuol dire tirare fuori: perdiamo la materia, rimane l'anima. Anche lei, cioè tu, diamoci del tu così siamo più vicini, anche tu ami questo genere d'arte?"

"Io amo le donne..."

Ero frastornato, avevo cercato di scantonare nello scherzo, ma lui fece finta di non sentire e continuò la sua filippica.


"Questo quadro t'invita ad andare oltre, a creare, anzi a concreare, è musica che si vede, non è copia dell'esperienza, ma esperienza e, se tu sfogli quanto ho detto, trovi Kandinsky, trovi Ruthko, perché sei esperto, altrimenti non saresti presidente del concorso..."

"Noi della giuria sediamo attorno ad una tavola rotonda, così non esiste il capotavola e siamo tutti presidenti."

"La realtà concreta sfocia nell'oceano del mistero, il soggettivo assurge all'universale. I colori ondeggiano, rilucono..."

"Scusami, devo andare."

Mentre mi allontanavo con recitata fretta mi ricordò:

"Questo è il primo premio... Capito?"

Le persone che erano intorno ci guardavano.

Un mio amico mi disse:

"Non dargli ascolto, quello era il più bravo del liceo, ma gli è venuta la testa zoppa dal rifiuto della astrattista."

Questa rivelazione mi rattristò. Lo so bene: un amore non corrisposto può essere devastante soprattutto nell'adolescenza. Conosco un uomo, che fin da quando era giovanissimo, passa e ripassa, a tutte le ore, per la mia strada, si ferma davanti alla casa dell'amata che fu sorda alle sue insistenze e non abita più lì da oltre vent'anni. Tira fuori dalla tasca, in fretta, il telefonino fa finta di telefonare. Si dichiara figlio del presidente della repubblica.

Dopo un pò ero di nuovo nei pressi dell'estimatore, che mi guardò con insistenza. Allora lo rassicurai:

"Non ti preoccupare, ho capito tutto."

La sera io non mi fermai alla lettura del verbale, quando venivano dichiarati i vincitori. Non mi piace assistere ad eventuali contestazioni. Quella pittrice non risultò prima in graduatoria, ma ottenne comunque un premio importante dovuto in primo luogo al suo talento, certamente anche al mio maturato interessamento e, non ultimo, per merito del cappello a colori.
Franco Ruinetti