giovedì 13 agosto 2015

Riccione (di F.Ruinetti)


RICCIONE

Le femmine hanno
i colli di Modigliani,
le gambe di bronzo
nelle gonne
pazze di musica.
Regalano
sogni a colori.
I maschi azzurri vanno
sulla copertina
di Viale Ceccarini
nel tempo delle rondini
che volano
sopra la coltre dei pini.
Femmine e maschi
in quella strada che nasce
dalla luce del mattino.
Gli innamorati
di notte si baciano
sulla spiaggia
e l’onda muta
scivola sulla sabbia
come una carezza
lunga.
Quando tornano al paese
sono lucciole
senza la fiaccola.


Riccione è giovane
come il sorriso della brezza,
il sole sorge
dal nido del mare,
i bambini abitano
nei loro castelli
fragili e belli.
Nel porto vivono ancora
i pescatori antichi,
patriarchi della solitudine,
anime dei secoli.

Riccione d’inverno
è spartito senza le note,
pagina bianca
da scrivere di nuovo:
ogni villeggiante
ha portato via la sua canzone.

Passano gravi i gabbiani.
Viene dai monti
grigi
la pioggia che spazza
i desideri perduti.

Riccione,
isola del sole
e della luna,
con le vele rosse e gialle
della dolcezza autunnale,
altalena nell’anno
tra l’attesa
e la grande festa,
con i coriandoli
delle ore
rubati dal vento.

(Franco Ruinetti)