Guido Acquaviva nasce a Secchiano di Novafeltria, paese della Valmarecchia, nel 1946. Vive e lavora a Corpolo' di Rimini. Laureato in Lettere ha insegnato Italiano e Storia fino alla pensione presso istituti superiori del riminese. Come pittore è un autodidatta. I suoi dipinti si ricollegano a quella umanità contadina dell'ambiente perduto dell'infanzia. Una umanità "rubiconda" ma non "obesa" come qualcuno ha voluto definirla. L'autore sostiene che i suoi personaggi sono l'emblema di un canone di bellezza che coincideva nel mondo contadino con il principio dello "stare bene", dell'essere sani fisicamente e moralmente.
Anche nelle "Madonne col bambino" riprende la stessa tipologia dei suoi personaggi aggiungendovi un tenero senso di una maternità sorridente, dolce, affettuosa e semplice, mai irriverente che pur si vuole ricollocare nella tradizione della iconografia sacra, alle tavolette devozionali del Trecento, agli sfondi dorati bizantini.
Cosi' introduce alla sua pittura il critico Franco Ruinetti: "E' un
creativo, vede gli uomini come bambolotti dai colori gioiosi e il mondo come
una fiaba, ma non per qualche forma di contestazione, bensì per evadere nella
libera dimensione della fantasia, per scappare dall'età adulta, tornare con la
mente fanciulla, per sempre. Le presenze sono tante, la vita è corale nello
sfarzo della luce mattutina: la realtà pittorica racconta la vivacità nuova di
una grande piacevole illusione nell'incanto continuo della poesia. Acquaviva è
un visionario contagioso, ci porta altrove, in quel tempo, ormai lontano,
quando le donne lavavano i panni sulle sponde del Marecchia, li sbattevano
gonfi d'acqua sulla pietra con tonfi spessi e lunghe cantilene, così diceva il
Pascoli.
Acquaviva visto da Man |
Un
mondo che conosce l'amicizia si svolge nelle opere di questo artista. Quattro
fanciulle in fiore, serene, rotondette, occhi azzurri, siedono sul ramo di una
pianta, sembrano frutti di un prodigio, primizie della mente. Ogni scena si
afferma su panorami campestri, dove si vedono le colline tondeggianti, con le
varie colture che si alternano nello svolgersi dei campi. E spesso, al confine
col cielo, c'è una casetta dal tetto rosso, come una breve nota musicale
nell'azzurro disteso.
L'artista
rivive, dipinge e partecipa gli stupori, quasi bagliori improvvisi nella
fanciullezza. Ecco allora la moto Guzzi 500 con quel rosso fiamma che non si
spegne nel tempo, ecco quel grappolo di palloncini variopinti che sollevano in
volo quell'uomo pupazzetto coi baffi. E quanta dolcezza nell'aria rosa del
tramonto vedere i lavoratori, paffutelli, con gli occhi al cielo, sostare nel
campo, sotto l'ombrello di un grande albero, raccolti nella preghiera
dell'Angelus! Acquaviva visto da Giuma |
Dal 2019 una sua opera è esposta in permanenza presso il Piccolomuseo di Fighille.
Ecco alcune sue opere recenti: