A RICHIESTA RISPONDO SU MAN E SULL'UMORISMO
M'arriva la richiesta da uno studente, per una tesi, di qualche 'ragguaglio' su MAN e sull'umorismo. Rispondo al giovane che può trovare informazioni al riguardo su varie enciclopedie, ma non svicolo e mi fermo a rispondergli anche se liberamente e veloce.
Enzo Maneglia, come fanno molti artisti, ha sfrondato nome e cognome ribattezzandosi MAN, che è sbrigativo e suona bene. E' nato in Turchia, sulle sponde del Mar Nero, da padre piemontese e madre greca, DNA internazionale, non conosce una parola di turco, la sua prima lingua, quella della matita, è universale; si è sposato una sola volta, amore, non pigrizia. Sua moglie Lidia testimonia che è un bell'uomo, però io non lo possso avallare dato che non ho competenza nel genere maschile. Il ritrattista Giuma gli ha fatto le sopracciglia come siepi. Tali specialisti sono bravi a celebrare i particolari. Cominciò a disegnare da ragazzo. Realizzava talvolta fanciulle in fiore nei cieli dell'immaginazione e le ragalava ai compagni di classe, che gliele chiedevano, per incontri al chiaro di luna. Si è affermato collaborando con settimanali illustrati, quotidiani, riviste umoristiche, storiche, degli anni '60/'70, partecipando a mostre e concorsi nazionali e internazionali della vignetta e illustrazione. E' primo redattore del blog Fighille Arte.
L'umorismo è una brezza lieve, carezza del sorriso, appena un accenno a fior di labbra, nel cui campo si accendono visioni spesso sorprendenti, godibili, serene. Si può collocare tra la satira, che arriva ad essere aggressiva, campo minato, irriguardosa e la comicità ridanciana. Spazia nella zona franca dell'equilibrio: in medio stat virtus. E', lo dice il papa Francesco, una medicina che fa bene.
Con frecciate di arguzia
piacevoli e originali, con un segno che corre fluido e incisivo, con
felice e facile creatività, con benevolenza indulgente e nella
continuità dello stile, si esprime MAN. Prende di mira gli accadimenti
sociali, interviene nel settore del gossip (termine di alta moda, per
chiacchiericcio, pettegolezzo), nel movimentato mondo della politica, si
trastulla con i volti dei personaggi che balzano sulla vetrina della
popolarità manomettendoli, ma sempre con rispetto, cercando di andare
oltre la superficie, dell'apparenza.
Periodicamente inventa nuove generazioni di pupazzetti. Quelli recenti hanno nasi grossi, pantaloni con le gambe enormi a sacco, piedi così piccoli da doverli cercare per trovarli. Parlano tramite le nuvolette d'ordinanza, ma quando le parole non compaiono, il mutismo è ugualmente e forse ancor più espressivo.
Periodicamente inventa nuove generazioni di pupazzetti. Quelli recenti hanno nasi grossi, pantaloni con le gambe enormi a sacco, piedi così piccoli da doverli cercare per trovarli. Parlano tramite le nuvolette d'ordinanza, ma quando le parole non compaiono, il mutismo è ugualmente e forse ancor più espressivo.
Quello che l'artista realizza nelle ribalte delle vignette è un mondo parallelo. Talvolta le sue figurine, specie di marmocchi, interpretano gli stati d'animo, l'interiorità. Sono colpi d'ala, di leggerezza. Al proposito s'incontra una bambina-bambolotto vispa e scapigliatella che ti guarda con occhi luminosi. Ha calzato scarpe con i tacchi a spillo della madre, due barchette squillanti di vernice rossa. La scena accende simpatia e dolcezza.
I personaggi di MAN, le ambientazioni possono apparire prossimi alla realtà, sennò sembrano provenire dai cartoni animati o uscire dai sogni, dalla fantasia, dalle lande del surreale. Perché la vita, che è movimento continuo, corre come il tempo, non si ferma neanche di notte ad occhi chiusi.
Franco Ruinetti