Ogni pittura eseguita da Bruno Brolli si carica di intensa emotività. Racconta un approdo nel presente, ma anche una storia. Sono varie le tematiche che interessano l’artista e che sviluppa nel corso del tempo e della produzione. E’ stato suo mentore Luigi Pasquini che sentì l’energia dei suoi colori “gemmati”. Parlava di questo artista, viene da dire, a tutto tondo, che si avvale del pennello, ma anche della materia. La sua bottega e le realizzazioni in ceramica sono note e apprezzate in ambito locale e all’estero. Ma, tornando al primo assunto, vediamo quei colori densi, vibranti tra la purezza e la sensualità, talora sgocciolati, quei lampi di luce derivanti da certi contrasti improvvisi, ad esempio di rosso sangue, di scuro, d’azzurro, che si affermavano sulle tele della prima maniera, di quand’era molto giovane e aveva compiuto, tutto spesato, il giro del mondo. Aveva conosciuto quella tecnica in oriente, la integrò, adattò e ne fece la sua voce in arte. Prevalevano i paesaggi, realizzati con l’immediatezza del gesto, con qualche tessitura non del tutto decifrabile, tensione verso l’informale, eppure nel complesso chiaramente figurativi. Fu un’esperienza artistica impegnativa e nuova. Bruno non cedette, come altri, che per la maggior parte si sono dispersi, alla tentazione di lasciare la strada della verità. La sua espressione iconografica, in certo senso è mimetica, discende direttamente dalla nostra grande tradizione. Ecco i clown. I gesti marcati, insistiti, le cromie forti e fortemente contrastate, le esagerazioni dei vestiti e dei sorrisi sono la rappresentazione dell’allegria fanciulla, della bellezza e, unitamente, del ridicolo, sono interpreti del pensiero scompigliato, dolce e venato di malinconia della poesia popolare, che Fellini sentiva profondamente amica, che s’intona nel ricordo di tutti. Quei pagliacci abitano nella nostra prima età, levitano nel sogno.
Le opere, è opportuno sottolineare, sono fedeli ai valori del vero e questo è il credo, la categoria che non consente improvvisazioni, ma richiede sicurezza nel disegno, conoscenza evoluta della tavolozza, esercizio continuo. A questo personaggio, figlio di Rimini, l’arte richiede l’intera vita.
Poi ci sono i cavalli, protagonisti non solo nel campo delle tele, ma anche negli spazi aperti sui muri del ‘borgo’, dove ‘scalpitano’ ancora e fanno dimenticare i rumori correnti. Ecco, in altro luogo, una carica di cavalleggeri. Il quadro è particolarmente animato dal segno veloce e preciso, dall’alternanza ritmica dei colori. La vista di chi guarda sorvola sulle onde del marrone ora chiaro, ora marcio e sale agli acuti dei riflessi che s’accendono sulla pelle degli animali. Molti i colori. S’accendono e stemperano come in uno spartito musicale. Sul nero delle uniformi, composto e serio, squillano, echi di fanfara, le fiammelle rosse dei pennacchi.
Nelle scene dei dipinti insiste una sospensione nel silenzio, che certamente corrisponde allo stato interiore dell’artista, che si isola nella concentrazione. I volti dei ritratti occasionali o di persone famose sono raccontati con il vigore e, insieme, la morbidezza di una sintesi cromatica efficace, suggestiva. La verità è detta con pennellate asciutte, senza indugi descrittivi. Quegli sfondi fatti con declinazioni di vari colori, non intendono attrarre l’attenzione per non distrarla dai soggetti. Sono luci dell’emotività, non raffinatezze tecniche, chiarori astratti che derivano dall’urgenza dell’ispirazione, i quali chiamano dentro, nell’equilibrio bilanciato della composizione.
Il mare è presente su molte tele. E’ la canzone dell’azzurro, colore che esercita negli occhi e nella mente un’azione inesprimibile, diceva Goethe, che orienta ai significati della trascendenza. Esso è realtà e fantasia, bellezza senza confini. Le luci delle stagioni, sulla superficie dell’acqua e nel cielo sovrastante fanno pensare all’anima del mondo, che i colori ora modulati, ora trasparenti rendono viva e visibile.
Brolli non ha mai smesso di dipingere i paesaggi e quelli recenti, della piena maturità, non presentano più il vigore dominante dei colori. Nei campi fumiganti compaiono rare persone, contadini di una volta, tracce della memoria. Il pittore s’immedesima nelle sue vedute, in esse s’abbandona e disperde.
Nel versante della ceramica la produzione è amplissima eppure ogni ” pezzo” è unico e irripetibile. Quando si visita la sua bottega si ha sentore d’entrare nel medioevo. Piatti da esposizione, piastrelle, vasellame di foggia originale sono istoriati con fregi e immagini luminosi. Vediamo scorci antichi, monumenti testimoni dei secoli: realizzazioni che vengono acquistate e portano Rimini e la firma di Brolli in tutte le latitudini.
La materia modellata dalla creatività può assumere sembianze umane per interpretare e rendere visibili pensieri ed emozioni. Al proposito è sufficiente fare riferimento ad un’opera, “Il drogato”. E’ una terra cotta nel forno a cielo aperto, i cui colori trascorrono dai chiarori del marrone al grigio spento. Rappresenta una persona (h. cm 70) adagiata, ferita da profonde rotture e da lacerazioni. La testa è reclinata come in una crocifissione senza la croce. Non c’è condanna, ma vicinanza, condivisione della sofferenza.
Franco Ruinetti