Carlo Panzavolta
fra i protagonisti del Piccolomuseo di Fighille, è stato protagonista
dal 14 settembre al 20 ottobre 2013 di una nuova importante mostra personale presso il Palazzo di Residenza della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forli'.
La mostra ha proposto una cinquantina fra tele e disegni (questi ultimi in gran parte inediti) in grado di coprire un arco cronologico di oltre 30 anni e che l’artista ha voluto dedicare ai “Viaggiatori di periferia”.
“Un luogo come un altro - rileva il critico Rosanna Ricci, illustrando il titolo e lo spirito della mostra - Una folla di persone, ciascuna chiusa in una sua identità incomunicabile. Carlo Panzavolta entra dentro questa condizione umana, la indaga, la esplora, la fa sua. Poi, secondo il ritmo di un realismo dai toni espressionistici, l’artista propone la variegata realtà umana e le sue ambiguità in un coinvolgente e magistrale ritratto di personaggi. Sulla scena di un teatro immaginario si addensa una moltitudine di persone fisicamente vicine, ma psicologicamente distanti.: nel fragile specchio della vita si riflettono gli umori e soprattutto l’indifferenza di un’umanità che non trova stimoli e voglia per dialogare. Panzavolta osserva e riproduce frammenti di realtà, ma non lo fa in modo impersonale: in ogni personaggio inserisce un po’ di sé, della sua personalità e della sua sensibilità d’uomo e d’artista. Ovviamente non può mancare, in queste opere, la meditazione sul ‘doppio’ che si nasconde dietro l’apparenza, e il desiderio di interpretare atteggiamenti alla ricerca dell’umanità nascosta. E poi ci sono le emozioni e le riflessioni. Di conseguenza anche un breve segno, un colore più intenso, oppure l’insistenza su un particolare, rendono vivi i personaggi e significative le loro espressioni. Non c’è in Panzavolta l’intenzione di sottolineare il ‘male di vivere’ né il dipinto vuol essere strumento di denuncia o di provocazione . C’è invece la volontà di ‘leggere’ quella realtà e di incrociare i significati nascosti nella fissità di uno sguardo, nella piega del labbro o in un gesto apparentemente banale. L’artista non si limita a ‘fotografare’ la realtà, ma ne registra gli umori con partecipata attenzione, senza mai lasciarsi contaminare da esperienze artistiche lontane dal suo sentire. Il realismo delle immagini è per lui una scelta consapevole e coerente, ma è anche il desiderio di capire ciò che di misterioso e di non detto sta dietro l’apparenza, come le figure ampiamente dimostrano In tutto ciò vibra amore, un grande amore per la vita, per la natura, per l’arte. I colori misuratissimi e caldi dichiarano ciò che la riservatezza dell’uomo non intende esprimere apertamente . L’ambiente pittorico cesenate degli anni ‘60’ è stato probabilmente il filtro entro cui Panzavolta ha maturato il suo linguaggio espressivo senza però mai tradire l’autenticità del suo stile. Lo studio della figura, la scelta oculata dei colori e l’armonia dei passaggi cromatici, la proiezione precisa del segno aggiungono forza (e talora poesia) all’urlo, all’aspetto assente o intrigante nascosto dietro i grandi occhiali scuri dei personaggi . Sia nelle opere di grande formato, sia in quelle di piccole dimensioni, l’artista trasferisce la sua competenza pittorica frutto di lunghe ore di studio e di infaticabile esperienza: la profondità prospettica articolata, il riverbero di luci, gli impasti materici aprono spazi e dialoghi dilatati dalla proiezione emotiva dell’artista la quale si irradia dalle campiture del fondo fino ai volti in primo piano. Passato e presente, memoria ed attualità paiono scorrere sui volti e sui gesti dei personaggi dove ogni atteggiamento ha una storia . Una storia che apre le porte a numerose chiavi interpretative lasciando campo libero all’immaginazione L’abilità artistica di Panzavolta si evidenzia sia negli oli sia nei disegni.. L’eleganza e la qualità del segno trovano libera espressione nelle figure di uccelli che sembrano uscire quasi per magia da una fitta rete grafica. La sensibilità e l’attenzione nello sviluppo di questi fili attorcigliati frutto di matite appuntite, indicano una qualità esecutiva straordinaria tanto da rendere le immagini simili ad incisioni. La vera arte non conosce confini”.
La mostra ha proposto una cinquantina fra tele e disegni (questi ultimi in gran parte inediti) in grado di coprire un arco cronologico di oltre 30 anni e che l’artista ha voluto dedicare ai “Viaggiatori di periferia”.
“Un luogo come un altro - rileva il critico Rosanna Ricci, illustrando il titolo e lo spirito della mostra - Una folla di persone, ciascuna chiusa in una sua identità incomunicabile. Carlo Panzavolta entra dentro questa condizione umana, la indaga, la esplora, la fa sua. Poi, secondo il ritmo di un realismo dai toni espressionistici, l’artista propone la variegata realtà umana e le sue ambiguità in un coinvolgente e magistrale ritratto di personaggi. Sulla scena di un teatro immaginario si addensa una moltitudine di persone fisicamente vicine, ma psicologicamente distanti.: nel fragile specchio della vita si riflettono gli umori e soprattutto l’indifferenza di un’umanità che non trova stimoli e voglia per dialogare. Panzavolta osserva e riproduce frammenti di realtà, ma non lo fa in modo impersonale: in ogni personaggio inserisce un po’ di sé, della sua personalità e della sua sensibilità d’uomo e d’artista. Ovviamente non può mancare, in queste opere, la meditazione sul ‘doppio’ che si nasconde dietro l’apparenza, e il desiderio di interpretare atteggiamenti alla ricerca dell’umanità nascosta. E poi ci sono le emozioni e le riflessioni. Di conseguenza anche un breve segno, un colore più intenso, oppure l’insistenza su un particolare, rendono vivi i personaggi e significative le loro espressioni. Non c’è in Panzavolta l’intenzione di sottolineare il ‘male di vivere’ né il dipinto vuol essere strumento di denuncia o di provocazione . C’è invece la volontà di ‘leggere’ quella realtà e di incrociare i significati nascosti nella fissità di uno sguardo, nella piega del labbro o in un gesto apparentemente banale. L’artista non si limita a ‘fotografare’ la realtà, ma ne registra gli umori con partecipata attenzione, senza mai lasciarsi contaminare da esperienze artistiche lontane dal suo sentire. Il realismo delle immagini è per lui una scelta consapevole e coerente, ma è anche il desiderio di capire ciò che di misterioso e di non detto sta dietro l’apparenza, come le figure ampiamente dimostrano In tutto ciò vibra amore, un grande amore per la vita, per la natura, per l’arte. I colori misuratissimi e caldi dichiarano ciò che la riservatezza dell’uomo non intende esprimere apertamente . L’ambiente pittorico cesenate degli anni ‘60’ è stato probabilmente il filtro entro cui Panzavolta ha maturato il suo linguaggio espressivo senza però mai tradire l’autenticità del suo stile. Lo studio della figura, la scelta oculata dei colori e l’armonia dei passaggi cromatici, la proiezione precisa del segno aggiungono forza (e talora poesia) all’urlo, all’aspetto assente o intrigante nascosto dietro i grandi occhiali scuri dei personaggi . Sia nelle opere di grande formato, sia in quelle di piccole dimensioni, l’artista trasferisce la sua competenza pittorica frutto di lunghe ore di studio e di infaticabile esperienza: la profondità prospettica articolata, il riverbero di luci, gli impasti materici aprono spazi e dialoghi dilatati dalla proiezione emotiva dell’artista la quale si irradia dalle campiture del fondo fino ai volti in primo piano. Passato e presente, memoria ed attualità paiono scorrere sui volti e sui gesti dei personaggi dove ogni atteggiamento ha una storia . Una storia che apre le porte a numerose chiavi interpretative lasciando campo libero all’immaginazione L’abilità artistica di Panzavolta si evidenzia sia negli oli sia nei disegni.. L’eleganza e la qualità del segno trovano libera espressione nelle figure di uccelli che sembrano uscire quasi per magia da una fitta rete grafica. La sensibilità e l’attenzione nello sviluppo di questi fili attorcigliati frutto di matite appuntite, indicano una qualità esecutiva straordinaria tanto da rendere le immagini simili ad incisioni. La vera arte non conosce confini”.