L'artista Sandro Cellanetti, da anni presente nel Piccolomuseo di Fighille, è protagonista dal 12 ottobre 2013 al 9 maggio 2014, nella prestigiosa sede di Palazzo Borghese a Firenze, di una mostra personale dal titolo “Tra i territori del sogno”.
L’esposizione curata dall’illustre Storico dell’Arte di fama internazionale, Prof. Carlo Franza, che firma anche il testo in catalogo, riunisce oltre quaranta opere dell'artista Sandro Cellanetti, apparso agli occhi della critica europea come vivace e innovativa figura dell’arte contemporanea capace di segnare i nuovi svolgimenti del segno e del colore, anche salvando quell'immagine come autentico segnale di nobiltà.
Scrive Carlo Franza nel testo: “Il lavoro di Sandro
Cellanetti è gravitato e gravita fra neofigurazione e informale, anche se
quest'ultimo mondo è il clima e il territorio dove la sua creatività trova
fertile seminagione. L'intera costellazione di opere neofigurali vivono
l'attualità, la folla, la società e i consumi cittadini, le architetture del
presente, e manifestano un’idea di originalità e di autorialità dove viene
messo a fuoco un forte predominio fotografico, senza mai abbandonare totalmente
la pittura. La sua è una tecnica distintiva che partendo da quelle
riflessioni che mossero tutti gli sperimentalismi degli Anni Settanta del
Novecento oggi finalmente trova in lui un autore che ha sedimentato ogni
visione per significarci ancor di più il cambiamento e le favolose
trasformazioni. I risultati sono sotto gli occhi di tutti, perché le
composizioni spesse volte anche di grandi dimensioni, ci raccontano città e
campagne tra passato e presente, un look di colore e di segni che è la prova
del miglior successo. Al linguaggio alto dell’arte e ai contenuti così radicati
nella realtà innerva l’urgenza del particolare e del dettaglio, l’interesse per
i simboli che diventano processo di libertà e stupore, senza far distogliere lo
sguardo dal centro della scena. Oltre l'immagine figurale ecco la campionatura
della materia che attraversa il suo odierno percorso informale. E' così che in
genere l’immagine di Sandro Cellanetti è vitalistica ed esplorativa, nasce da
un gesto forte che si proietta su una pasta di colori acidi e balenanti, per
restare assorbita in un contesto pittorico dibattuto e intenso dove la materia
si offre in una serie di forme ricche, vitali, ma approssimative e sempre
partecipate. Siamo sempre nel campo della pittura neoinformale, in uno spazio
che è un addensamento estremo di tensioni e compressioni che in un punto si
coagulano, dove il gesto si torce, ripiega, si svolge con scatti improvvisi, si
frantuma e si assorbe nella pasta-colore che tutt’intorno l’assedia. Cellanetti
vive intensamente proprio questa fase postindustriale della nostra società e la
esprime con immagini di tracce e impronte, e reperti che ne testimoniano il
clima, ma tutto si svolge in una silenziosa e meditata ricerca che avanza su un
difficile piano critico, equivalenza fra materia e immagine tenute sempre in un
equilibrio bilanciato e, nelle prove più felici, condotte ad una
identificazione e compenetrazione profonda; e vi arriva con quel vivo brulicare
della segnicità, intensificato dall’uso dei colori violentemente timbrici che
stimolano una lettura percettiva mobile”.