Quel giorno da Bardeggia
La prima opera del Piccolomuseo di Fighille
Fissammo l’appuntamento per telefono, durante le feste natalizie del 2001.
Da
qualche settimana stavamo valutando la possibilità di organizzare, per
la Pasqua successiva, presso il Santuario di Petriolo, una mostra di
pittura dedicata al tema sacro.
Il nome di Bardeggia uscì da una rosa ristretta ma mise subito tutti
d’accordo. Già da molti anni era protagonista del nostro concorso e
tutti riconoscevano la grandezza e l’emozione della sua arte. Franco
Ruinetti gli anticipò l’idea e trovò l’artista entusiasta, tanto che la
nostra telefonata servì soltanto a stabilire la data del viaggio verso
il mare.
Nel
febbraio del 2002, partimmo, subito dopo pranzo, con un’ampia
delegazione da Fighille. Franco ci aspettava a Riccione e da lì
proseguimmo per Gabicce. Arrivammo a pomeriggio inoltrato.
Bardeggia abitava lungo la statale in una bella villetta su due piani con un giardino sul retro. Il piano terra era interamente dedicato al suo studio che traboccava di opere. Alle pareti i capolavori di qualche anno prima. Roba da lasciare a bocca aperta ancor oggi. Ogni quadro una scoperta e la sensazione che fosse più bello del precedente.
Bardeggia
ci aspettava con ansia e lo trovammo come c’è lo aveva descritto
Americo, suo amico di vecchia data: un fiume in piena che sarebbe stato
ore a parlarti del suo lavoro, a spiegarti le sue idee, a raccontarti le
sue emozioni. Una persona da ascoltare.
La
sua voce era già roca, fiaccata dalla malattia con cui aveva a lungo
combattuto. Il suo animo invece era forte e fiero come sempre.
Ci fece accomodare in un salottino che dava sul giardino, in mezzo alle sue opere. Ci offrì delle caramelle mentre continuava a parlare. Ogni tanto Franco interveniva e rilanciava il discorso su alcuni aspetti della sua arte di cui anche lui era innamorato. Noi c’è ne stavamo lì ad ascoltare, incantati dal personaggio, mentre Damoris approfittava per scattare alcune foto ricordo.
Definimmo
tutti i dettagli della mostra: dal titolo alle date, dal catalogo per i
visitatori alle opere da esporre. Le scegliemmo una ad una pensando
anche a come collocarle nell’ampio spazio del Santuario.
Poi, sul finire della serata, con il suo solito garbato modo di fare, Franco butto là una proposta:
“Di’ Guerrino ma lo sai che questi ragazzi vogliono fondare un museo a Fighille?”
“Un museo? E dove lo fanno? C’è lo spazio adatto?”
“Pensano
di usare la vecchia Dogana Pontifica. Non è messa benissimo ma con un
po’ di pazienza e qualche lavoro potrebbe diventare una bella galleria
d’arte”
“L’idea
mi sembra bella. Però se ci aveste pensato prima……. dopo tutti questi
anni che fate il concorso, oggi avreste avuto una galleria con pezzi di
gran valore. Io ho già delle mie opere nel museo di….”
E
iniziò a raccontare della infinita schiera di collezioni pubbliche e
private che già all’epoca accoglievano le sue opere, aprendo
continuamente nuovi filoni del discorso, come amava fare.
Dopo un po’ allora Franco lo punzecchiò di nuovo:
“Fondare
un museo dal niente è un po’ arduo. Anche convincere gli artisti non
sarà facile. Certo che se il primo a donare un’opera fosse Bardeggia………”
Guerrino, guardandolo con quel suo occhio svelto e con un sorriso sotto i labbri, ribatté subito:
“Tu
Franco sai bene quanto io sia legato a Fighille. Per questo e anche
perché penso che ai giovani che amano l’arte bisogna dare una mano, io
non mi tirerò indietro. La prima opera del vostro museo sarà di
Bardeggia e la sceglierete voi fra quelle che porteremo per Pasqua a
Petriolo. Così vi ricorderete per sempre di me che sono stato il primo! E
vedrete che dopo di me ne verranno molti altri…..”
Ci
alzammo da quel salottino convinti di aver messo una prima pietra
importante e felici di aver conosciuto questo gran personaggio. Ci fu
ancora il tempo di vederlo qualche attimo al lavoro mentre incideva
delle mattonelle in ceramica.
Era ormai il tramonto quando salutammo Bardeggia. Dopo una cena al ristorante “Il Gufo” di Rimini facemmo rotta verso casa. Nei mesi seguenti seguirono altri contatti ed altri incontri per organizzare la mostra al Santuario che si svolse in due settimane a partire dal 24 marzo 2002 con una grande partecipazione di pubblico. L’ultimo giorno, mantenendo fede alla sua promessa, mentre stavamo cominciando ad impacchettare le opere per il viaggio di ritorno, Bardeggia si avvicinò e ci invitò a sceglierne una. Non fu facile e un po’ dovemmo insistere perché a qualcuna era particolarmente legato e non se ne voleva separare. Ma alla fine cedette e ci consegnò proprio una delle sue preferite.
Il quel momento nasceva ufficialmente il piccolomuseo di Fighille. Era il 7 aprile 2002.