venerdì 5 giugno 2015

Intervista all'autore


IL NUOVO ROMANZO 
DI AMOS CARTABIA


Proponiamo una intervista ad Amos Cartabia sul suo nuovo romanzo in uscita a fine mese che vedrà Fighille e il suo territorio ancora una volta protagonisti....

Ciao Amos, quindi torni sul luogo del delitto ! (ndr: l'autore ha già ambientato qui "La notte passo' lenta e L'uomo di Citerna).....perché hai voluto scrivere questo romanzo storico?


Tutto nasce perché il mio interesse per la parte storica, soprattutto per la seconda guerra mondiale mi ha portato ad inventare un qualcosa di particolare. Dunque storia e amore, passione e violenza, ideali e pazzia all'interno di un romanzo che porta il lettore a riflettere, a pensare e anche a vedere un qualcosa di lontano, un periodo che non va assolutamente dimenticato.

Castello di Sorci e Fighille, Citerna.


Beh, se non ci siete mai stati vi consiglio una "gita fuori porta" al fine di ammirare quelle bellezze, quei gioielli che abbiamo a portata di mano, con poche ore di macchina, e che ci aspettano per farci apprezzare una bellezza naturale, gratuita, che può ancora donarci qualcosa di particolare: la bellezza storica dei luoghi unita alla semplicità e all'armonia del posto. Citerna mi ha immediatamente conquistato, una cittadina arroccata sulla collina, con i suoi camminamenti medievali, poi Fighille, una piccola frazione ai piedi della stessa Citerna, con la sua storia, con il suo santuario "particolare" e con la sua straordinaria forza.

dettaglio del pavimento del Santuario di Petriolo

E il castello di Sorci?


Beh, quello è particolare, forse una delle poche strutture del 1100 ancora in piedi che nasconde centinaia di segreti, migliaia di storie e anche... il suo fantasma.

Ma torniamo al libro, questa volta non parliamo di un "local thriller"anche se hai unito reale e fantasia in maniera impeccabile.


Il genere "local thriller" nasce anni fa proprio su una mia iniziativa e, come si vede dagli ultimi lavori, cerco sempre di inserire anche le immagini dei posti che vado a descrivere all'interno del volume. Anche questa volta possiamo far inserire questo racconto in quel genere, anche se non parliamo di thriller, bensì di un romanzo che ha radici nel passato e lo sviluppo ai giorni nostri.

Esatto, la protagonista è una giovane giornalista americana che svolge la sua attività giornalistica alla ricerca di questo vecchio personaggio nazista.


Sì, la casualità a volte ti porta a scoprire cose più grandi di te. Tutto inizia nel 2014 e si prolunga proprio nel 2015. Un viaggio, che anche io ho fatto, al campo di sterminio di Birkenau, in Polonia, che consiglio vivamente, al fine di non perdere quella memoria storica che ci permette di non rifare gli stessi errori. Un viaggio particolare che porterà la giornalista a scoprire un diario, il diario segreto di un vecchio Ufficiale Nazista che, negli anni ottanta, a causa di una malattia, decide di nascondere proprio in quel luogo affinché qualcuno, in futuro, possa leggere ciò che realmente è stato fatto, è stato commesso.


Un sacco di documenti... son tutti vero?


Una parte sì, una parte inventata. Il libro va preso come un qualcosa di inventato anche se la parte reale, soprattutto quella della Berlino dei primi anni della guerra riflette in maniera perfetta proprio quel periodo storico. Le documentazioni raccolte sono reali, ma sono state modificate affinché la lettura portasse il lettore ad apprezzare tutta la storia.



Amos, tu parli di un campo di concentramento, di Birkenau, lo hai visitato?

Sì il mio libro è anche una denuncia perché nelle due visite che ho fatto al campo ho trovato che l'abbandono dello stesso sta portando alla distruzione completa di un posto che, secondo il mio avviso, andrebbe tutelato pienamente affinché non ci si possa dimenticare un giorno di ciò che è accaduto. Birkenau è enorme, alla destra abbiamo ancora ciò che rimane delle grandi baracche di legno che, purtroppo a causa delle intemperie invernali e dell'età, stanno cadendo e sgretolandosi. Il lavoro di mantenimento è grande, ma non possiamo permetterci di abbandonare quel luogo che fa parte della nostra storia.


Tu nel libro parli di Birkenau ai giorni nostri, visto con gli occhi di una persona qualsiasi e parli del campo sotto il regime nazista, quando fu costruito.

Esatto, ho fatto degli studi, ho trovato documentazioni e piantine di costruzione del campo, mi sembrava logico inserire questi passaggi. La nascita e la costruzione, gli anni ottanta e i giorni nostri. Nel libro ci sono tre passaggi temporali, infatti.

E Fighille e Citerna che ruolo hanno nel libro?

Beh, innanzitutto ho scoperto che la Stazione del Sasso, ai piedi di Citerna, nella frazione Fighille, era adoperata sino ai primi anni cinquanta, dopo di che è stata chiusa. Una di quelle vecchie linee ferroviarie che durante il periodo del fascismo avevano visto la loro prospera esistenza e poi sono decadute con l'avvento di mezzi di trasporto migliori e più veloci, anche perché la manutenzione di quei tratti, tra le montagne dell'Umbria, era comunque costosa. Il romanzo narra tante verità e mischia tanta fantasia; ad esempio vero è che furono rubate parecchie opere d'arte nella zona, dunque io ho inserito un passaggio storico in cui Citerna e Fighille erano il punto di scambio delle merci che poi risalivano verso la Germania.

E nei tempi moderni?

Beh Citerna è un gioiello arroccato su una collina, il primo paesino dell'Umbria se si scende da nord; ha i suoi camminamenti medievali, ha le vasche di purificazione delle acque sempre di periodo medievale, Fighille ha le cave di argilla usate già in epoca romana e... un finesettimana tra le chiese di Citerna potrà aprirvi gli occhi sulle innumerevoli opere d'arte che contengono. Non voglio dirvi nulla di più, perché all'interno di Citerna troverete anche uno dei più piccoli teatri (funzionanti) d'Italia, mi sembra si chiami teatro Bontempelli... grazioso, ben curato e particolare. In più, il Santuario di Petriolo, a Fighille è un qualcosa di spettacolare.... ma tutta la zona di per sé è bella, verde, pulita, con gente fantastica, sempre disponibile...

Nel libro poi parla anche del Castello di Sorci.

Beh sì, quello è un gioiello... e durante la seconda Guerra Mondiale fu postazione tedesca per pochissimi giorni, poi se ne andarono. Ecco io ho utilizzato, ampliandolo, questo spazio temporale in cui i tedeschi stanziarono nel maniero e, in più, conoscendone ogni angolo nascosto, ogni segreto, ho plasmato quella parte del romanzo affinché la stessa struttura di Sorci contenesse ancora quei segreti che nella zona... tanti ne parlano!

Parla del Fantasma?

Non solo, parlo anche dei cunicoli nascosti, parlo dei ritrovamenti di bossoli di particolari della seconda guerra mondiale, parlo di pozzi segreti...

Ecco, appunto, lei utilizza molto dei luoghi reali per narrare questa storia, come i pozzi o la stazione del Sasso...

Beh, quelli esistono, i pozzi io li ho visti, uno vuoto e l'altro pieno... è stato semplice poi costruirci la storia attorno.

Ma allora non è vero che all'interno di questi pozzi possono esserci ancora tesori?

Beh, vero o non vero, io so che son state trovate tante cose e non solo del periodo fascista o nazista, ma anche risalenti il periodo medievale, addirittura romano. Se pensa che nelle segrete del Castello ci sono ancora delle macchine di tortura originali del 1400 o addirittura  innesti in cotto di epoca romana che servivano per portare acqua calda sino a Città di Castello, se pensa che sono state ritrovate punte di lancia del paleolitico... guardi che il libro non racconta altro che una piccola parte di realtà, come a Fighille la cava di argilla, una delle più usate in periodo romano... e ancor oggi di altissima qualità.

Vogliamo parlare, invece del Piccolo Museo di Fighille?

Beh nel libro si parla anche di questa interessante esperienza che la pro loco sta sviluppando in un paese cosi' piccolo al confine fra Umbria e Toscana. Un'esperienza quasi unica in Italia e, mi dicono, in continua crescita...
Il piccolomuseo di Fighille

Beh, molto pungente sicuramente, dato che si parla di nazismo... visto anche dagli occhi di un gerarca nazista.

Esatto, ho voluto mischiare le tre storie raccontandole in maniera differite ed unirle nella narrazione. Abbaimo, in corsivo, la lettura nel 1943/45, periodo alla fine della seconda guerra mondiale, poi abbiamo la narrazione ai giorni nostri e, particolare abbiamo la traduzione del diario che la giornalista trova in un campo di sterminio, scritta in prima persona proprio dalla mano del gerarca.

Hai avuto un buon appoggio da parte della popolazione?

Devo ammettere che sia il sindaco di Citerna che i responsabili della pro loco di Fighille mi hanno dato un grande contributo, hanno raccontato e offerto immagini inedite che troverete poi nel libro.

Ecco parlando delle immagini la scelta editoriale è particolare nella stampa del libro.

Sì, troveremo immagini con una bella didascalia di spiegazione in ogni pagina che porta il lettore al capitolo nuovo, più la parte finale dove troveremo una gran quantità di fotografie... che raffigurano proprio i luoghi ed i particolari descritti.

Nel libro, che sta ottenendo il parere favorevole di chi lo ha già letto in anteprima la tua scrittura è differente dalle precedenti, come mai?

Beh, nasce così... si evolve. Oggi se dovessi leggere una delle mie vecchie storie la butterei... spero che piaccia questa scrittura, questo modo di raccontare. La parte più complicata è quella del diario...

Ecco, scusa se interrompo, la parte del diario è particolare, come hai fatto a descrivere e narrare vedendo con gli occhi di un ragazzo del 1915 che improvvisamente si trova nella Germania nazista?

Non è stato semplice, devo ammettere che ho dovuto leggere molto, soprattutto le dichiarazioni fatte dai nazisti al Processo di Norimberga e poi tuffarmi con la mente nella mente di un personaggio dell'epoca, sottolinenadone l'esaltazione e, a volte la pazzia. Ho trovato nel tempo parecchie documentazioni, materiale che mi è servito per plasmare questa figura, non solo per la descrizione della città, una Berlino dell'epoca, ma proprio per la descrizione degli stati d'animo, dei comportamenti e dell'euforia che pian piano si trasformava in cruda certezza che quell'ideale stava svanendo.

Bene, allora lasciando ancora la suspance sull'uscita del libro che conta oltre 500 pagine... continuo la mia lettura di questa opera straordinaria.

Sì, il libro uscirà a fine giugno, come ti ho detto stanno sistemando l'impaginato e stanno operando affinché quei piccoli errori vengano ripuliti. Ho già parecchie richieste di presentazioni e, questa cosa, mi fa piacere. Dopo Sorci e la stessa Fighille lo presenterò a Celle Ligure durante una rassegna letteraria, oltre che nella città di Treviglio nel mese di settembre.
La Pro Loco di Fighille sta operando per far conoscere l'opera che esalta la realtà quotidiana dei luoghi e delle persone di quella fantastica terra.

L'Aquila e la colomba. Perché questo titolo?

Sono state fatte alcune scelte e, alla fine, come si legge poi nello stesso romanzo il vecchio gerarca nazista offre lo spunto alla giornalista per il titolo dell'articolo che la stessa farà sul suo giornale americano. L'aquila, lui, forte, potente negli anni della guerra e la Colomba, la sua anta genziana che lo porterà in volo a scoprire un qualcosa di diverso, di unico: l'amore.

Detto così sembra una storia d'amore, invece nel romanzo d'amore si parla solamente alla fine.

E' una storia particolare che deve far riflettere e i fatti narrati, sia quelli dei campi di sterminio che dell'avanzata e poi della fuga dei tedeschi devono portare il lettore ad immedesimarsi su ciò che è stato per poter NON dimenticare. Mi sono accorto che, purtroppo, soprattutto i giovani, di quel periodo sanno poco e se il romanzo facesse riflettere almeno uno di loro... io sarei già contento. La Stazione del Sasso, a Fighille, esiste veramente e i pozzi descritti nel libro dove questo personaggio, Kesser, nascose oro e monete... esistono eccome, pensi che sono anche entrato in uno di questi, tutto in terra e sono del 1400.