venerdì 17 luglio 2020

Pando' (by Franco Ruinetti)




 
Figaro del vico,
città di Sansepolcro,
Via Mazzini, già Del Panìco,
nel tempo del dopoguerra
radevi e tosavi
per un quartino
di vino.
Cantavi
con l'amico Gabetto
dal do di petto.
Con un altro cliente
o paziente
di poche spese
andavi all'osteria confinante
della vedova Padella,
ostessa florida, cortese
per mezza fetta di pane
con l'acciuga
innaffiata con un quarto
di sangiovese
e alla fine
un inchino e un'arietta
frettolosa,
toccata e fuga,
prima del rientro
in bottega claudicando
da quando
ti strinse i piedi il freddo russo
della guerra,
tutta neve, niente terra,
per cui è difficile mestiere
di fare il barbiere,
dovere pestare gli spini
senza rimedi.
Tu eri contento
Pandò,
Figaro del cantone,
d'essere vivo
mattina e sera,
dopo l'inferno
tutto bianco dell'inverno
d'aver dato alla patria,
ai politici che camminano
sui prati della loro primavera,
sorridenti,
grandi menti
tutti bravi,
i tuoi piedi
e allora cantavi,
intonato come un tenore
in scala minore
perché cantare è volare,
in duetto
con Iaio o con Gabetto
tra un'insaponata ed un bicchiere
“Largo al factotum della città
la la la la la la la la
Ah che bel vivere
che bel piacere
per un barbiere
di qualità
di qualità.