Il tuo
pianto
e
frantumi di sillabe
scrosciano
lenti
dalla
finestra alta
e dal
tuo destino
scolpito,
scivolano
sulle
pietre della strada.
Alle
sei del mattino
si
aprono crepe
nel
cielo sereno.
Giovanna,
il tuo
cuore affonda
nella
voragine del nulla;
l’attesa
di un sorriso
ti
brucia negli occhi,
il
tempo della speranza
è nella
bara
dei
ricordi.
Tu
piangi Giovanna
come il
gallo canta.
Hai
consumato
nel
volgere dei giorni
tutta
la pazienza
e la
luce è laggiù
irraggiungibile
miraggio
nella
nostalgia del sogno.
Giovanna
tu
vesti un’anima vera,
come il
sole e la neve
vestono
le stagioni.
Pianto
senza strazio,
singhiozzi
senza strappi,
qualche
strascico di parola
divelta
dalla mente,
così
rinasci
col
giorno vuoto.
Giovanna,
così
riaccendi
la mia
canzone
che non
so.