mercoledì 20 febbraio 2019

Ricordando Bruno Zieger

Bruno Zieger visto da Alvaro Tacchini
Ricordiamo l'artista Bruno Zieger, fra i protagonisti del Piccolomuseo di Fighille, riproponendo questa intervista pubblicata dalla nota rivista Valley Life, a cui si rimanda per ogni approfondimento. Ecco alcuni passi dell'articolo di Simone Bandini:


Domus Art, ovvero “la casa dell’arte” par excellence in un’audace koinè linguistica. Posta sul colle di Spazzavento, in balia delle sferzanti buriane balcaniche, la Domus Art si trova in collina a due passi da Città di Castello, lungo la strada che porta all’abitato di San Secondo. Per trent’anni luogo di creazione ed ispirazione del noto artista Bruno Zieger, la casa-studio si eleva oggi a spazio espositivo e laboratorio d’arte contemporanea.
......Mentre attraverso il giardino estivo non posso fare a meno di notare l’imponente scenografia teatrale, montata a guisa di ammonimento proprio sotto la Domus Art. Si tratta di un’installazione realizzata per la piece “Questa è casa mia” di Angelo Edoardo Zigrino che racconta il passaggio del fronte in Alto Tevere. Le figure severe ed informali non sono che dei soldati votati alla guerra.
.....Finalmente penetriamo il segreto della struttura principale per accedere ad uno studio/archivio che presenta una congestione di opere dei periodi artistici più svariati. Un’ardita condensazione della carriera di Zieger attraverso le sue epoche più significative. Dalle allegorie ludiche della “Scala cromatica” al “Prototipo per Museo d’Arte Contemporanea”, sino alle tetre sperimentazioni legate al tema del suicidio con il gas. Dagli scaffali emergono le prime opere su carta, fallimenti ed opere compiute spesso utilizzate come bozze, un substrato psicologico e materiale per lavori futuri. Saliamo le scale verso il piano superiore e siamo ancora attratti da sofisticate sensazioni retrò che con il nuovo millennio non hanno nulla da spartire.....
Di colpo siamo sbalzati nella Stanza degli amanti, autentico capolavoro psicoanalitico della Domus Art. Le maggiorate sensuali di Giampaolo Tomassetti campeggiano sulle pareti mentre le opere IQ poste sul parquet dell’artista olandese Jos Hachmang, centrano l’attenzione sugli archetipi maschile e femminile. Sopra il sontuoso letto e sulla cassapanca il mondo dei sogni, dell’erotismo e dell’infanzia di Zieger. Uomini e donne avvinghiati, avvinti nella stanza da letto in operosa o leziosa intimità: coppie in posizione fetale, che leggono od in conversazione.
Saliamo ancora verso la Stanza dei marroni dove emergono questioni di confronto e storia personale. Un oscuro Autoritratto di Zieger, le Grandi Madri di Tomassetti d’intorno. Al centro il “Teatrino delle Meraviglie” reca figure double-face, allegoria di una natura umana necessariamente ambigua. Vige l’aspetto ludico dell’opera, che possiamo toccare, modificare ed in qualche modo cangiare. Lo stesso aspetto delle opere magnetiche dove oggetti con calamite possono essere manipolati dallo spettatore. Queste opere animate, in itinere, reclamano il nostro intervento, ed hanno reso celebre Zieger oltralpe, specialmente in Olanda.
Giungiamo infine all’elegante Stanza della biblioteca, in cima alla torre ed in balia dei venti. In un angolo vive un curioso collage, un assemblaggio di figure che richiamano la complessità della psiche ed i differenti stati d’animo che ci attraversano nel tempo, come fossero nuove geometrie.
Ci affacciamo sulla vecchia terrazza per godere un attimo del panorama: Monte Nerone, Monte Acuto e la schiena d’asino del Monte Tezio. Ed intanto, una leggera brezza accarezza la Domus Art.
(Simone Bandini per Valley Life)

Zieger con l'opera che fa parte della collezione del Piccolomuseo di Fighille