Proponiamo i testi introduttivi pubblicati nel catalogo 2018 del nostro premio di pittura:
La 37^ edizione del Premio Fighille è stato un ulteriore successo sia
per il numero dei partecipanti, quanto per la qualità delle opere. I dipinti
pervenuti e quelli realizzati ex tempore erano oltre 500, cioè tanti da coprire
tutte le pareti delle aule e dei corridoi dell'edificio scolastico che fungeva
da grande articolata galleria. Altre opere erano, inoltre, esposte sotto
l'ampio tendone a lato del piazzale. L'impegno degli organizzatori è stato,
come sempre, notevole. Anche alcuni ragazzi, come Sabia e Diego, si sono dati
da fare. La Pro Loco, al proposito, invita i giovani, maschi e femmine, a
collaborare nel corso delle venture edizioni. Promette, come compenso, la
soddisfazione di essere utili, che è lo stesso salario degli altri.
La gente: tanta.
Non c'era uno spazio libero.
L'affluenza è stata favorita dalla clemenza del tempo. Il sole di
ottobre fa carezze. E' piacevole. E' stato forte anche l'invito a partecipare
alla festa del manifesto firmato Man comparso sui muri di paesi e città della
Valtiberina. Era un simpatico scacciapensieri a colori.
Io sono un veterano di questa manifestazione, c'ero anche prima degli
attuali responsabili, spalleggiavo il vulcanico, eppur pacifico, Americo Casi,
così posso dire di aver conosciuto, nei decenni una moltitudine di artisti,
alcuni dei quali da sempre partecipano a questa gara e si sono innamorati di
Fighille, che è solo una borgata nella campagna, ma offre simpatia.
Con loro ho stabilito un'amicizia a periodicità annuale, il bello è
che, quando ci si rincontra, si riprendono le fila degli stessi discorsi.
“T'è passata la gotta?”
“Quella va e viene, ora ho il mal di schiena e ho aumentato la razione
quotidiana di pillole...”
Ad un altro pittore, che è separato da vent'anni, chiedo come sta sua
moglie e lui si arrabbia, ma non so se per scherzo o sul serio.
“E' un piranha, m'ha ridotto all'osso, non me la nominare, lo fai
apposta per guastarmi la giornata...”
Luigi non è un pittore, ma è sempre presente. E' un fine dicitore. Ama
l'arte e i cani che porta con sé da Firenze.
Questo evento è uno specchio dell'arte contemporanea.
Molte tendenze sembra siano in via di estinzione. Non si vedono
demistificatori estremi alla guisa di Piero Manzoni e anche i naifs sono in via
di estinzione, mentre il surrealismo traspare, ma solo raramente, in varie
contaminazioni. Ormai quasi tutte le opere sono da annoverare nell'ambito del
figurativo, risultano chiaramente leggibili e interpretabili, però non sono
calligrafiche perché rappresentano anche lo stato d'animo dell'autore. Come a
dire che sono più o meno bugiarde per raggiungere più profondamente o poeticamente
la verità.
Tutti d'accordo, una volta finalmente, sull'esito finale.
Quest'anno ha vinto il toscano Massimo Cantini con un dipinto che
rappresenta una donna e vari simboli. E' un lavoro pieno di luce, di bellezza,
di materia, spiritualità, di realtà e fantasia. Secondo classificato il laziale
Gianni Mastrantoni. La sua opera parla della sofferenza straziante con
l'insidia tesa del filo spinato, in uno sfondo incerto, senza tempo. I colori
sono forti, come è forte l'amore della madre che abbraccia il figlio.
Il terzo premio è andato al vicentino Luigi Bernardi, vincitore della
precedente edizione. La sua “Composizione” è una musica, a larghe note, che
sorge dalla tavolozza.
Il veneto Lucio Trabucco ha invece vinto l'estemporanea realizzando un
dipinto dalla luce intensa, bagliore di poesia, raffigurante una poetica
visione notturna del paese di Fighille.
Nel corso della premiazione è stato mostrato al folto pubblico un
quadro del compianto Franco Cartia di origine siciliana, nel passato più volte
concorrente e che pure ha vinto a Fighille. In quell'opera la materia si
sublima nella luminosità dei cieli, che ora sono la sua casa, dove lo ha
raggiunto un caloroso applauso.
Inviamo agli archivi quindi una nuova edizione di successo con gli
organizzatori già al lavoro per il 2019.
Franco Ruinetti