In prossimità del secondo anniversario della scomparsa vogliamo rendere omaggio alla figura dell'artista Giorgio Rinaldini,
per anni protagonista della scena artistica nazionale e amico della
nostra associazione, riproponendo alcune sue celebri opere e alcuni testi
critici a lui dedicati.
Ecco un brano tratto dal volume "Piccolomuseo 2001-2011 / Storia di una collezione" che ripercorreva i primi dieci anni della pinacoteca di Fighille di cui Rinaldini fu fra i padri fondatori.
Dopo
la donazione di Bardeggia e il lancio ufficiale dell’iniziativa fu
modificato il regolamento del concorso di pittura per far in modo che
nel museo confluissero le opere degli artisti classificati ai primi tre
posti della graduatoria generale.
Ciò permise al piccolomuseo di Fighille di crescere e
prendere forma. Si rendeva tuttavia necessario accelerare ancora il
processo di crescita della collezione in modo da aumentare la
credibilità dell’iniziativa.
Per questo i passi successivi furono mossi
ancora in terra romagnola, grazie soprattutto all’aiuto dell’amico
Franco Ruinetti che all’epoca curava la redazione della rivista PRAXIS e
conosceva gran parte degli artisti di Rimini e dintorni. Pensò che
bisognava dare subito una bella accelerata alla collezione: “Parlerò con qualche artista riminese esponendogli la vostra idea e vediamo se ne esce qualcosa….”
Circa
un anno prima avevamo conosciuto due bravissimi artisti di Rimini:
Giorgio Rinaldini e Luciano Filippi.
Lo studio di Rinaldini (by FighilleArte) |
Erano giunti a Fighille per
partecipare, per la prima volta dopo tanti anni, al concorso di ottobre.
Arrivarono in coppia. Portavano con sé la simpatia e la cordialità
tipica delle genti di Romagna e fu facile raggiungere subito grande
confidenza.
Rinaldini aveva in testa il suo tipico berretto e in bocca
un mezzo sigaro spento.
Parlava poco e a voce bassa. Filippi invece era
più aperto e attaccò facilmente discorso. Parlammo del concorso, che non
conoscevano, e del paese che gli sembrava così piccolo da non poter
essere in grado di organizzare un premio di pittura del livello di cui
gli avevano parlato. Nel tempo riconosceranno di essersi sbagliati.
Verso novembre squillò il telefono.
Era Franco Ruinetti: “Di’ quand’è che potete venire a Rimini? Rinaldini e Filippi vogliono donare un’opera per il museo.”
Quattro
giorni dopo eravamo in viaggio verso il mare. Era una calda domenica
mattina di inizio inverno, tanto che sembrava quasi primavera.
Giungemmo
verso le nove da Giorgio Rinaldini.
Giorgio Rinaldini (by FighilleArte) |
Il suo studio era al secondo piano
di un bel palazzo storico proprio in centro a Rimini. Composto da pochi
locali, aveva una sola finestra aperta verso il cortile interno.
Faceva
filtrare una luce fioca che creava nell’ambiente una atmosfera
rarefatta, quasi d’altri tempi.
Rinaldini lavorava proprio vicino alla
finestra con una luce radente sulla tela e una infinità di pennelli di
ogni dimensione.
Giorgio Rinaldini (by FighilleArte) |
Ci
accolse con grande cordialità e dopo un oretta passata a parlare e a
guardare le sue opere sparse un po’ ovunque, si allontanò un attimo.
Torno quasi subito con in mano una grande tela ricoperta da un foglio di
carta. Era il suo quadro per il museo. Bellissimo come sempre.
“Ecco
qua. Ve lo dono con piacere perché ci tengo ad essere fra i fondatori
della collezione. In più sono convinto che ne farete buon uso.”
Giorgio Rinaldini con il figlio Massimo e Franco Ruinetti (by FighilleArte) |
Lo
ringraziammo di cuore e, scendendo la maestosa scalinata in pietra del
palazzo, ci dammo appuntamento all’ottobre successivo per il concorso.