martedì 17 marzo 2015

Ricordando Giorgio Rinaldini (6/7)

In prossimità del secondo anniversario della scomparsa vogliamo rendere omaggio alla figura dell'artista Giorgio Rinaldini, per anni protagonista della scena artistica nazionale e amico della nostra associazione, riproponendo alcune sue celebri opere e alcuni testi critici a lui dedicati.

Ecco un brano tratto dal volume "Piccolomuseo 2001-2011 / Storia di una collezione" che ripercorreva i primi dieci anni della pinacoteca di Fighille di cui Rinaldini fu fra i padri fondatori.

Dopo la donazione di Bardeggia e il lancio ufficiale dell’iniziativa fu modificato il regolamento del concorso di pittura per far in modo che nel museo confluissero le opere degli artisti classificati ai primi tre posti della graduatoria generale. 
Ciò permise al piccolomuseo di Fighille di crescere e prendere forma. Si rendeva tuttavia necessario accelerare ancora il processo di crescita della collezione in modo da aumentare la credibilità dell’iniziativa. 
Per questo i passi successivi furono mossi ancora in terra romagnola, grazie soprattutto all’aiuto dell’amico Franco Ruinetti che all’epoca curava la redazione della rivista PRAXIS e conosceva gran parte degli artisti di Rimini e dintorni. Pensò che bisognava dare subito una bella accelerata alla collezione: “Parlerò con qualche artista riminese esponendogli la vostra idea e vediamo se ne esce qualcosa….”
Circa un anno prima avevamo conosciuto due bravissimi artisti di Rimini: Giorgio Rinaldini e Luciano Filippi. 

Lo studio di Rinaldini (by FighilleArte)
Erano giunti a Fighille per partecipare, per la prima volta dopo tanti anni, al concorso di ottobre. 
Arrivarono in coppia. Portavano con sé la simpatia e la cordialità tipica delle genti di Romagna e fu facile raggiungere subito grande confidenza. 
Rinaldini aveva in testa il suo tipico berretto e in bocca un mezzo sigaro spento. 
Parlava poco e a voce bassa. Filippi invece era più aperto e attaccò facilmente discorso. Parlammo del concorso, che non conoscevano, e del paese che gli sembrava così piccolo da non poter essere in grado di organizzare un premio di pittura del livello di cui gli avevano parlato. Nel tempo riconosceranno di essersi sbagliati.
Verso novembre squillò il telefono. 
Era Franco Ruinetti: “Di’ quand’è che potete venire a Rimini? Rinaldini e Filippi vogliono donare un’opera per il museo.”
Quattro giorni dopo eravamo in viaggio verso il mare. Era una calda domenica mattina di inizio inverno, tanto che sembrava quasi primavera.
Giungemmo verso le nove da Giorgio Rinaldini. 

Giorgio Rinaldini (by FighilleArte)
Il suo studio era al secondo piano di un bel palazzo storico proprio in centro a Rimini. Composto da pochi locali, aveva una sola finestra aperta verso il cortile interno. 
Faceva filtrare una luce fioca che creava nell’ambiente una atmosfera rarefatta, quasi d’altri tempi. 
Rinaldini lavorava proprio vicino alla finestra con una luce radente sulla tela e una infinità di pennelli di ogni dimensione. 

Giorgio Rinaldini (by FighilleArte)
Ci accolse con grande cordialità e dopo un oretta passata a parlare e a guardare le sue opere sparse un po’ ovunque, si allontanò un attimo. Torno quasi subito con in mano una grande tela ricoperta da un foglio di carta. Era il suo quadro per il museo. Bellissimo come sempre.
“Ecco qua. Ve lo dono con piacere perché ci tengo ad essere fra i fondatori della collezione. In più sono convinto che ne farete buon uso.”

Giorgio Rinaldini con il figlio Massimo e Franco Ruinetti (by FighilleArte)
Lo ringraziammo di cuore e, scendendo la maestosa scalinata in pietra del palazzo, ci dammo appuntamento all’ottobre successivo per il concorso.