Sansepolcro. I suoi dipinti sono
esposti, in questo giugno 2018, nei locali dell'Enoteca–Ristorante Berghi,
vicino all'arco di Porta Fiorentina.
E' la prima volta che si può vedere
una nutrita silloge di opere di questo autore che si è sempre riparato
all'ombra del riserbo. La sua produzione è ampia, articolata e di essa sono esposte,
per ciascuna tematica, alcune significative esecuzioni. Molti sono i quadri,
non frequenti in altri pittori, che hanno per argomento la cacciagione. Ad un
occhio esercitato non sfugge che alla base di ogni motivo insiste un disegno
nascosto nell'ordito della figurazione, che è spontaneo quanto risolutivo. I
piumaggi delle varie specie di volatili sono spartiti di armonie musicali; ora
i colori declinano in ritmi lenti per confondersi nelle luci del bosco, altra
volta sembra suonino la grancassa, come suggerisce la livrea del fagiano.
Ogni quadro racconta un motivo,
un'emozione, ruba un'immagine alla corsa del tempo. Ecco l'Arco della Pesa
nella luce rosata di un tardo pomeriggio, al limitare di un piazzale deserto.
E' uno scorcio di paese oltre il tempo, che chiama dentro, nell'arcano della
storia, della poesia.
La maggior parte dei lavori sono
eseguiti con la tecnica dell'olio, altri derivano dall'acquarello, altri ancora
dal carboncino.
C'è un gruppo di case sopra un colle,
danno una sensazione di serenità e quiete antica. Vien da pensare che si fanno
compagnia, mentre un torrione vigila come una sentinella. Un altro dipinto
propone un paesaggio indefinito, enigmatico, levitante nella memoria. In tanta
incertezza c'è un palo conficcato nella terra, forse un'ancora di salvezza, una
mano tesa.
E' piacevole osservare certi recuperi
del passato come casolari in pietra sui nostri monti, come “Il trapelo”, che
consisteva nell'aggiunta di un'altra coppia di buoi per tirare in salita il
carro agricolo particolarmente carico.
Una pur veloce considerazione dei
quadri di Massimo Moriani non può trascurare i ritratti che, benché essenziali,
non si soffermano solo sull'aspetto esteriore, bensì tendono a significare
nelle espressioni gli accenti dell'indole. Tra i tanti ce n'è uno in special
modo felice. E' di un ragazzetto con gli occhi pungenti, furbi. Ha nel sorriso
l'allegria della festa.
Franco Ruinetti