Ho degli amici a Fighille,
giovani, di una generazione e mezzo dopo la mia.
Il maggiore comune interesse
che ci accomuna è il concorso di pittura.
Gino è un personaggio che ha nella
mente un balenare di idee. Presso la scuola, lì a Fighille, rispettando
l'identità del luogo, riassumendola, ha realizzato un salotto all'aperto con la
statua de La Temperanza al centro. Da anni pubblica un settimanale on-line
molto seguito. Sua moglie Catia è auriga e collaboratrice.
Marcello è uno che ha pochi spiccioli, preferisce il fare al
dire. Una volta, quando gli dettavo delle motivazioni critiche da battere al computer,
sbottò: “Sono tutte litanie”. Sua moglie, la Sara, è dolce e decisa. Tutti i
giorni salta l'Appennino per incontrare i suoi alunni.
Sandro, per l'anagrafe Alessandro, è ingegnere, politico locale,
mister della squadra di calcio, atleta a tempo perso. Con la Silvia forma una
coppia che sembra ancora in luna di miele. “L'uno più bello dell'altra”, disse
una pittrice, poi aggiunse: “E viceversa”.
Quando capito a Fighille, per la strada, al bar o al
supermercato, sicuramente incontro Ivano. E' da tutte le parti come il
prezzemolo. Mi fa piacere scambiarci qualche battuta. Con lui è subito festa.
Ormai raramente vedo suo fratello Leo, che pure conosco da
quando era ragazzo e, con la bicicletta a marce ridotte, s'arrampicava sui
monti. Ricordo che in una mattinata limpida, salito a piedi fino verso la
Spinella, per l'urgenza di una minzione, m'ero appartato dietro l'esultanza del
biancospino. Leo comparve d'improvviso, fece una frenata e, dall'altra parte
della siepe, svolse la stessa funzione. “Per solidarietà”.
Oltre che degli autoctoni dovrei parlare di numerose altre
persone provenienti da ogni latitudine, che incontro nei giorni dell'annuale
rassegna. Con tutti, complici gli scherzi e l'arte, si stabilisce confidenza.
Fighille, per me, è l'oasi dell'amicizia. Ma non li nomino perché sono troppi.
Però devo ricordare Michele, che è membro della giuria del
concorso. E' un'enciclopedia vivente delle tecniche pittoriche, prezioso per lo
studio, lo scandaglio dei dipinti.
Ho altri amici a Fighille. Sono coloro che hanno dovuto cambiare
residenza e guardano dall'alto le loro case, la valle. Talvolta vado a
trovarli, così riaccendo il passato.
Italiano è stato il primo che conobbi in questo pizzico di
paese. Avevo forato una gomma proprio davanti al cancello della sua casa. Lui
mi aiutò, poi volle che facessimo merenda insieme con le salsicce sotto olio,
che così buone non ne ho più mangiate.
E' l'amico che ha intravisto appena
l'alba del terzo millennio.
Lassù, sulla collina, gli tiene compagnia Americo, che ha
lasciato in eredità il lavoro a molte persone. Tra l'altro inventò la rassegna
pittorica, che oggi è tra le più longeve e frequentate in Italia.
Italiano e Americo: li vedo ancora. Nel silenzio.
Franco Ruinetti