In attesa della presentazione dell'opera, in programma oggi pomeriggio alle ore 18.00 in Piazza degli Artisti a Fighille, proponiamo una pregevole interpretazione dell'opera inviataci dal prof. Franco Ruinetti di Riccione, direttore
onorario del piccolomuseo di Fighille:
Ruinetti visto da Man |
Lo scultore ha evocato e portato
alla luce, l'anima di questa contrada, Fighille.
“La Temperanza” è opera allegorica.
Parla dell'amenità del luogo, di una realtà che va dai tempi antichi all'oggi e tende al poi.
L'artista ha dato alla materia l'apparenza di una giovane donna dolce e serena, che allude a Cerere, dea dalla bella chioma, protettrice delle messi e dei frutti.
“La Temperanza” è opera allegorica.
Parla dell'amenità del luogo, di una realtà che va dai tempi antichi all'oggi e tende al poi.
L'artista ha dato alla materia l'apparenza di una giovane donna dolce e serena, che allude a Cerere, dea dalla bella chioma, protettrice delle messi e dei frutti.
E l'anfora, che fa pensare alla
cornucopia, è figlia di questa terra generosa, apprezzata fino dalle epoche
remote, amica dell'uomo nei commerci e nell'arte.
Nell'iconografia cristiana era
associata alla virtù della temperanza per miscelare il vino con l'acqua. Questa
anima è sempre esistita, ma ora il talento di Gianfranco Giorni la presenta in
tutta la sua venustà.
E' la sintesi di questo breve angolo
del mondo, che è come un'enclave appartata nella pace dei campi e gode comunque
di tutti i vantaggi del progresso. Le case, ora vicine per farsi compagnia, ora
sparse, non superano l'altezza del verde e non conoscono quelle che
s'arrampicano nei cieli.
Quando siamo a Fighille ci sembra
che la vita abbia meno fretta, perché essa è legata come sempre alle stagioni,
ai silenzi dei panorami, all'alternanza delle colture.
L'uomo e la natura, a Fighille
vivono un equilibrio che “La Temperanza”, dello scultore di Anghiari,
interpreta con un linguaggio chiaro carico di profonde suggestive risonanze.
Questo monumento viene dal
sentimento di gratitudine che lega le persone alla loro madre terra.
Franco Ruinetti