sabato 23 novembre 2024

Roberta Bagli in una lettura di Franco Ruinetti

ROBERTA BAGLI

Nelle sculture della riccionese è protagonista la figura umana, non tanto nella sua identità fisica, in quanto i particolari sono spesso solo sveltamente accennati, ma perché  essa è espressione dei sentimenti, in primis dell'amore e della pace. Il linguaggio privilegiato, il medium,  è quello della madre terra, la creta, duttile da plasmare, che l'artista passa alla fornace al naturale, patinata a bronzo o con altre tecniche. I risultati, cioè opere plastiche di dimensioni contenute, sono subito fruibili perché del genere figurativo, che viene dalla tradizione, dalle lontananze del tempo. I  modellati hanno sviluppi tondeggianti, le luci trascorrono nelle ombre come respiri.
Interessante la tematica de “Gli abbacci” che è frequente nella produzione. E' evidente: essi parlano dell'amore, cioè dell'attrazione tra i sessi, ma vanno oltre, fanno pensare   a quello ”che muove il sole e l'altre stelle”. Sono un monito che ha la voce suggestiva dell'arte.


Le superfici di alcuni elaborati non sono perfettamente liscie, viene da sentirle con la mano, hanno corrugamenti, vibrazioni come quelle di strumenti musicali a corda. Hanno una forza intrinseca, sono movimento. Tali piccoli monumenti di Roberta Bagli, che è persona estroversa, sono originati certamente nella densità del silenzio, nella solitudine feconda della concentrazione. E' bello conoscerli, lasciano una traccia piacevole nella memoria, istruttiva.
L'artista, seppure per brevi periodi, si avvale del linguaggio pittorico. 

Tra scultura e pittura non c'è soluzione di continuità. Le figure, soprattutto femminili, sono realizzate realisticamentte. Si tratta di volti o mezzibusti di giovani dagli occhi grandi, fissi, sguardi assenti, non vedono chi li guarda, sono pensosi.
Belle presenze: hanno una certa proprietà magnetica, sollecitano l'immaginazione. Si possono definire pitture a tutto tondo sospese nel tempo. Come d'altronde lo è tutto il creato.

                                                            Franco Ruinetti