martedì 23 luglio 2019

A frusto a frusto... (by Franco Ruinetti)



 

A FRUSTO A FRUSTO” 

1) Le bugie hanno le gambe corte: fanno lo sgambetto.



2) L'arte ferma il movimento, che è vita.

L'arte uccide la realtà per farla rinascere con l'anima nuova, quella dell'artista.

L'arte ferma il tempo, tende all'eterno.



3) Quando andrò in paradiso chiederò ai comandanti di non abbandonarmi nell'eterno riposo, ma di consentirmi di lavorare. Perché io ho sempre disprezzato la poltrona: fa venire la ruggine alle giunture e poi l'ozio favorisce i malanni. A me piace sudare, essere utile. Potrò impegnarmi nei campi (Elisi), nei boschi, all'aperto, non vorrò fare l'impiegato a sedere, neanche nelle stanze dalle grandi vetrate che danno sulle montagne innevate o sugli oceani. E se non ci saranno poderi o orti da coltivare, potrò dedicarmi ai giardini, alle aiuole, alla cura dei fiori colorati, profumati, che crescono in quel luogo per farlo bello, desiderabile. In paradiso!? Certamente. Infatti sono convinto che di là non ci sia altro, perché l'inferno è di qua con a capo i presidenti, gli onorevoli, le eccellenze.



4) Volevo mettere dentro al libro tutta la mia anima, ma non riesco a prenderla, mi fa marameo.



5) Quando la Gigina presentò alla madre il suo primo fidanzato quella storse la bocca, ma disse: “Piacere.” Poi, quando furono sole, pronunciò il giudizio: “Potevi trovarne uno migliore, quello è proprio un catorcio.” La figlia rimase male, ci pensò su, rispose: “E' bello dentro.” La madre la guardò, scrollò la testa, concluse: “Ti sei innamorata della radiografia.”



6) Sul tuo viso spunta il sole. Col sorriso.



7) Ottanta anni: il tempo non si vede e non si ferma, ma sempre più profonda incide la sua firma.



8) Fui invitato ad una cena e, allo stesso tavolo, di fronte a me, c'erano due cacciatori, che più bevevano e più ne avevano ammazzati. A parer mio soprattutto sparavano bugie. Però le raccontavano bene perché mi sembrava di veder piovere germani e allodole, stramazzare cinghiali, lepri, caprioli.

Tu sei cacciatore?”

Sere fa, di notte, sopra Brancialino, mi capitò un fagiano in mezzo alla strada, stava fermo stordito e confuso, abbagliato dai fari. Frenai per non prenderlo sotto. Era una festa di colori, grosso e bello.”

Ti posso dire una cosa? Ma non avertene a male.”

Parla pure.”

Più era bello e più sei scemo!”



9) La natura mi ha dato gli occhi per non vedere. Spero di vedere quando non avrò più gli occhi.



10) Ho molti quadri sulle pareti di casa, ma il più bello è la finestra che dà sulla campagna. La luce e i colori cambiano continuamente. In quella cornice vivono e trascorrono tutte le stagioni. Mi piacciono i tramonti e, quando posso, li guardo. In nessuna pinacoteca sono appese sui muri opere così suggestive, talvolta st0ruggenti. Il tramonto è sempre la morte. Che può essere bella, altisonante di rosso e di nero. Però io vorrei andarmene una sera d'autunno quando il cielo è coperto da una coltre di nuvole, nelle brume della solitudine.

Anche le finestre aperte sulla strada del paese sono quadri. Pieni di vita, raccontano i rumori, la fretta della gente. Nelle notti quiete il silenzio è surreale, mentre, se passa il vento, urlano le imposte, le lampade fanno l'altalena.



11) Molti che si dedicano all'arte si sentono geni incompresi perché vedono i loro lavori con la lente d'ingrandimento.



12) Una signora, uscendo dallo studio del fotografo, dal quale anch'io ero stato, mi mostrò la sua fototessera:

Dicono che sia bravo, ma guardi come m'ha fatto venire male!”

Guardai, tirai fuori dal taschino le mie fotografie:

Cosa dovrei dire io che m'ha fatto senza capelli?”



13) Stamattina, mentre ero al mercato con mia moglie, da un crocchio di persone è spuntata, a braccia levate, una signora che poteva avere la mia età. M'ha abbracciato festosa:

Chi si rivede! Sei ancora giovanotto! Ne è passato di tempo! Ti ricordi?”

Certo, ti trovo in forma, che piacere, ecc. ecc.”

Ho ricambiato le affettuosità.

Dopo che ci siamo salutati mia moglie m'ha guardato severa.

Chi è?”

Non lo so, non la conosco, penso che si sia sbagliata.”

Poi mi sono sforzato di ricordare, ma niente. Ad una certa età cala la nebbia nel cervello, si vede poco da vicino e, certe volte, niente in lontananza.

Che figuraccia! Soprattutto con me stesso. E che muso! Quello di mia moglie.





14) Sono andato a vedere una chiesa di campagna dove è conservata una tela con un dipinto di autore ignoto, che risale al '500. L'ho trovata chiusa. Ho chiesto a due donne quando poterla visitare.

Viene un prete la domenica mattina alle 10 per dire la Messa.”

Perché, il parroco è morto?”

No, è molto vivo.”

Come sarebbe a dire?”

E' scappato con la Mafalda, che era tutta casa e chiesa.”

L'altra donna è stata più precisa:

Era tutta casa e prete.”



1.  Una signora, mia vicina di casa, vive da sola con un gatto. Un giorno era molto triste.

Che le è capitato?”

M'è venuto incontro con un topo in bocca. Lo tenevo come la rosa al naso. Non lo voglio più vedere!”

Signora, sbaglia, non deve rifiutare il regalo dal gatto. Lui esercita la professione nella quale si è specializzato ancora prima di nascere.”

M'ha guardato incredula.

Il giorno dopo ce l'aveva in collo.



16) “A frusto a frusto”, Par. VI, 141. Capita che mi saltino in mente parole o brandelli de La Divina Commedia. E questo vuol dire che Dante non è lontano, non è sepolto nella cultura, anzi è un amico che offre ospitalità nel suo tempo e regala a tutti le citazioni.



17) Stanotte il silenzio disteso risplende sulla valle sotto la luna piena. E io non so se sono di qua o di là.



18) Mentre stendeva i panni sul balcone ho visto che il primo sole le ha fatto una carezza sul volto e sulle braccia.



19) Considerando le aggressioni all'italiano da parte delle altre lingue, con riferimento al giardino d'Europa, oggi Dante potrebbe dire “...là dove l'okay stona'.



20) Mia madre,che aveva fatto la seconda elementare in zona rurale (all'epoca per una femmina non era poco), fu inconsapevolmente la mia prima insegnante di latino perché, tutte le sere, mi faceva ripetere le preghiere che allora si dicevano in quella lingua. Avevano qualche strappo e mancavano di qualche desinenza. Le rattoppai e aggiustai frequentando la scuola media.



21) Ho scritto ad un'amica gli auguri per tutti i giorni che ancora sfoglierà e anche per dopo. Non mi ha risposto. Forse non vuole pensare che necessariamente, prima o poi, i fogli finiranno.



22) Il figlio sente l'urgenza di dire grazie alla mamma quando lei, fisicamente, non può più sentirlo.



23) Dicono che, quando si passa di là, si veda una gran luce. Ho sempre pensato che accadrà come a certe lampadine di una volta che, fulminandosi, facevano un bagliore.



24) Il giovane Alex va in palestra dove ci sono gli attrezzi per sudare a pagamento. Secondo me farebbe meglio a vangare l'orto con suo padre. Suderebbe lo stesso senza spendere. Ma forse io penso così perché non me ne intendo e sono rimasto un pollo ruspante



25) Avevo 10 anni e, con i miei, a ferragosto, andai a piedi a Montecasale dove erano salite molte altre persone per la Messa e il pranzo al sacco sotto l'ombra delle querce. Alla sorgente incontrai una fanciulla più o meno mia coetanea. Fu un'apparizione, era fatta di luce.

Tu chi sei?”

Lucilla.”

Sua madre la chiamò.

Facemmo pochi metri di corsa tenendoci per mano.

Ti rivedrò a ferragosto quest'altro anno?”

Sì.”

Fu il mio primo appuntamento. Che si perse nel tempo.



26) Mi sembra d'essere sul calesse e io ho le redini, ma è il cavallo che sa la strada.



1.  L'umiltà è difficile virtù: se perde le battaglie vince la guerra.



1.  Ero fanciullo quando il sole s'è fermato nel cielo di quella mattina e ancora, nella via Aggiunti del Borgo, scivola l'infinita processione corazzata degli alleati fatta di autoblindo carri armati camion carichi di cannoni e grandi soldati. Rivedo la ininterrotta sfilata tra due ali di folla, ma i rumori sono cessati. Il ricordo vive nel silenzio dei morti.



29) Dopo averlo visitato, il dottore gli chiese:

Hai avuto qualcosa alle spalle?”

Menco ci pensò e rispose:

Sì: fasci di fieno e sacchi di grano:”



1.  Ognuno di noi pensa di essere al centro nella giostra del mondo. Forse è così.



1.  Frequentavo la terza media e la scuola mi pareva il carcere degli innocenti. Quella mattina fingevo di ascoltare la lezione del prete biondo senza la chierica, quando sul quaderno si posò una mosca. Allora detti una manata sul banco solo per farle paura perché anche lei era un miracolo di vita. Ne seguì una nota che era come uno strappo nel vestito della domenica. “Mi perdoni, ho sbagliato.” “Io, sentenziò il professore, in questa sede sono un educatore, devo essere giusto.” Così odiai ancora di più la scuola, ma ora, dopo tanti anni non maledico il prete biondo perché conosco l'umana debolezza e penso che il Padreterno lo abbia mandato dal barbiere a fargli la chierica, grande come un'aureola.



32) Da ragazzo ero ubriaco di vita, sbandavo. Mi tesero le mani l'ostinato amore materno e la soddisfatta cattiveria del prossimo.



33) Il tuo sorriso m'ha fatto sempre compagnia. Se l'avessi baciato si sarebbe spento.



34) Il fiume si perde nel mare, come la vita si perde nell'infinito.



35) Quando tornerò là da dove sono venuto forse non ricorderò niente di dove sono stato.



36) Chissà? La strada verso la meta è a senso unico. La fiumana della gente arriva alla porta sempre aperta. La supera e scompare in un abisso simile a quello di un buco nero.



37) Mi sento passeggero nella carrozza del mondo.



38) Viviamo della morte. La mangiamo.



1.  Io. Non sono quello che dicono gli altri. Non sono quello che la mia storia racconta. So chi non sono e non so chi sono. Io.



1.  Telegramma agli abitanti del futuro. “L'intelligenza è una droga. Sempre di più. Attenzione: quando la campana rintocca zoppa, a martello, il mondo presenta i conti.”



1.  Oggi, finalmente, sono tornate le rondini. Bianche e nere, sfrecciano nell'azzurro. Le aspettavo. E' festa. Portano una nuova primavera nell'anima.



1.  Facevo il mio lavoro nello scoperto davanti a casa. Si fermò un uomo e mi chiese:

Ma lei è specializzato, ha la licenza?”

No, ma lo so fare.”

Non importa, non può farlo.”

Allora le racconto un apologo. Un cane da pagliaio vide una lepre e la inseguì. Questa, col fiatone e col cuore in gola, gli disse: non puoi corrermi dietro, non hai la specializzazione. Tu sei da guardia, non da caccia.

Che fa, mi prende in giro?”

No, non ci penso neanche.”

Continuai a lavorare e, per un po', quello rimase lì, tutt'occhi, senza parole.



43) Una sera d'inverno aspettavo, alla stazione di Rimini, che il treno mi portasse un parente. Tutti camminavano veloci e non guardavano un uomo che era seduto in terra appoggiato al muro, barba capelli radi e lunghi, vestito di miseria. Sembrava lontano nell'abbandono della solitudine. Ad un certo momento, venuto non so da quale parte, si materializzò don Oreste Benzi. Si diresse verso di lui, gli mise le mani sotto le ascelle, lo aiutò ad alzarsi e la manovra sbocciò in un abbraccio, che mi parve il monumento dell'amore tra l'indifferenza e la fretta. Quell'abbraccio non si è sciolto. Lo porto con me.



Franco Ruinetti
illustrazioni di Man