sabato 30 giugno 2018
venerdì 29 giugno 2018
giovedì 28 giugno 2018
mercoledì 27 giugno 2018
Amore platonico... by Franco Ruinetti
Era un bel giovane, poco socievole.
Lo aveva investito un amore violento. Studiava quello che gli pareva. Aveva nel
cervello un'idea fissa: ricciola, bionda, con gli occhi celesti. Qualche
ragazza lo guardava, ma lui pensava a quella che, incontrandolo, abbassava lo
sguardo, non lo guardava. Così pensava che non lo pensasse, però, in realtà,
non lo sapeva perché non le aveva mai parlato, era timido, insicuro, aveva
paura del rifiuto. Rimaneva nell'incertezza, in fondo alla quale insisteva un
barlume di speranza, mentre un eventuale 'no' dichiarato avrebbe chiuso il
sipario con la scritta 'fine.'
Amava un'assenza, come i più grandi
dell'antologia, Dante e Petrarca, ma loro erano contenti, lui no. Quell'amore
era dolore, del quale non poteva fare a meno, lo desiderava. Era una pena
continua.
Col passare del tempo la sua
patologia spirituale divenne cronica. Faceva il proposito di azzardare, di
cercare quella ragazza e fermarla, ma non lo faceva, risolveva di parlarle alla
messa della domenica, ma c'era quell'amica. Le andava vicino, però rimaneva
impacciato, muto.
Così passarono gli anni, una
decina, durante i quali lei si sposò e anche lui si sposò. Quando una mattina
di maggio, nel viale dei tigli, se la vide davanti. Teneva per mano i due figli
con gli zainetti sulle spalle. Si era un po' irrobustita, ma aveva ancora
qualche riflesso fulgido dell'adolescenza.
D'impulso le sussurrò:
“Ti ho sempre amata”.
“Anch'io”.
Poi ognuno proseguì nella propria
direzione. E la pena s'ingentilì. Però fu doppia.
Passarono altri anni, ma non
trascolorò quell'idea fissa ricciola, bionda, con gli occhi celesti. Ormai lui
viveva in un'altra città, ma periodicamente tornava al paese per deporre
qualche fiore sulle tombe dei suoi genitori e dare un saluto ai mancati
suoceri, presso i quali, come sperava, finalmente la rincontrò. Ma non era più
la stessa. Gli fece venire in mente il biancospino quando ha perduto
l'infiorescenza. Solo gli occhi erano ancora due gocce di cielo. Fu contento
dell'incontro, di averci per la prima volta, pur brevemente, conversato. Fu
come se si fossero detti solo gli indici di due libri bugiardi. E la pena non
trascorse, ma gli fu amica malinconica.
Per tutta la vita aveva tradito la
moglie con quella luce che lo aveva colpito nella prima giovinezza, con l'illusione
del ricordo, con la sofferenza che insegue la speranza. Era certo che la sua
non fosse una storia isolata, bensì frequente e che tanto amore, dopo il gran
passo, dopo le sue Colonne d'Ercole, brillerà nelle notti con una nuova stella.
Franco Ruinetti
martedì 26 giugno 2018
lunedì 25 giugno 2018
sabato 23 giugno 2018
....giorni d'estate
Dies
Il sole brucia implacabile, uguale,
le stoppie gialle del pian vaporoso.
L'azzurra volta del ciel luminoso
riflette in terra la fiamma estiva.
Non muove foglia. La vita animale
langue in un grave sopor neghittoso.
Turba la pace al meriggio affannoso
solo un modesto frinire di cicale.
Il sole brucia implacabile, uguale,
le stoppie gialle del pian vaporoso.
L'azzurra volta del ciel luminoso
riflette in terra la fiamma estiva.
Non muove foglia. La vita animale
langue in un grave sopor neghittoso.
Turba la pace al meriggio affannoso
solo un modesto frinire di cicale.
(O.Guerrini)
![]() |
opera di Vincenzo Frisco |
venerdì 22 giugno 2018
giovedì 21 giugno 2018
Improvvisamente fu piena estate
Estate
Improvvisamente fu piena estate.
I campi verdi di grano, cresciuti e
riempiti nelle lunghe settimane di piogge,
cominciavano a imbiancarsi,
in ogni campo il papavero lampeggiava
col suo rosso smagliante.
La bianca e polverosa strada maestra era arroventata,
dai boschi diventati più scuri risuonava più spossato,
più greve e penetrante il richiamo del cuculo,
nei prati delle alture, sui loro flessibili steli,
si cullavano le margherite e le lupinelle,
la sabbia e le scabbiose, già tutte in pieno rigoglio
e nel febbrile, folle anelito della dissipazione
dell'approssimarsi della morte
perché a sera si sentiva qua e là nei villaggi il chiaro,
inesorabile avvertimento delle falci in azione.
Improvvisamente fu piena estate.
I campi verdi di grano, cresciuti e
riempiti nelle lunghe settimane di piogge,
cominciavano a imbiancarsi,
in ogni campo il papavero lampeggiava
col suo rosso smagliante.
La bianca e polverosa strada maestra era arroventata,
dai boschi diventati più scuri risuonava più spossato,
più greve e penetrante il richiamo del cuculo,
nei prati delle alture, sui loro flessibili steli,
si cullavano le margherite e le lupinelle,
la sabbia e le scabbiose, già tutte in pieno rigoglio
e nel febbrile, folle anelito della dissipazione
dell'approssimarsi della morte
perché a sera si sentiva qua e là nei villaggi il chiaro,
inesorabile avvertimento delle falci in azione.
(H. Hesse)
![]() |
opera di Fabrizio Filippi |
mercoledì 20 giugno 2018
martedì 19 giugno 2018
3 anni di Temperanza

A tre anni dalla collocazione dell'opera di Gianfranco Giorni al centro della nuova
Piazza degli Artisti a Fighille, riproponiamo il percorso che ha portato l'opera in marmo dal
laboratorio della Valtiberina Marmi di Sansepolcro (ove Gianfranco
Giorni l'ha realizzata) fino alla sua casa attuale.
lunedì 18 giugno 2018
sabato 16 giugno 2018
All'inizio di una lunga estate calda.....(3)
Estate... stagione di vacanze, mare e relax.....
Alcune opere dell'artista Francesco Mangialardi che ci portano con la mente lungo le spiagge italiane....
venerdì 15 giugno 2018
32000 ingressi virtuali al piccolomuseo !

Non si arresta il successo sul web del piccolomuseo di Fighille che continua a suscitare interesse tanto che il numero dei click sulle pagine dedicate ha raggiunto in questi giorni il nuovo traguardo dei 32.000 biglietti virtuali!
Tanti infatti sono i visitatori che hanno cliccato sulla pagina di
ingresso al museo e hanno poi visionato le opere e le schede degli
artisti.

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