Era un bel giovane, poco socievole.
Lo aveva investito un amore violento. Studiava quello che gli pareva. Aveva nel
cervello un'idea fissa: ricciola, bionda, con gli occhi celesti. Qualche
ragazza lo guardava, ma lui pensava a quella che, incontrandolo, abbassava lo
sguardo, non lo guardava. Così pensava che non lo pensasse, però, in realtà,
non lo sapeva perché non le aveva mai parlato, era timido, insicuro, aveva
paura del rifiuto. Rimaneva nell'incertezza, in fondo alla quale insisteva un
barlume di speranza, mentre un eventuale 'no' dichiarato avrebbe chiuso il
sipario con la scritta 'fine.'
Amava un'assenza, come i più grandi
dell'antologia, Dante e Petrarca, ma loro erano contenti, lui no. Quell'amore
era dolore, del quale non poteva fare a meno, lo desiderava. Era una pena
continua.
Col passare del tempo la sua
patologia spirituale divenne cronica. Faceva il proposito di azzardare, di
cercare quella ragazza e fermarla, ma non lo faceva, risolveva di parlarle alla
messa della domenica, ma c'era quell'amica. Le andava vicino, però rimaneva
impacciato, muto.
Così passarono gli anni, una
decina, durante i quali lei si sposò e anche lui si sposò. Quando una mattina
di maggio, nel viale dei tigli, se la vide davanti. Teneva per mano i due figli
con gli zainetti sulle spalle. Si era un po' irrobustita, ma aveva ancora
qualche riflesso fulgido dell'adolescenza.
D'impulso le sussurrò:
“Ti ho sempre amata”.
“Anch'io”.
Poi ognuno proseguì nella propria
direzione. E la pena s'ingentilì. Però fu doppia.
Passarono altri anni, ma non
trascolorò quell'idea fissa ricciola, bionda, con gli occhi celesti. Ormai lui
viveva in un'altra città, ma periodicamente tornava al paese per deporre
qualche fiore sulle tombe dei suoi genitori e dare un saluto ai mancati
suoceri, presso i quali, come sperava, finalmente la rincontrò. Ma non era più
la stessa. Gli fece venire in mente il biancospino quando ha perduto
l'infiorescenza. Solo gli occhi erano ancora due gocce di cielo. Fu contento
dell'incontro, di averci per la prima volta, pur brevemente, conversato. Fu
come se si fossero detti solo gli indici di due libri bugiardi. E la pena non
trascorse, ma gli fu amica malinconica.
Per tutta la vita aveva tradito la
moglie con quella luce che lo aveva colpito nella prima giovinezza, con l'illusione
del ricordo, con la sofferenza che insegue la speranza. Era certo che la sua
non fosse una storia isolata, bensì frequente e che tanto amore, dopo il gran
passo, dopo le sue Colonne d'Ercole, brillerà nelle notti con una nuova stella.
Franco Ruinetti