lunedì 30 dicembre 2024
martedì 24 dicembre 2024
lunedì 23 dicembre 2024
lunedì 16 dicembre 2024
martedì 10 dicembre 2024
Gli spilli di maneglia (629)
lunedì 2 dicembre 2024
lunedì 25 novembre 2024
sabato 23 novembre 2024
Roberta Bagli in una lettura di Franco Ruinetti
ROBERTA BAGLI
Nelle sculture della riccionese è protagonista la
figura umana, non tanto nella sua identità fisica, in quanto i
particolari sono spesso solo sveltamente accennati, ma perché essa è
espressione dei sentimenti, in primis dell'amore e della pace. Il
linguaggio privilegiato, il medium, è quello della madre terra, la
creta, duttile da plasmare, che l'artista passa alla fornace al
naturale, patinata a bronzo o con altre tecniche. I risultati, cioè
opere plastiche di dimensioni contenute, sono subito fruibili perché del
genere figurativo, che viene dalla tradizione, dalle lontananze del
tempo. I modellati hanno sviluppi tondeggianti, le luci trascorrono
nelle ombre come respiri.
Interessante la tematica de “Gli abbacci”
che è frequente nella produzione. E' evidente: essi parlano dell'amore,
cioè dell'attrazione tra i sessi, ma vanno oltre, fanno pensare a
quello ”che muove il sole e l'altre stelle”. Sono un monito che ha la
voce suggestiva dell'arte.
L'artista, seppure per brevi periodi, si avvale del linguaggio pittorico.
Tra
scultura e pittura non c'è soluzione di continuità. Le figure,
soprattutto femminili, sono realizzate realisticamentte. Si tratta di
volti o mezzibusti di giovani dagli occhi grandi, fissi, sguardi
assenti, non vedono chi li guarda, sono pensosi.
Belle presenze:
hanno una certa proprietà magnetica, sollecitano l'immaginazione. Si
possono definire pitture a tutto tondo sospese nel tempo. Come
d'altronde lo è tutto il creato.
Franco Ruinetti
lunedì 18 novembre 2024
lunedì 11 novembre 2024
giovedì 7 novembre 2024
lunedì 4 novembre 2024
lunedì 28 ottobre 2024
Gli spilli di maneglia (622)
martedì 22 ottobre 2024
Agli archivi Fighille41 con un nuovo lusinghiero successo (by Marco Botti)
Il pordenonese Andrea Mazzoli e il cesenate Gianluca Bosello si aggiudicano la 41° edizione del Premio Nazionale di pittura “Fighille Arte”. Le premiazioni, presentate dal giornalista culturale Marco Botti, si sono svolte domenica 6 ottobre 2024 a Fighille di Citerna (PG), con un grande arcobaleno in cielo che faceva da indimenticabile coreografia. Ottantadue premi e sessanta premi speciali consegnati agli artisti dalle autorità locali e dagli organizzatori, di fronte a un folto pubblico che ha assistito fino alla fine alla lunga cerimonia.
Nella sezione “opere da studio” ha vinto Andrea Mazzoli, artista nato a Maniago (PN) nel 1964.
Al secondo posto la teramana Morena Marini, terzi ex aequo il vicentino Giampietro Cavedon, il trentino Franco Chiarani e il fiorentino Paolo Fedeli.
Nella sezione “extempore” si è imposto Gianluca Bosello, pittore nato a Cesena (FC) nel 1970.
La sua opera “Nei ricordi si sente ancora il fischio del treno” raffigura la ex stazione di Sasso d’Anghiari, reliquia della Ferrovia dell'Appennino Centrale che collegava Arezzo a Fossato di Vico, attiva dal 1886 fino alla Seconda Guerra Mondiale, poi chiusa e smantellata a causa dei danni bellici. “La fermata di Sasso era quella di riferimento per gli abitanti di Fighille e l’artista ha saputo interpretare con rara vena poetica un dettaglio della facciata consunta dal tempo, impregnandola della luce e degli umori atmosferici autunnali”.
Al secondo posto ex aequo la veronese Marina Basaglia, il mantovano Elio Carnevali e il vicentino Giuseppe Fochesato, terzi ex aequo il padovano Gilberto Sartori e il bresciano Alberto Zappa.
La pittrice aretina Laura Serafini è stata nominata artista dell’anno e ha ricevuto il premio “San Michele d’oro” grazie all’opera “Altróve n. 2”, che entrerà di diritto nella raccolta del Piccolomuseo di Fighille.
Quella del 2024 è stata un’altra edizione record per Fighille Arte, con seicento opere in concorso, 498 da studio e 102 dipinte durante l’estemporanea, realizzate da artisti provenienti da tutte le regioni d’Italia, isole comprese. Questo è successo nell’anno in cui è stato recuperato e inaugurato Palazzo Tani, edificio che amplia l’offerta del Piccolomuseo, accogliendo opere di maestri che hanno fatto la storia della manifestazione, nell’anno in cui la Sala degli Ammassi del Comune di Citerna ha ospitato una selezione di “grandi classici” tratti dalla collezione permanente di Fighille Arte e nell’anno in cui nel Piccolomuseo, situato nella ex Dogana Pontificia che sorgeva nei pressi del limite con il Granducato di Toscana, è stata allestita la 75° mostra collettiva del Gruppo Labronico.
Il premio nazionale di pittura, organizzato dalla Pro Loco Fighille con il patrocinio del Comune di Citerna e il contributo di sponsor privati, ha trasformato per un intero weekend il piccolo centro al confine tra Toscana e Umbria in capitale dell’arte contemporanea dell’intera Valtiberina.
Edizione dopo edizione, accanto al numero crescente dei lavori, sta aumentando la qualità delle opere esposte. Questo aspetto certifica che gli artisti italiani guardano con sempre maggiore interesse a Fighille Arte e ambiscono a entrare nella collezione permanente del Piccolomuseo, scrigno nelle cui sale confluiscono sia le opere vincitrici del concorso, sia i gioielli pittorici donati da nomi illustri del panorama nazionale, facendo del polo artistico fighillese una realtà in continuo sviluppo e destinata a valorizzarsi nel tempo.
Atto finale dell’edizione 2024 sarà il consueto catalogo di prossima uscita, per l’occasione in versione “golden edition”, perché quello vissuto da Fighille Arte è stato un anno d’oro nel vero senso della parola