martedì 10 maggio 2022

Amici supplenti (by Franco Ruinetti)

 

 

   

AMICI SUPPLENTI  
 
Prima della pandemia, dopo avere cenato, restavo in casa di rado, passavo le ultime ore della sera con gli amici. Non si faceva niente in particolare; era bello oziare alla bocciofila, intorno a qualche bicchiere o passeggiare nelle chiacchiere lungo le aiuole del giardino. 
Col passare del tempo gli amici sono diradati come i capelli in testa, ma gli incontri continuavano ad essere piacevoli, l'età non pesava, era leggera. Le preoccupazioni si lasciavano a casa e Checco, che era arrivato quasi di là, quando tornò disse: “Non mi hanno fatto passare perché non avevo il certificato col timbro e la firma, la burocrazia non transige, sul gran portone sta scritto: LA FORMA E' ANCHE SOSTANZA.” 
 Dai primi mesi del '20 addio ai veri amici. Il covid ha costretto tutti pressappoco agli arresti domiciliari. Gli amici supplenti sono il cellulare, il computer e, per me, in primo luogo, la TV. Hanno il cuore freddo. Quindi anche io ho cambiato vagone nel tragitto dell'esistenza.Così sono diventato alunno, quotidianamente per ore, della più grande scuola che dal piccolo schermo straripa per dilagare in tutte le case.
Situazione strana; siamo io e lui, cioè il video, dove sono tanti, parlano sempre loro, io zitto, vedo, sento, sono nascosto spesso nel buio, anonimo dell'audience. 
Seguo con curiosità la madre di tutte le scuole. E ricordo chiaramente ancora gli ordini del mio maestro che fa le giravolte nella tomba: “Silenzio, braccia conserte”; Non volava una mosca. Poi: “In piedi, arriva il signor direttore.” 
 

La nuova pedagogia, quella libera della docente TV, in sintonia con la corrente civiltà, potrebbe esprimersi così: “Ragazzi, fate il gesto dell'ombrello.” Sennò; “In alto, dritto il dito della mano destra.”Lo so: gli studiosi hanno da sempre detto che la lingua è in continua evoluzione. Al proposito vale rammentare che nel giro dei secoli il latino è diventato volgare, poi italiano. Ora, però, gli aggiornamenti espressivi, vocali e mimici, sono vorticosi e, con loro c'è anche un miscuglio di inglese.Mi preme precisare che non faccio il bacchettone. Dico che è facile compito per quelli che siedono sulle cattedre più alte sparare con l'indice e ripetere 'O tempora o mores!' Perché io mi diverto, non giudico. Prendo atto della frattura che c'è tra la scuola ufficiale, nella quale mi sono inpegnato per decenni, con uno stipendio malinconico e quella che passa per le antenne. Gli insegnanti, che a fatica arrivano al tempo indeterminato, sono colti e corretti. Educano. Certi professionisti del piccolo schermo invece (meno male, solo alcuni) fanno saltare i ponti del galateo tra risate, battimani e, in quanto docenti della maleducazione, prendono soldi a palate. 
TV, cellulare, computer: grazie amici supplenti nel lungo periodo della solitudine pandemica. Ho detto amici, ma la definizione è impropria Meglio dire rifugi, ammazzatempo. 
Ma c'è un motivo che mi batte in testa e che nel volgere dell'evo contemporaneo ha guadagnato, comparendo nel piccolo schermo, i favori dell'attenzione. E' uno scorcio, un particolare che subito diventa protagonista. Lo chiamano eufemisticamente, come fosse un segmento geometrico, 'lato b'. Lo si vede in programmi di intrattenimento, nella pubblicità o quando meno te l'aspetti; genere femminile, allegro, al naturale, quasi del tutto nudo, con una strisciolina di stoffa al centro, verticale, è elegante, sembra una cravatta. 
Che dire? E' un orizzonte interessante, un belvedere. E' come il jolly che porta fortuna, è come il prezzemolo che sta bene in tutte le salse. 
Gli amici supplenti non riempiono il vuoto lasciato da quelli veri, ma anche loro, qualche volta almeno momentaneamente, fanno scordare un sottile malessere di vivere.
Franco Ruinetti