Dal 9 al 30 luglio 2017 le Civiche Stanze di via Buonumore 29, a Sansepolcro (Ar), ospitano “Memento”,
doppia personale di pittura e scultura di Giampietro
Cavedon e Sergio Massetti a cura di
Giovanni Pichi Graziani.
L’esposizione, a ingresso libero e gratuito, sarà visitabile dal martedì alle domenica, con orario 17/20 e 21/24. Domenica 9 luglio, prima del vernissage, Cavedon ha partecipato all'estemporanea di pittura “Arte al Borgo”, nel centro storico di Sansepolcro. L'opera realizzata sarà messa all'asta, senza prezzo di riserva, e sarà possibile visionarla per tutta la durata della mostra all’interno dello storico circolo biturgense. Nel corso del finissage, domenica 30 luglio, la tela sarà battuta al miglior prezzo.
LA MOSTRA
Considerato il successo di “Memento”, allestita lo
scorso giugno nel Museo Michelangiolesco
di Caprese Michelangelo, la mostra personale del pittore veneto Giampietro
Cavedon rimarrà in Valtiberina anche per tutto il mese di luglio spostandosi
alle Civiche Stanze di Sansepolcro, dove sarà arricchita da una serie di opere
inedite dello scultore Sergio Massetti.
Nelle tele di Cavedon
si contemplano paesaggi urbani, interni di ville ottocentesche e di fabbricati
industriali. A essere rappresentati sono dei non-luoghi plasmati dal ricordo
estetizzante del pittore vicentino. Il primo attore dell'esposizione è
l'artista stesso, o per meglio dire la sua reminiscenza, una presenza-assenza
che pervade ogni dipinto. “Ciò che l'artista ci rende non è una
fotografia statica del mondo, bensì la rappresentazione della memoria così come
si dà – spiega il curatore Giovanni
Pichi Graziani. – Cavedon, non
riducendo la memoria stessa a una sequenza di singoli fotogrammi monadici, la
rappresenta nel modo più attinente alla sua forma: nella sua dinamicità”.
L’arte di Massetti catapulta invece l’osservatore in un’altra dimensione, dove tutto magicamente si trasforma e si evolve. Piccole e grandi sculture nate dal recupero di materiali abbandonati che incuriosiscono e stupiscono.
Sergio Massetti è alla continua ricerca di
realtà nuove, di assemblaggi e coniugazioni apparentemente impossibili, che
acquistano ancora un'altra vita, sorprendente identità, piacevole illusione – scrive il critico Franco
Ruinetti. – Incontri cercati o casuali accendono il
lampo dell'ispirazione. Il verbo della creatività può avere origine da cose
semplici, ad esempio la posateria di casa o, come succede il più delle volte,
da oggetti morti, ormai inutili, che riposano dimenticati nei cimiteri a cielo
aperto delle discariche.
BREVI BIOGRAFIE
Giampietro Cavedon nasce nel 1951 a Marano
Vicentino (Vi), dove da allora vive e lavora. Negli anni partecipa con successo
a concorsi nazionali e internazionali, dove ottiene premi e riconoscimenti. Le
sue opere sono state esposte in tutto il mondo. Da ricordare le tappe di Bruxelles,
Roma, Venezia, Padova, San Francisco, New York e Barcellona. Le ambientazioni
di Cavedon, dai paesaggi urbani agli interni domestici o industriali, sono
immerse in un’atmosfera densa di evocazione. È l’azione della memoria che cerca
di mettere a fuoco i ricordi, la mano che muove il suo pennello, i contorni
sfumati palesano l’impossibilità di afferrare nitidamente le immagini. Quello
che rappresenta l’artista nelle sue opere non è quello che si vede ma quello
che egli vede e ce lo riporta attraverso il filtro della sua mente. Allo
spettatore non resta che indovinare, intuire, cercare tra gli oggetti e i
contorni abbozzati una dimensione malinconica, sfuggente e che forse non si
farà mai svelare. Nel 2016 ha vinto il Premio FighilleArte.
Sergio Massetti
è nato nel 1960 a Sansepolcro (Ar), ma vive e lavora a Citerna (Pg). Si diploma
all’Istituto industriale e lavora nel settore cantieristico per 36 anni. Da
sempre ha la passione per l’arte e le cose antiche che da anni raccoglie e
studia per valorizzarle. Dal 2010 si dedica a tempo pieno alla creazione di
nuove forme utilizzando vecchi materiali. La filosofia di base dalla quale
nascono le opere dell’artista valtiberino è dunque nel recupero dei materiali
con i quali sono costruite le stesse: antichi attrezzi e strumenti ormai
obsoleti, spesso forgiati da abili fabbri o costruiti nella prima era
industriale, oggetti metallici di uso comune e non che portano con sé storie a
volte centenarie ma che vengono sacrificati in nome del consumismo. Riassemblandoli
Massetti dà loro nuova vita, un nuovo scopo, un nuovo futuro. Negli ultimi anni
ha esposto con personali e collettive in importanti spazi espositivi toscani e
umbri come il Piccolo Museo di Fighille e la Galleria “Conte della Porta” di
Gubbio.