
domenica 30 settembre 2018
sabato 29 settembre 2018
Verso FighilleArte2018....
Mancano
ormai meno di due settimane alla grande kermesse d'arte di Fighille che
come da tradizione chiama a raccolta il meglio dell'arte contemporanea
nazionale....un appuntamento da non mancare !
venerdì 28 settembre 2018
Verso FighilleArte2018....
Mancano ormai meno di due settimane alla grande kermesse d'arte di Fighille che come da tradizione chiama a raccolta il meglio dell'arte contemporanea nazionale....un appuntamento da non mancare !
giovedì 27 settembre 2018
Fighille 2018
Esistono decine, forse centinaia di concorsi di pittura in ogni angolo d’Italia.
Piccoli e grandi.
Alcuni con pochi partecipanti altri molto frequentati.
In genere molto belli.
Poi c’è Fighille che da alcuni anni è un caso a parte.
Ha i suoi difetti e qualche pregio. Pero’ piace a gran parte dei migliori artisti italiani e tutti qui vi si danno appuntamento.
Dal Nord e dal Sud. Da ovunque.
Ci sono i migliori.
La competizione è di altissimo livello pero’ aperta a tutti.
Piccoli e grandi.
Alcuni con pochi partecipanti altri molto frequentati.
In genere molto belli.
Poi c’è Fighille che da alcuni anni è un caso a parte.
Ha i suoi difetti e qualche pregio. Pero’ piace a gran parte dei migliori artisti italiani e tutti qui vi si danno appuntamento.
Dal Nord e dal Sud. Da ovunque.
Ci sono i migliori.
La competizione è di altissimo livello pero’ aperta a tutti.
Ora...manca una settimana al Fighille2018.
La cosa ci preoccupa non poco.
Decine e decine di opere sono già arrivate. Altre già in partenza.
Agriturismi pieni.
Sarà una grande fatica e ogni anno è piu’ difficile.
Forse ci riusciremo. Vedremo.
Vinca il migliore, anzi vincano i migliori perché a Fighille il podio è sempre molto largo !
La cosa ci preoccupa non poco.
Decine e decine di opere sono già arrivate. Altre già in partenza.
Agriturismi pieni.
Sarà una grande fatica e ogni anno è piu’ difficile.
Forse ci riusciremo. Vedremo.
Vinca il migliore, anzi vincano i migliori perché a Fighille il podio è sempre molto largo !
mercoledì 26 settembre 2018
martedì 25 settembre 2018
Verso FighilleArte2018....
Mancano ormai meno di due settimane alla grande kermesse d'arte di Fighille che come da tradizione chiama a raccolta il meglio dell'arte contemporanea nazionale....un appuntamento da non mancare !
lunedì 24 settembre 2018
domenica 23 settembre 2018
sabato 22 settembre 2018
mercoledì 19 settembre 2018
Il grande amore di Bombolo....(by Franco Ruinetti)
Era
quasi estate e io ero ragazzo. Dormivo in una stanza poco più larga del letto,
alta, sotto la gronda, con la finestra che dava sulla stretta via lastricata,
che tenevo aperta per il fresco, per vedere la luna, le nuvole, le stelle e mi
sembrava di essere tra la terra e il cielo.
Mi
piaceva la mia cameretta. Andavo a letto presto, verso le 10 della notte, ma
non dormivo subito. I rumori della strada lentamente si spegnevano.
Tra
gli ultimi erano quelli del barrocciaio, che parlava alla cavalla a voce alta,
come ad un'amica. Infine sentivo sbattere le porte della bettola, da dove erano
appena usciti i pochi avventori più incalliti, che si scambiavano la buonanotte
con qualche parolaccia e qualche fiocco di bestemmia.
Mi
piaceva il profumo dei tigli schierati in triplice ordine fuori porta. Arrivava
fino a me, era intenso. Pensavo che un angolo come il mio, tutto mio, lo
potesse avere solo un principe delle favole.
Quindi,
nel nulla del silenzio, le palpebre diventavano pesanti per consegnare al sonno
la fatica delle corse fatte durante la partita di calcio con i compagni.
Ma
una volta mi ridestò dalla densità del torpore una voce ora acuta, poi
modulata, piagnucolosa che rimbalzava sulle facciate opposte delle case e
saliva verso l'alto.
M'affacciai
e vidi Bombolo che chiamava disperatamente la Licia. Guardava verso la sua
finestra, levava le braccia, si metteva in ginocchio in mezzo alla strada, si
rialzava: “Licia, Licia, amore mio, vieni fuori.” Aveva un fiore in mano, lo
gettava in terra, poi ne stringeva lo stelo tra i denti.
La
scena si svolgeva nel cono di luce della lampada comunale, come in un
palcoscenico. Bagliori impietosi trascorrevano sul deserto del cranio.
Lo
spettacolo ebbe alcune repliche.
“Non
so cantare, ma suono la musica del cuore, Licia, amore, amore... e questa è la
serenata alla mia amata... affacciati, sei la più bella... il sole della
notte.” Così diceva pressappoco, mentre a tratti strapazzava l'armonica a
bocca.
Alcuni
si sporgevano dalle finestre brontolando per non poter dormire, ma sicuramente
incuriositi e divertiti, come me.
Ora
ricordo una breve conversazione udita dal fornaio dove ero andato a portare una
casseruola con le zucchine ripiene da cuocere. “L'amore, sentenziò Checco, è
soprattutto demenza giovanile che solo il tempo cura e risana...Però
la Licia ha il cuore di ferro, che aspetta? Ormai il principe azzurro col
cavallo bianco non la cerca più, è andato da un'altra parte.”
Ricordo
anche che una donna, vicina di casa, con la testa tra i gerani del davanzale,
gridò: “Licia, fatti vedere, digli di sì, così la smette.” E lei, finalmente,
in camicia da notte, si fece vedere: “Non ci penso proprio, diglielo te di sì:”
Bombolo
tirò il fiore in aria e si agitò rabbioso: Sei divina, ma diventi una bestia
con le corna, la coda, la bava alla bocca.”
Una
notte lo sorpresero il temporale e la grandine, ma lui, imperterrito,
continuava la sua sceneggiata. L'amore superava freddo, lampi, tuoni. Io
osservavo incollato al riparo dietro le gelosie della persiana chiusa.
“Licia,
mia Licia, non lasciarmi infradiciare, solo l'amore può mettermi al riparo!
Allora
vidi aprirsi il portoncino di casa, Bombolo scomparve, il palcoscenico fu
deserto, il sipario si chiuse.
Pensai:
è' vero: chi la dura la vince. Batti e ribatti il cuore di ferro aveva ceduto,
segno che era duttile, dolce.
Passò
il tempo e seppi poi che da quella valanga d'amore, in tre anni, sbocciarono
quattro figli. Un parto fu gemellare. Bombolo, bravo carrozziere, è stato buon
marito e padre.
Con
quelle declamazioni fuori ordinanza ruppe il riserbo, cioè le catene del più
dolce e tenace dei sentimenti che presiede al perpetuarsi delle generazioni. Le
sue serenate, che colorarono le notti, restano scritte negli annali del paese.
Franco Ruinetti
martedì 18 settembre 2018
lunedì 17 settembre 2018
sabato 15 settembre 2018
Introduzione al Fighille2018 con i testi dei cataloghi delle edizioni precedenti.....(5)

In
vista del nuovo concorso di pittura di Fighille, in programma il 6-7
ottobre 2018, riproponiamo alcuni testi tratti dai cataloghi delle
edizioni precedenti.....
Quest'anno si è svolta la 35^ edizione della
rassegna di pittura, che, di volta in volta, ha sempre superato se stessa fino
a conseguire un autentico successo nazionale. Per l'occasione la Pro Loco ha pubblicato
un libro che racconta la storia del concorso nato e cresciuto a dismisura in
questa breve contrada.
Il successo, firmato dalla Pro Loco, viene dalla
gente e dagli artisti.
Se non ci fosse la gente, che festa dell'arte
sarebbe? E' lei che fa la festa. Ogni anno, il primo sabato e la prima domenica
di ottobre, cioè nel fine settimana, che si chiama week end perché fa fino da
quando la lingua italiana s'è imparentata con l'inglese, ce n'è tanta, a
ondate, una moltitudine. Passeggia, si ferma, a gruppi, alla spicciolata,
s'accalca nell'androne della scuola, nelle sale, le cui pareti sono tappezzate
con i quadri e gli spazi, come quello del grande gazebo all'esterno sotto i
pini, sono organizzati in percorsi scanditi da transenne, cavalletti a formare
labirinti di colori, dove pare sia passato l'arcobaleno per sbriciolarsi sulle
tele.
La rassegna di Fighille è tra le più longeve,
frequentate e importanti dell'intero territorio nazionale. I fighillesi e gli
altri numerosi visitatori hanno corroborato la competenza artistica, sono
diventati critici sulle orme di Sgarbi, senza essere sgarbati. Ci sono anche i
ragazzi, i giovani che parlano con i quadri. E questo è importante, bello
perché l'arte educa, resta dentro, tiene buona compagnia. Le persone vengono
perché questa è un'occasione unica per conoscere gratuitamente i dipinti di
autorevoli autori contemporanei.
Ora poi, proprio davanti alla grande mostra dei
quadri, basta attraversare la via, nei versanti dell'architettura e della
scultura, c'è un altro polo d'interesse. Infatti, dove insistevano delle
vecchie e fatiscenti costruzioni edilizie, si distende una piazza dove
scivolano e saltano i raggi del sole, nel cui centro sorge “La Temperanza”, monumento
che interpreta la storia e raffigura l'anima di Fighille, realizzato
dell'artista anghiarese Gianfranco Giorni. E' un'opera che viene dall'età
classica e va oltre il tempo presente.
Però: senza gli artisti e senza i quadri la festa
dell'arte non ci sarebbe. Senza di loro la festa sarebbe vuota, non potrebbe
esistere. Invece ad ogni appuntamento vengono da tutte le latitudini, di anno
in anno sempre di più, espongono le opere da studio, partecipano
all'estemporanea, piazzano in mezzo ai prati, sui greppi i loro cavalletti,
dispongono l'attrezzatura del mestiere, lavorano en plein air, riproducono e
interpretano scorci di vita locali, un pollaio, un sorbo, un panorama dove i
monti si dissolvono nella lontananza incerta tra l'azzurro ed il celeste. Ce ne
sono alcuni sempre presenti, non hanno disertato un'edizione di questo “Premio”
inventato da Americo Casi, che era un personaggio di rilievo e tale non
appariva perché si nascondeva nella semplicità.
E' interessante dialogare con gli artisti, che sono
strani e acuti, per bene e originali, rispettosi, ma fuori dai ranghi. Le
conversazioni hanno colori luminosi, vivaci, raramente con sfumature di grigio.
Essi amano la gente, con chiunque si fermano volentieri, di più con quelli che
dimostrano di apprezzare le loro opere.
La gente, gli artisti, le centinaia di dipinti
mescolati insieme fanno grande la festa, che è una ricorrenza importante,
attesa, che mostra dove va l'arte. Ecco: dopo aver tentato strade nuove nel
secolo passato, l'arte, lo conferma questa rassegna, ha smesso di “rompere” col
passato.
Ora è più libera, cioè affonda le radici nella
tradizione mentre volge in avanti. Ciascuno arricchisce il dato oggettivo con
gli apporti del proprio talento. L'arte rispetta la verità, ma la elabora e modifica.
Gli artisti convengono numerosi a Fighille da ogni
latitudine per incontrarsi, segretamente confrontarsi e perché trovano
un'ospitalità spontanea, antica. In quei due giorni siamo subito amici, quasi
componenti di una famiglia, senza confini.
Qualcuno ha detto ad effetto: “Fighille è il paese
che non c'è”. Questo è un po' vero perché non compare nella maggior parte delle
carte geografiche. Ma è vero soprattutto il contrario. E' tra i pochi centri
abitati o villaggi che sono rimasti adagiati nelle vicende delle stagioni, tra
i colori delle colture, dove andando puoi incontrare qualche fico maturo che ti
offrono i rami sporgenti dal muro dell'orto, dove i mattini azzurri portano la
giovinezza, mentre il silenzio avvolge il piano e la collina.
E' un paese che reca la memoria del passato con
l'odore verde dei fieni tagliati, con viole e primule lungo i fossi, dove
gorgheggia, al primo mattino, il gallo solerte.
E' un paese che c'è, eccome, nella nostalgia. E' il
luogo vero dell'arte, che piace agli artisti.
Ma diamo a Cesare quello che è di Cesare: è la Pro
Loco che fa la festa. La borgata, che si culla nella quiete e serenità per
l'arco dell'anno, si sveglia d'improvviso e Fighille risuona con l'eco nel
campo dell'arte.
I componenti della Pro Loco si riuniscono e si impegnano
per preparare la festa che si sviluppa in versanti diversi: sport, gastronomia,
arte. La rassegna pittorica è organizzata da una triade storica, da Gino,
Sandro, Marcello. Questi nomi sono noti, mentre ignoti sono i cognomi, vuoti, non
occorrono. Il versatile umorista Man, al secolo Enzo Maneglia, ne ha fatto le
caricature, con pochi segni, ma così azzeccati che, mentre accendono il
sorriso, risultano più esaurienti delle carte d'identità. Loro tre sono solo la
punta di un gruppo numeroso ed affiatato che trova i premi, tanti, che
allestisce la grande articolata mostra delle opere, che in quattro e
quattr'otto libera gli ambienti della scuola e il lunedì, per l'orario delle
lezioni, li riconsegna come li ha trovati. Tutti loro hanno reso illustre “il paese che non c'è”.
Franco Ruinetti
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